
La conviviale del Club Rotary Santa Croce sull’Arno – Comprensorio del Cuoio del 27 marzo 2025, tenutasi presso il ristorante Il Cavaliere in località Le Vedute, ha ospitato il geologo Dott. Gianfranco Chighine, rotariano del Club di Cascina e Monte Pisano, che ha illustrato il tema: 'Il dissesto idrogeologico della Toscana: cause e possibili rimedi'.
Il dissesto idrogeologico, i cui effetti principali comprendono sia frane che alluvioni, rappresenta una minaccia costante per la sicurezza delle comunità della nostra regione.
Il Dott. Chighine, partendo dall’analisi delle caratteristiche orografiche del territorio toscano e dagli eventi dell’ultimo cinquantennio, ha illustrato le cause dei fenomeni calamitosi che ogni anno colpiscono il territorio, individuando le aree a maggior rischio, le misure già realizzate per mitigarne gli effetti e i possibili ulteriori rimedi per prevenire le devastazioni sempre più frequenti a causa degli eventi climatici estremi.
Il geologo ha spiegato ai soci presenti, con dovizia di particolari e l'ausilio di diapositive, che la Toscana, come l’intera Italia, ha un territorio fragile e particolarmente esposto al rischio di frane e alluvioni. Questa vulnerabilità è dovuta alla sua conformazione geologicamente giovane, caratterizzata da versanti acclivi, forti dislivelli e corsi d’acqua a regime prevalentemente torrentizio, soggetti a periodi di magra e di piena.
Alla naturale predisposizione del territorio si è aggiunta l’azione dell’uomo: l’abbandono delle aree montane e la conseguente mancanza di manutenzione dei versanti, insieme a una cementificazione diffusa e all'impermeabilizzazione del suolo, hanno incrementato l’entità del deflusso superficiale a scapito dei processi di infiltrazione. L'intensa urbanizzazione, sviluppatasi senza considerare le fragilità idrogeologiche e sismiche, ha ulteriormente aggravato il rischio.
Il Dott. Chighine ha poi analizzato il ruolo dei cambiamenti climatici, sottolineando come l’aumento dell’intensità e della frequenza delle precipitazioni stia ampliando le aree soggette ad alluvioni e frane, aggravando la gravità dei fenomeni.
Successivamente, ha ricordato le opere di mitigazione già realizzate e quelle programmate dalle autorità toscane per ridurre il rischio idrogeologico, come la costruzione di dighe e casse di espansione lungo il corso dell’Arno. Ha inoltre evidenziato che i modelli attuali potrebbero non essere sufficienti a fronteggiare gli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici e che potrebbe essere necessario adottare un approccio più precauzionale, come quello utilizzato in Paesi come i Paesi Bassi, dove si applicano coefficienti di sicurezza più elevati nelle progettazioni.
Ha concluso il suo intervento affermando che il rischio idrogeologico in Toscana rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio olistico. Investimenti mirati, pianificazione strategica e sensibilizzazione pubblica sono essenziali per ridurre i rischi e proteggere sia la popolazione sia il patrimonio culturale della regione. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile affrontare efficacemente questa minaccia costante.
Ha quindi suggerito alcune possibili soluzioni per mitigare gli effetti calamitosi, tra cui:
Adozione di nuove politiche di gestione delle aree agricole e forestali per rallentare e ridurre gli afflussi d’acqua durante eventi eccezionali, proteggendo così le aree urbane;
Promozione di pratiche agricole e forestali innovative per favorire l'assorbimento dell'acqua e ridurre la vulnerabilità dei territori alle inondazioni;
Trasformazione delle città in 'città spugna', con infrastrutture capaci di assorbire e gestire meglio l’acqua piovana, riducendo il rischio di alluvioni;
Avvio di piani di investimento pubblici per la realizzazione di opere di sistemazione idraulica e forestale;
Semplificazione delle procedure burocratiche per accelerare gli interventi;
Introduzione di assicurazioni obbligatorie per le calamita naturali, al fine di aumentare la consapevolezza del rischio e responsabilizzare cittadini e amministrazioni locali;
Sviluppo di un modello innovativo di gestione idrica urbana basato su soluzioni nature-based, per assorbire, trattenere e rilasciare gradualmente l'acqua piovana, imitando il ciclo naturale dell'acqua.
Infine, ha affrontato il tema dell'innovazione tecnologica, evidenziando come le nuove frontiere della modellizzazione meteorologica, basate sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei processi di autoapprendimento, possano contribuire alla creazione di modelli previsionali sempre più accurati, migliorando la gestione delle allerte in occasione di eventi meteorologici estremi.
Numerosi soci sono intervenuti con domande e richieste di approfondimento, alle quali il geologo ha risposto con precisione. Al termine della serata, il presidente Stefano Giannotti ha ringraziato il Dott. Chighine per l’eccellente intervento. Dopo un caloroso applauso, la conviviale si è conclusa con il consueto suono della campana.
Fonte: Ufficio Stampa
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