Telecomunicazioni, sciopero e presidio Cgil-Cisl-Uil per rinnovo contratto

Lunedì 31 marzo sciopero (intero turno) proclamato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil nazionali per chiedere il rinnovo del Contratto nazionale Telecomunicazioni (circa 5mila gli addetti toscani interessati), scaduto oramai da oltre 2 anni (il confronto tra sindacati e controparti datoriali è in una fase di stallo dallo scorso dicembre). In Toscana è in programma un presidio regionale a Firenze ore 10-12 davanti alla sede di Confindustria in via Valfonda.

La nota di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil nazionali:
“Circa la trattativa per il rinnovo del Contratto, se la discussione sulla parte normativa è stata molto accesa ma al contempo proficua, trovando una sintesi su quasi tutti i punti oggetto di confronto, relativamente alla parte economica l’atteggiamento di alcune aziende capofila ha determinato una incomprensibile fase di stallo.
Non si può non tener conto delle continue dichiarazioni, rilasciate a mezzo stampa da Tim e Wind3, in cui, in modo nemmeno troppo velato, si lascia intendere che la fase di crisi in atto non permetterebbe aumenti del costo del lavoro.
Al contempo, il confronto in ambito governativo sui temi industriali e regolatori del settore delle Telecomunicazioni, tenuto conto delle continue fibrillazioni che si susseguono da mesi tra i vari operatori del settore, attraverso aggregazioni e/o scomposizioni organizzative, prosegue con lentezza e senza evidenti interventi concreti a favore del comparto.
È sempre più evidente che a causa della miopia del management delle aziende che ha guidato questo settore per anni, e la totale assenza di logica in prospettiva industriale di un settore strategico per il Paese, da parte dei vari Governi succedutisi nell’ultimo decennio, il settore delle Telecomunicazioni perde oltre un miliardo di ricavi all'anno.
Slc-Cgil Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno rivendicato interventi specifici nel corso del tempo all’interno delle proprie piattaforme, mirando alla salvaguardia del settore, mostrando grande attenzione ai temi inerenti alle scelte industriali in difesa dell’occupazione. Eppure, le scelte industriali, sia del management che dei vari governi, sono andati in direzione totalmente opposta, determinando un mercato deregolamentato che ha comportato una riduzione importante dei ricavi, a causa di una concorrenza eccessiva incentrata sul ribasso delle tariffe e che ha prodotto una forte riduzione degli investimenti.
Lavoratrici e lavoratori sono indisponibili a pagare le conseguenze delle scelte governative e manageriali. I fenomeni inflattivi dei precedenti anni hanno messo a dura prova il potere di acquisto, e con forza emerge la richiesta di un rinnovo di contratto che restituisca un giusto aumento salariale”

Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio stampa

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