Regionali 2025, Tomasi (Fdi): "Noi democratici, serve concretezza. Vicini ai più deboli"

Al centro per Tomasi ci sono case popolari, scuole, sanità, servizi e diritto allo studio. Parafrasando una vecchia frase, Tomasi sembra 'un pesce rosso nell'acqua nera'


Alessandro Tomasi, il candidato proposto da FdI per le prossime Regionali 2025, rifiuta di appendersi all'abito un'etichetta, "Io moderato? sono categorie superate", al contrario mette sul tavolo del centrodestra nazionale chiamato a sciogliere il nodo del candidato la sua esperienza amministrativa in un fascicolo su cui si legge "concretezza".

Intervistato su Radio Lady, Tomasi ripete più volte questa parola, e traccia una linea tra la sua candidatura e quella degli altri nomi proposti dagli alleati proprio sulla capacità di intercettare concretamente i bisogni dei cittadini come fa un sindaco: "Ho governato una città, mi sono preso responsabilità e mutato concretamente la condizione delle persone. La gente vuole concretezza e se questo si traduce nell'essere moderato non lo so".

Tomasi 'L'Amministratore' o Tomasi 'Il Concreto', quale che sia l'epiteto che si accosta meglio al sindaco di Pistoia ciò che appare chiaro è che più che alla fiamma tricolore, quella presente sul simbolo di FdI 'ereditata' dall'MSI, si preferiscano i medesimi colori della fascia da primo cittadino.

Niente dispute storiche e ideologiche sull'antifascismo, "da lì viene la nostra costituzione", rispetto per i valori della Resistenza, "l'ho dimostrato concretamente a Pistoia mostrando sensibilità sul tema", e l'accredito senza se e senza ma della sua figura e di tutto il centrodestra nella vita democratica della Toscana:  "La mia famiglia è dovuta fuggire dai fascisti. Non accetto lezioni da nessuno né di democrazia, né di storia. Siamo garanti delle istituzioni e della democrazia, lo abbiamo dimostrato negli anni all'opposizione. Mettiamo via tutto questo".

Attenzione, invece, "alle cose concrete" che viene fortemente declinata al sociale perchè "quando non metti tutte le persone allo stesso livello per aver uno sviluppo sociale ed economico tradisci la Costituzione. Vengo dalle case popolari, l'ho vissuto sulla mia pelle. La pubblica amministrazione si deve rivolgere prima a coloro che non ce la fanno".

Tomasi si accorda così al diapason del centrodestra toscano che ha proposto, si voglia usare o meno etichette, tutti candidati moderati e 'istituzionali' tra quelli disponibili. Un caso? può darsi, ma la sensazione è che FdI, come gli altri, abbia indossato il doppio petto e intenda erigere muri di consenso dove altri raccolgono ormai i calcinacci. Tomasi ha aperto fin dalla sua pre-discesa in campo la casa del centrodestra al mondo civico e ai disillusi della sinistra, così come lo ha apertamente fatto sia Stella che Meini anche ai nostri microfoni.

L'attenzione al sociale e la scelta di relegare nelle retrovie i temi-tabù, quelli più divisivi, potrebbe certo essere una fine mossa politica. Potrebbe trattarsi della fredda presa di coscienza che a "Dio, Patria e famiglia" gran parte dei toscani risponderebbe al massimo "Mo' me lo segno!", mentre le macchie resilienti di subcultura rossa chioserebbero con "Bella Ciao"; non è escluso, però, che sia il testimone di una rinnovata sensibilità per questi temi nel partito, guidati, forse non è un caso, da un Amministratore locale in una realtà complicata come Pistoia.

Qualunque sia la verità è evidente che con questo pacchetto di temi social-qualcosa il Centrodestra può guardare tanto al suo elettorato tradizionale e al centro, quanto ai disillusi della sinistra e alle sacche di scontento e disagio. Verrebbe da dire che i nodi verranno al pettine sia dentro che fuori la coalizione. Tomasi non è certo una mosca bianca nel partito, ne è il coordinatore regionale e si presume ne sposi i valori di fondo, e ridurre le scelte a mera amministrazione e concretezza significa fare il gioco delle tre carte: quando si discuterà di servizi pubblici, di diritti civili, di Memoria, di tassazione e impresa, di sanità pubblica o di procedure istituzionali la 'politica' avrà un peso. Si dovrà prendere posizione in campagna elettorale e al tempo stesso risolvere le questioni aperte con gli alleati, dalla Multiutility che vede in Tomasi uno strenuo difensore a quello delle spese in Sanità, o ancora il tema di come finanziare la vocazione sociale del suo progetto politico e se questo implica toccare alcuni interessi.

Quel che Tomasi ci dice è che al momento al centro della campagna elettorale ci saranno case popolari, scuole, sanità, servizi e diritto allo studio: Tomasi potrebbe essere il candidato della sinistra, invece rappresenta il ritorno al futuro sociale della destra. È il coordinatore toscano di FdI, ma parafrasando una storica frase detta ai tempi della Costituente: "pare un pesce rosso nell'acqua nera".

 

L'INTERVISTA COMPLETA

 

Elezioni ad ottobre?

"Direi di sì, non ho segnali differenti. Ci atteniamo alla scadenza naturale che è ottobre 2025".

Per la prima volta il centrodestra ha proposto una rosa di nomi, cosa è successo? Che differenza esprimono i singoli nomi?

"Per me è un valore. Dal 2017, quando ho vinto le elezioni a Pistoia, abbiamo governato in 7 capoluoghi di regione e abbiamo ottenuto membri in consiglio regionale. Finalmente abbiamo una classe dirigente molto ampia, oggi ci sono tante persone, uomini e donne, che legittimamente possono essere candidate ed aspirano a farlo. Il centrodestra ha una classe dirigente che può governare la Regione. Ogni partito esprime una sensibilità diversa, ma sono sicuro che troveremo una sintesi così come facciamo dal 1994, perché i partiti stanno insieme da anni e hanno valori condivisi".

Cosa ti distingue dagli altri? Su quali temi e su quali aspetti senti di essere il candidato migliore per il centrodestra?

"Ho fatto il sindaco e faccio il sindaco da 8 anni, governando una città capoluogo, con tutte le difficoltà e le responsabilità del caso. I sindaci sono responsabili di tutto, dai rifiuti all'energia, dalla gestione del personale, alle scuole e alle strade. Io porto questa mia esperienza da sindaco, io governo una città e lo ritengo un onore ed un ruolo importantissimo. Vorrei provare a governare la Regione Toscana portando il buonsenso, togliendo lo scaricabarile e prendendosi responsabilità. Io posso portare questo come candidato, compresa l'esperienza di consigliere comunale in dieci anni in opposizione. Ho vinto ed ho perso, so che vuol dire fare una campagna elettorale, so che vuol dire governare una città. Più che un confronto con gli altri amici del centrodestra, mi rivolgo ai nostri concittadini toscani, io ho questo bagaglio di esperienze: voglio governare, non scaricare il barile su altri ed essere il fronte dei cittadini".

Quali sono i temi su cui Fratelli d'Italia ha una posizione diversa rispetto gli alleati?

Ci sono delle sfumature ma tra di noi possiamo trovare una sintesi. Per esempio io ho creduto sulla Multiutility. Il centrosinistra in Emilia Romagna ha creato ERA agli inizi del 2000, dicendo: i guadagni diventeranno investimenti sulla transizione ecologica. Oggi in Toscana la Multiutility è appena nata, le altre multiutility comprano i nostri impianti, le nostre discariche, le nostre aziende tecnologiche, siamo costretti a portare i nostri rifiuti fuori e le nostre tariffe aumentano. Abbiamo bisogno di grandi investimenti nella transizione ecologica, che significa chiudere il ciclo dei rifiuti, avere gli impianti, sostituire le tubature in amianto, portare le fognature dove non ci sono. Lo si può fare solo se si hanno spalle larghe e la partecipazione di tutti i comuni indipendentemente dai colori politici.

Sul tema della sanità ci troviamo d'accordo con Lega e Forza Italia, non è una questione di risorse: quando hai un bilancio di 8,5 miliardi ed ogni anno rimetti oltre 300 milioni, sotto c'è un tema di organizzazione, razionalizzazione, spese improduttive.

Per me un tema importante è quello della Casa, tornare a fare una politica pubblica sulle abitazioni popolari. A Pistoia noi abbiamo sanato l'azienda delle case popolari, ci accingiamo a costruire 18 nuovi appartamenti, ne ristrutturiamo 32 e abbiamo fatto l'agenzia della casa per garantire alle persone che non se lo possono permettere il mercato privato.

Questa è la differenza di cui parlavo prima: ho delle idee che ho messo in pratica come amministratore, affiancare alle parole i fatti e portarli in Regione.

Secondo te conteranno più i nomi ed i vari programmi oppure lo scacchiere nazionale nella decisione del candidato? 

"Conta tutto perché si vota anche in altre Regioni. Però se il territorio arriva compatto esprimendo candidature, idee, programmi e convinzioni, secondo me, è determinante. Credo che il perimetro del centrodestra debba essere allargato. Ci sono tante donne uomini, forze, intelligenze e classe dirigente esclusa dal centrosinistra che può essere riattivata, perché c'è voglia di rimettere in moto questa regione e le persone per bene vanno coinvolte".

A caratterizzare le varie 'anime' del Cdx è il profilo moderato, che guarda al centro e ai delusi della sinistra. Ti senti un moderato? 

"Io queste categorie le vedo superate, la gente ha bisogno di concretezza. Se io dico che aprirò un asilo nido in una zona montana, le famiglie aspettano a iscrivere i propri figli e quando lo fanno aiutano l'economia. La gente vuole concretezza e se questo si traduce nell'essere moderato non lo so. Ci sono persone che magari sono fuori dalla politica, ma che vogliono darci una mano e queste persone vanno accolte. Ci sono anche persone del centrosinistra che ci guardano aspettando che gli si dica cosa si fa, come si fa e se siamo credibili. Questo l'abbiamo visto in tutte le città dove abbiamo vinto, il centrodestra si è tolto quello spauracchio della paura e hanno coagulato intorno a loro tanti candidati e tante liste civiche. Serve un confronto sulle idee e sulle cose concrete, facendo una campagna elettorale non sulla paura ma sulla speranza. Abbiamo più esperienza e una maggiore classe dirigente. Io sono radicale nel proteggere la povera gente, per fare le cose concrete e l'ho dimostrato con i fatti. Ho parlato delle case popolari, non ho mai alzato una tariffa nel mio comune, neanche negli impianti sportivi. Scuole sicure, parchi attrezzati e sicuri dove le famiglie possono andare, tariffe basse e aiuti alle società sportive. È il momento di fare delle scelte".

Un altro filo conduttore con gli altri candidati è l'attenzione particolare al sociale. Le periferie disagiate tendono a votare per il centrodestra, cercate li i voti?

Non lo so. Io vengo dalle case popolari, sono nato nelle case popolari ed i miei genitori così come i miei nonni stavano nelle case popolari. Siamo stati poveri e poi ci siamo rimboccato le maniche e abbiamo lavorato. Io questi temi li sento perché li ho vissuti sulla mia pelle; quindi, non ne faccio una questione politica. Io credo che la pubblica amministrazione si debba rivolgere prima a coloro che non ce la fanno. Quindi sul tema della casa, degli aiuti agli affitti, delle case popolari, il tema dell'accesso allo studio e di garantire il diritto allo studio, sono i primi volani per una crescita sociale.

Dietro FdI c'è un passato mai rinnegato, che però ha attraversato la svolta di Fiuggi e l'esperienza di governo durante il berlusconismo: è un partito diverso dall'MSI. C'è però anche la tendenza a 'riscrivere' e 'de-mitizzare' la Resistenza e l'antifascismo. In campagna elettorale certamente denunceranno che volete rileggere e cambiare questi valori, cosa risponderete?

Ti rispondo con due cose molto concrete. La prima è che noi facciamo parte della vita democratica di questa Regione, soprattutto quando eravamo nell'opposizione. Io credo nell'opposizione che corregga la maggioranza. Sono fieramente parte della vita costituzionale e democratica di questa regione e rispondo con i fatti a chi si professa antifascista, giustamente perché i valori della nostra costituzione vengono da lì. Pistoia ha dovuto aspettare un sindaco di destra per dare sepoltura perpetua al più grande partigiano della nostra storia locale. Non accetto lezioni da nessuno né di democrazia, né di storia, anche nel rispetto della mia famiglia, che viene dal centrosinistra e ha visto anche persone fuggite dal fascismo. Non voglio una campagna elettorale che sia incentrata sulla Storia, sui vecchi cliché e sulla paura. Mettiamo via tutto questo. Siamo garanti delle istituzioni e della nostra democrazia, parliamo di cose concrete: quando non metti tutte le persone allo stesso livello per aver uno sviluppo sociale ed economico tradisci la Costituzione. Io rispondo con i fatti.

 

A cura di Giovanni Mennillo

 

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