
Daniele Focosi, ematologo e virologo dell’unità operativa Officina trasfusionale dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, ha partecipato alla riunione del team R&D Blueprint dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che si è tenuta il 19 marzo a Ginevra sul tema: “What research is important to prepare and respond to H5N1 influenza outbreaks?”.
L’incontro è stato convocato per stabilire le priorità di sviluppo in termini di analisi genetiche, farmaci antivirali e vaccini contro una futura pandemia di influenza aviaria. Vi hanno partecipato oltre 1200 specialisti da tutto il mondo, tra cui Maria von Kherkove – coordinatrice dell’unità “Patologie emergenti e zoonosi” dell’OMS – e Marco Cavaleri – coordinatore dell’unita’ “Strategie vaccinali’ di EMA.
Focosi da anni collabora con l’Istituto nazionale malattie infettive (INMI) Lazzaro Spallanzani di Roma e con la John Hopkins’ University, ed è stato chiamato dall’OMS a presentare una relazione intitolata: “Overview of investigational products including broad protection”.
“Negli ultimi anni – spiega Focosi – la circolazione del nuovo influenzavirus A (H5N1 clade 2.3.4.4b) nei mammiferi è diventata massiva in tutti i continenti, con estesi focolai anche nei bovini allevati negli Stati Uniti e negli animali d’affezione. Questo sta portando il virus a stretto contatto con gli esseri umani. Al momento oltre l’80% della capacità produttiva per vaccini anti-influenzali si basa su vaccini derivati da uova, che per ovvi motivi sono destinate a scarseggiare in una pandemia di influenza aviaria, e hanno la necessità di adiuvanti anch’essi poco disponibili. Servono quindi strategie produttive alternative che consentano di incrementare nel minor tempo possibile il numero di dosi vaccinali. I vaccini a mRNA – prosegue – hanno rappresentato nella pandemia COVID-19 la tecnologia vincente e, in una possibile futura pandemia, questa tecnologia sarà ulteriormente migliorata dai vaccini a mRNA autoamplificante (sa-mRNA), in grado di indurre risposte immunitarie con dosi (e costi) molto inferiori rispetto a quelli a mRNA modificato (mod-RNA). Quindi più dosi disponibili in meno tempo. Ancora distante è invece la prospettiva di vaccini anti-influenzali universali, in grado di proteggere da tutti i sottotipi di influenzavirus con una singola iniezione”.
Focosi ha infine illustrato il ruolo del plasma da convalescente come possibile terapia per i pazienti immuno-compromessi che non risponderanno ai vaccini: “la Food and Drug Administration ha recentemente approvato l’utilizzo del plasma da convalescente COVID-19 proprio per questa categoria di pazienti; di fatto – conclude – il plasma resterà verosimilmente l’unica arma terapeutica alla portata dei Paesi in via di sviluppo”.
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