Caporalato a Castelfiorentino, Cgil: "Serve un salto di qualità sul contrasto preventivo"

(foto gonews.it)

A Castelfiorentino un bracciante fa arrestare un caporale e fa scoprire un giro di sfruttamento. Di seguito il commento di Francesco Baccanelli (segretario generale Flcai Cgil Firenze) e Gianluca Lacoppola (segreteria Cgil Firenze, responsabile Cgil Empolese Valdelsa).

“Si tratta dell’ennesimo caso di sfruttamento e caporalato, che rappresenta lo spaccato di una economia primaria sofferente. Sfruttati nei campi, nelle vigne, negli ulivi, per i nostri prodotti agricoli più conosciuti, come il Chianti e l’olio, ed apprezzati in tutto il mondo. Le indagini dimostrano quanto ancora ci sia da fare in agricoltura, anche nella provincia di Firenze, per garantire l’applicazione della legge 199 del 2016 sul contrasto al caporalato, fenomeno che in questi territori da tempo si sta affermando sempre di più, agevolato anche dalla situazione di difficoltà delle aziende agricole sul territorio.
Gli appalti ormai sono diventati sul territorio un modello, che si è andato sempre più ad affermarsi come sistema di servizi alle imprese agricole. Ma è proprio negli appalti, nelle ‘aziende senza terra’, che con troppa frequenza si mascherano realtà di sfruttamento, con le conseguenti condizioni lavorative degradanti e che si prestano a gravi infortuni. Caporali che spesso reclutano lavoratori extracomunitari nei centri di accoglienza straordinaria, spostando la mano d’opera verso province e regioni limitrofe, seguendo le diverse fasi stagionali delle colture, in un contesto normativo che continua ad adottare un approccio emergenziale a fronte di un fenomeno strutturale, quello dell’immigrazione, che andrebbe governato, facendo uscire chi arriva nel nostro paese dall’illegalità, prima di tutto abolendo il reato di immigrazione clandestina.
Serve un salto di qualità sul piano del contrasto preventivo, per questo le sezioni territoriali del lavoro agricolo di qualità debbono divenire appieno un reale strumento di contrasto e prevenzione al caporalato. Nelle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità partecipano le associazioni datoriali dell’agricoltura, le organizzazioni sindacali di settore, l’ispettorato territoriale, l’agenzia delle entrate territoriale, la prefettura, e le istituzioni territoriali e regionale. Secondo noi devono essere un luogo utile da un lato ad affrontare le eventuali difficoltà che il settore vive, e dall’altro a sostenere un lavoro agricolo di qualità e impedire che la piaga del caporalato si diffonda ulteriormente su questo territorio. Purtroppo però dobbiamo sottolineare come la sezione territoriale della provincia di Firenze, che su richiesta delle organizzazioni sindacali è stata istituita sotto l’egida dell’Inps a inizio 2024, ad oggi è ancora arenata. Dopo un primo incontro, infatti, non è stato dato nessun seguito al lavoro della sezione, nonostante le nostre sollecitazioni. E’ evidente che abbiamo perso un’occasione, non vorremmo che questo sia dovuto ad una mancanza di volontà. Per questo ribadiamo la necessità di una convocazione urgente da parte della sezione territoriale del lavoro agricolo di qualità.
La Flai Cgil di Firenze è in campo con il sindacato di strada come ‘strumento per intercettare lavoratrici e lavoratori che hanno evidenti difficoltà a presentarsi nelle nostre sedi, praticando il concetto di solidarietà e di riscatto da tutte le forme di sfruttamento’; continueremo nel nostro lavoro di rappresentanza, contrattazione e denuncia, ma serve che ognuno faccia fino in fondo la sua parte se davvero vogliamo risolvere la piaga del caporalato”.

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