Caporalato nell'Empolese Valdelsa: un arresto a Castelfiorentino

Tutto sarebbe partito dalla denuncia di un lavoratore sfruttato, che in un infortunio con le forbici ha perso il dito di una mano


Un nuovo caso di caporalato in Toscana, stavolta a Castelfiorentino. Un uomo di origini marocchine è stato ritenuto responsabile dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, di occupazione al lavoro di lavoratori privi di permesso di soggiorno, di lesioni colpose aggravate e di violazioni varie in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

L'uomo si trova adesso ai domiciliari con braccialetto elettronico. Sono stati sequestrati un'auto e un furgone usati per portare gli operai al lavoro; sequestrati anche quasi 15mila euro, ritenuti provento di caporalato. Sono state eseguite anche perquisizioni da parte dei carabinieri. Nell'operazione - le cui indagini sono state condotte tra il 2023 e il 2025 - ha partecipato l'ispettorato del lavoro, oltre all'Asl empolese.

Numerosi lavoratori, tutti in stato di bisogno, venivano impiegati come braccianti agricoli in lavorazioni in aziende agircole nelle campagne di Firenze, Prato e Siena. Venivano chiamati per la potatura di vigne e ulivi, per la raccolta di uva e olive, per il caricamento su camion di gabbie per pollame. Sono diciotto i lavoratori sfruttati, tutti di origini marocchine, otto dei quali senza permesso di soggiorno o senza titolo valido per essere occupati al lavoro.

L’attività è iniziata nel giugno del 2023, quando un lavoratore ha sporto presso la Procura della Repubblica di Firenze una denuncia-querela nei confronti dell’indagato: ha detto di esser stato da lui impiegato al lavoro in condizioni di sfruttamento e anche di aver subito, nell’aprile dello stesso anno, un infortunio durante la potatura di un ulivo con forbici elettriche. L’indagato aveva accompagnato il lavoratore presso il Pronto Soccorso, dove i sanitari gli hanno amputato un dito. "Sempre l’indagato, per evitare di incorrere in responsabilità, aveva falsamente dichiarato ai medici che l’infortunio era avvenuto in ambito domestico" scrivono i carabinieri.

L’inchiesta sull’infortunio, svolta in collaborazione con il personale dell’ASL, ha permesso di confermare il tutto, mentre gli ulteriori sviluppi investigativi "hanno consentito altresì di accertare l’esistenza di un consolidato sistema di reclutamento ed impiego al lavoro, messo in atto dall’indagato, nei confronti di suoi connazionali privi di qualsiasi mezzo di sostentamento e di adeguate sistemazioni alloggiative, disposti ad accettare le condizioni impostegli dall’indagato, come per esempio paga irrisoria e non certa, enorme orario lavorativo, condizioni alloggiative degradanti".

 

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