
Era nato nel periodo della pandemia dall’idea di tre psicologhe. Come funziona? Si tratta di creare un rapporto diretto tra i medici di famiglia e le psicologhe: “La psicologia non vuole apporre etichette di malattia. Il disagio può essere reattivo alla situazione, passeggero e non c’è niente di male ad affrontarlo con qualcuno di competenza”. Un’opportunità per tutti i cittadini della Valdera
Lo psicologo per tutti, attraverso il medico di famiglia che, nel caso di situazioni di disagio, può indirizzare il paziente verso un consulto psicologico.
È qualcosa che succede spesso in ogni ambulatorio, ma che è diventato qualcosa di sistematico in Valdera. Si tratta di un progetto nato dall’idea di tre psicologhe toscane, Elisa Sartini, Luisa Carini e Marta Cipriani.
Il servizio è attivo dall’ottobre del 2020 e aiuta ha aiutato tantissime persone. Gli incontri con le psicologhe si svolgono in un locale della misericordia a Peccioli, il lunedì, il mercoledì e il venerdì.
Il progetto era nato per incontrare e raccogliere i bisogni delle persone nel periodo emergenziale della pandemia, ma poi è proseguito.
Una delle caratteristiche di questo servizio è il prezzo calmierato.
“Con le colleghe Carini e Cipriani – ha spiegato Sartini - ci siamo conosciute durante un corso di alta formazione sulla Psicologia delle cure Primarie presso il centro Method di Perignano poco prima che scoppiasse in Italia la Pandemia, così nel momento emergenziale abbiamo messo insieme le nostre professionalità per creare questo progetto che ad oggi è consolidato in tutta l’alta Valdera”.
Il servizio oggi è attivo in Alta Valdera, ma l’obiettivo delle tre professioniste è quello di allargare anche alla provincia di Pisa e oltre: ”Il nostro sogno, reso poi concretamente nel progetto che stiamo portando avanti con un gruppo di medici della provincia di Pisa, è che lo psicologo sia presente, accessibile, alla portata di tutti e soprattutto un punto di riferimento per i cittadini, di quel territorio, di quella comunità, come lo è da sempre il medico di medicina generale, in collaborazione con lui. La psicologia non vuole apporre etichette di malattia, ma anzi vuole essere uno spazio di parola, di confronto, di ricerca di risorse e sviluppo di resilienza. Il disagio può essere reattivo alla situazione, passeggero e non c’è niente di male ad affrontarlo con qualcuno di competenza prima che diventi dolore, prima che l’ansia diventi angoscia, prima che la tristezza possa sfociare in altro”.
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