
Si sta verificando un aumento significativo delle richieste di inserimento in Rsa dopo la fase pandemica. Il numero di persone in lista di attesa in tutta la Toscana è di circa 1800, con una presenza importante nelle Usl Toscana Centro e Nord Ovest rispetto alla Toscana Sud Est”. Così l’assessore regionale al Welfare Serena Spinelli ieri pomeriggio (martedì 11 marzo) in Aula rispondendo all’interrogazione del consigliere Andrea Ulmi (Gruppo Misto-Merito e Lealtà) in merito alla gestione dei posti in convenzione nelle Residenze Sanitarie Assistenziali della Toscana (RSA) da parte della Regione.
L’assessore ha evidenziato come la Regione Toscana per il 2025 abbia stanziato 225milioni di euro per le quote sanitarie, risorse attinte dal fondo sanitario regionale, ricordando che “a inizio legislatura partivamo da 209 milioni di euro”. Ha precisato inoltre “la Regione non ha posti in convenzione”. “A seguito della delibera di Giunta regionale 995 del 2016 e dell’introduzione della libera scelta – ha spiegato - tutte le strutture sia pubbliche sia private, autorizzate e accreditate dagli enti competenti, possono sottoscrivere un accordo per la messa a disposizione di posti letto al sistema pubblico. Sul portale regionale dedicato alle Rsa presente sul sito della Regione c’è una scheda per ogni struttura dove sono indicate le sue caratteristiche ed è possibile verificare in tempo reale i posti disponibili presso ciascuna struttura”.
Spinelli ha ricordato anche come “le liste di priorità siano gestite dagli ambiti socio sanitari e non possono essere graduatorie di natura fissa: esse tendono a muoversi perché le condizioni di gravità, di emergenza, di urgenza, valutate dall’équipe multidisciplinare, possono determinare un inserimento in posizioni più alte sulla base di un regolamento che non tiene conto solo del tempo di attesa”.
Spinelli ha poi fatto riferimento alla domanda specifica dell’interrogazione che chiedeva “come mai molti pazienti malati di Alzheimer che soggiornano da mesi nelle Rsa, non ricevono ancora la copertura dell’intera retta”. Citando l’ordinanza 26943 della Cassazione Civile, relativa a ‘Morbo di Alzheimer e rette di degenza’, ha spiegato che “non esiste un automatismo per cui chi è affetto da decadimento cognitivo ha diritto a un ricovero gratuito in Rsa”. “Ad oggi – ha aggiunto - la normativa vigente in materia non contempla un intervento economico totale a carico del sistema sanitario nazionale o regionale per anziani ricoverati in Rsa colpiti da patologie come Alzheimer o Parkinson. Non c’è una disciplina nazionale che fa chiarezza su tutto questo”.
Ulmi si è detto “non soddisfatto”. “Le risposte avute sono generiche – ha affermato -. Al di là del dato delle 1800 persone in lista di attesa, non sono stati forniti numeri e non si sa quanti posti sono vacanti. Ho sollevato il problema delle Rsa in diverse interrogazioni negli anni passati. Le persone con cui parliamo ci danno il polso della situazione e sollevano tante problematiche. Le quote della compartecipazione di fatto sono ferme. Per una famiglia che deve pagare mediamente 1500 euro di quota sociale, il costo per mantenere un familiare in una Rsa diventa un problema”.
Fonte: Consiglio Regionale Toscana - Ufficio Stampa
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