
"Data la colpa al capitalismo/ sogna da sola una fuga in Transnistria/ ma poi si accontenta/ di essere triste". Inizia così una delle poesie di Francesco Targhetta, pubblicate nella raccolta "La colpa al capitalismo" edita da La Nave di Teseo. Ancora una volta l'autore veneto disseziona le esistenze altrui per parlarci di un mondo, di una generazione. E lo fa con una lingua perfetta, moderna e mai sopra le righe.
Nel precedente romanzo in versi "Perciò veniamo bene nelle fotografie" era riuscito a scandagliare gli animi dei (all'epoca) venti-trentenni, stavolta si ripete e amplia il raggio d'azione, toccando quelle persone che in un qualsiasi romanzo potrebbero sembrare solo personaggi secondari. O meglio, potrebbero essere quelle persone che si incontrano alle riunioni di condominio, che si sfiorano nei centri commerciali sorti in mezzo alle zone industriali periferiche.
I versi di Targhetta riescono a colpire nel profondo. In una pagina, o in una ballata, l'autore analizza i profili di uomini e donne le cui esistenze sono in bilico tra precarietà, ambizioni, sogni e fallimenti. Si può indagare con la poesia e quest'opera bellissima, asciutta, precisa, malinconica e ironica di Francesco Targhetta ne è la miglior prova.
Titolo: La colpa al capitalismo
Autore: Francesco Targhetta
Casa editrice: La nave di Teseo
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo di copertina: 18 euro
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro