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Cinquant'anni di Sombrero, festa a San Miniato basso tra musica e ricordi

50 Sombrero, San Miniato (foto gonews.it)

Per l'anniversario un libro e la serata evento al locale, tra ospiti e coppie che si sono incontrate sulla pista da ballo. Tra loro Giuliano e Adele: "Riviviamo le emozioni di allora"


Sulle note di mezzo secolo di successi musicali, sanminiatesi e non hanno riavvolto il nastro dei ricordi legati al Sombrero in occasione del cinquantesimo dall'apertura del dancing discoteca. Era il febbraio 1975 e il locale, voluto e costruito dai consiglieri storici della Casa Culturale, apriva le sue porte. Luogo di aggregazione, socialità, divertimento il Sombrero per molti è stato anche luogo d'incontro, tra nuove amicizie e amori sbocciati sulla pista da ballo.

Sombrero 50esimo anniversario, il video

Un traguardo celebrato con un libro, promosso dal Comitato 50 Sombrero costituitosi per l'anniversario e una serata evento, martedì 18 febbraio, partecipata da tanti ospiti e affezionati della discoteca. In un'atmosfera di luci colorate, riflesse dalla grande sfera specchiata sul soffitto, sul palco del Sombrero con la conduzione di Maurizio Bolognesi e il gestore Gianluigi Romeo in console, si sono alternati Max De Palma e i ricordi di molti intervenuti, dal comico Graziano Salvadori all'esperto di lifestyle e maestro di Galateo Stefano Agnoloni. E ancora Giulio Wilson per gli Inti-Illimani, il duo comico Jerry e Gelli, l'esibizione della scuola di ballo di San Miniato con sede alla Casa Culturale, le interviste ai dj degli anni 70, 80 e 90 Stefano Matteoli, Giampaolo Giantini e Alessandro Susini fino alla presenza degli Homo Sapiens, che proprio al Sombrero hanno fatto ballare generazioni. Così come decine e decine di big della musica italiana e comici, da un Eros Ramazzotti allora 17enne a dj e cantautori come De Gregori, Battiato, Guccini o ancora i Pooh, Orietta Berti e molti altri.

(foto gonews.it)

"50 Sombrero, la storia e le emozioni" è il libro scritto dal giornalista Franco Polidori, edito da Pacini Editore, che mette nero su bianco il mezzo secolo di vita del dancing discoteca. Una storia ricordata anche dalla presidente del Circolo Arci San Miniato Basso Anna Gaetani e dagli ex consiglieri della Casa Culturale, che allora contribuirono all'apertura del locale, Riccardo Nieri e Piero Bianchi: "L'ho visto nascere io questo locale" afferma ricordando quelli che poi sono stati non solo gli anni della costruzione, ma anche di lavoro al Sombrero.

Ognuno custodisce la propria memoria legata alla pista da ballo. Anche il sindaco Simone Giglioli: "La prima volta che sono venuto a ballare l'ho fatto proprio qui" dice, "ho tanti altri ricordi, una bellissima festa di liceo, tante serate e un ricordo su tutti con Gabriello Bertini, che manca, sarebbe stato qui con noi, è stato una delle anime del Sombrero".

Giuliano e Adele, l'amore nato al Sombrero: "Ci siamo conosciuti qui. Per noi è casa"

Giuliano Maffei e Adele Cervigni (foto gonews.it)

Alla serata protagoniste anche le coppie che si sono conosciute al Sombrero. Tra queste anche Giuliano Maffei e Adele Cervigni insieme dal 1975, quando i loro sguardi si incrociarono proprio sulla pista da ballo. "Siamo sposati da 35 anni, prima ci sono stati 14 anni di fidanzamento, sono tanti anni che stiamo insieme e siamo felici" raccontano. Lei di San Miniato basso, lui di San Romano, erano adolescenti quando si incontrarono per la prima volta la domenica pomeriggio a ballare. In sottofondo suonava "Santo cielo non l'ho mai capito" degli Homo Sapiens, "la serata danzante iniziava con questa canzone molto bella" dice Giuliano. "Per noi l'apertura della discoteca fu un evento eccezionale, - aggiunge Adele - la possibilità di averla in paese, ci accompagnavano i genitori e ci venivano a riprendere, era un momento importante, divertente, di incontro tra tutti noi ragazzi".

A suggellare l'incontro, che ha sancito l'unione, la coppia ha conservato anche un cimelio di quegli anni: due bicchieri originali del Sombrero, del 1975. E nulla da allora è cambiato: "Mettendo insieme gli stessi ingredienti, la musica, le note, le facce, abbiamo annullato gli anni - conclude Giuliano - sono tornato a risentire le emozioni di allora. Mi sono rimesso nei punti dove ci siamo incontrati e per me il tempo non è passato, mi sento a casa qui. Ringrazio coloro che hanno avuto l'idea di costruire la Casa Culturale e il Sombrero perché da questa idea bella io ci ho costruito poi la famiglia".

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