Anziano morto in appartamento, arrestato figlio: si era reso irreperibile, l'autopsia conferma la violenza

Emergono nuovi dettagli sul ritrovamento del cadavere di un 85enne a Scandicci, nella sua abitazione: dalla Procura fanno sapere che il figlio dell'uomo, resosi irreperibile dopo il ritrovamento del corpo del padre, è stato arrestato ed è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte.

I fatti risalgono alla sera del 27 gennaio quando i carabinieri sono intervenuti in un’abitazione a Scandicci a seguito di una segnalazione al 112 riguardante un decesso. Sul posto hanno trovato il corpo senza vita dell'85enne, vestito con il pigiama e con diversi lividi, alcuni recenti e altri meno. L’assenza di altre persone in casa e le condizioni della salma hanno insospettito i militari, che hanno avviato immediate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze.

Le prime verifiche hanno rivelato che il figlio dell’anziano, dopo aver scoperto il decesso del padre, aveva informato la compagna residente all’estero, la quale ha allertato le autorità. Subito dopo, l’uomo si è reso irreperibile. I carabinieri hanno avviato ricerche, entrando anche nella sua abitazione con il supporto dei vigili del fuoco di Firenze, ma senza esito: l’appartamento era vuoto e nemmeno le ricerche nei dintorni hanno portato risultati. L’uomo, che si era allontanato con uno zaino pieno di vestiti, è stato rintracciato solo due giorni dopo, al suo rientro a casa. Interrogato, non ha saputo fornire spiegazioni convincenti sulla morte del padre.

Alla luce degli elementi raccolti e dello stato delle indagini, i carabinieri hanno deciso di sottoporlo a fermo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte. Dopo le formalità di rito, è stato trasferito al carcere di Sollicciano.

Il 31 gennaio è stata eseguita l’autopsia, che ha confermato come la morte dell’85enne sia stata causata da un’azione violenta riconducibile al figlio. In data odierna, il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato il fermo su richiesta della Procura della Repubblica e ha disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza e il rischio di fuga.

 

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