Sequestrati beni per 220mila euro a imprenditore calabrese per estorsione mafiosa

Le Fiamme Gialle hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni appartenenti a un imprenditore calabrese residente ad Arezzo. L'uomo è accusato di estorsione aggravata dall'agevolazione e dal metodo mafioso.


Sequestrati beni per circa 220.000 euro a un imprenditore forestale calabrese residente ad Arezzo. L'uomo era già stato condannato con sentenza definitiva dal tribunale di Catanzaro per estorsione aggravata dall'agevolazione e dal metodo mafioso. I beni sequestrati comprendono un immobile, tre terreni in Calabria, due autoveicoli, crediti commerciali detenuti dallo stesso in qualità di titolare d'impresa e disponibilità finanziarie. Il provvedimento cautelare, emesso dall'Autorità Giudiziaria, è finalizzato all'eventuale confisca.

Le indagini hanno accertato la mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte dell'imprenditore. Il GIP di Arezzo ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo, previsto dalle normative antimafia per monitorare gli investimenti di chi, come nel caso dell'imprenditore calabrese, è stato condannato per crimini legati a attività mafiose o alla criminalità organizzata. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Arezzo e il GICO (Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata) di Firenze hanno accertato che l'imprenditore aveva acquistato un immobile e ceduto un'imbarcazione senza informare la Guardia di Finanza di Arezzo, sua provincia di residenza.

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