Si sono chiusi gli incontri del Comitato “Stadio sì, ma non così” per il nuovo Stadio Carlo Castellani. Il comitato ha parlato con quasi tutti i gruppi politici in consiglio a Empoli per sensibilizzare sulle criticità del progetto e ascoltare i consiglieri.
"Innanzitutto vogliamo veramente ringraziare tutti i consiglieri che hanno partecipato, è la dimostrazione di un interesse a svolgere attivamente il loro ruolo di eletti, e dimostra una sensibilità verso i problemi dei cittadini di cui va indistintamente reso merito" fanno sapere dal comitato. E proseguono: "A conclusione di questo ciclo di incontri, crediamo che la nostra scelta di un confronto aperto sia stata estremamente proficua: sia il nostro Comitato, sia i consiglieri di maggioranza e di opposizione, hanno avuto l’opportunità di acquisire nuove conoscenze, e di riflettere con più attenzione sull’impatto urbanistico, sociale e ambientale che il progetto presentato dall’Empoli Calcio potrebbe avere sulla nostra città e non solo. Ci auguriamo, pertanto, di proseguire con questo nostro percorso di confronto, valutando anche la possibilità di invitare in prossimi incontri anche la tifoseria organizzata, che la proprietà della società calcistica".
La nota continua: "Da questi incontri usciamo ancora più rafforzati nelle nostre convinzioni che il progetto presentato dall’Empoli Calcio, pur cercando di rispondere ad una esigenza oggettiva, ha molti aspetti controversi che dovrebbero essere attentamente analizzati e valutati in primis dai rappresentanti dei cittadini che, in caso contrario verrebbero meno al loro dovere e alla loro funzione. È infatti fuori dubbio che lo stadio comunale abbia bisogno di radicali interventi di miglioria e di messa a norma, soprattutto nel settore della tribuna centrale. Sulla ristrutturazione e il recupero funzionale del bene pubblico, come Comitato, non abbiamo ovviamente obiezioni. Questo sia ben chiaro".
Sono altri gli aspetti che preoccupano, "ma non tanto gli aspetti più tecnici, sui quali ci sarà magari modo di ridiscutere, come l’apertura dell’ennesimo centro commerciale, l’altezza ipotizzata di 28 metri, il diritto di superficie di 73 anni (tre generazioni di empolesi), la cessione gratuita del sussidiario per farci un albergo o parcheggi, l’esenzione dalle tassazione locale, la viabilità e l’abitabilità del quartiere stravolte, con una prevedibile svalutazione del valore degli immobili ivi presenti, l’impatto sul tessuto commerciale di tutta la città, a partire dal mercato settimanale, la presenza nell’area dello stadio di pozzi di captazione dell’acqua potabile e di fossi tombati che, assieme all’impermeabilizzazione del terreno, conseguente ai nuovi parcheggi previsti dal progetto, potrebbero avere gravi ripercussioni sull’approvvigionamento idrico della città e sui rischi di allagamento in un’area già fragile. Purtroppo da alcuni anni questi eventi disastrosi sono diventati cronaca quasi quotidiana".
Per tutti questi motivi e "dalla constatazione che l’opera in progetto rappresenti un elemento di stravolgimento totale della nostra città (nel bene o nel male, ognuno sia libero della propria opinione) le cui ripercussioni ricadranno soprattutto su figli, nipoti e pronipoti di coloro che ne stanno discutendo in questi mesi", il comitato ritiene "un elemento negativo che fino ad oggi la politica ne abbia potuto discutere solo ai piani alti". Per quanto emerso dagli incontri con i gruppi, "sembra che il progetto non sia stato finora visionato e tanto meno discusso in sede consiliare. Sino ad oggi il dibattito si è incentrato sugli aspetti tecnici del progetto e sulle eventuali compensazioni in termini di interesse pubblico da chiedere all’investitore. Siamo stati sempre fortemente convinti, e lo siamo ancora di più oggi, dopo gli esiti degli incontri, che la questione stadio sia in primis politica (scelte strategiche, visione del futuro di questa città) e dopo, solo dopo, tecnica (quali criticità da risolvere ? Quali concessioni all’investitore ? Quali eventuali compensazioni per i cittadini ?). È questo che ancora non riusciamo a vedere. È questo che abbiamo chiesto ai consiglieri che hanno raccolto il nostro invito e dai quali accogliamo con favore l’unanime disponibilità all’ascolto e ad essere nostri interlocutori in questo percorso: sta nel loro peculiare ruolo di rappresentanti dei cittadini che li hanno eletti".
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