Gent.mo Sindaco,
Mi chiamo Serena Barachini, sono pisana di nascita e lavoro all’Università di Pisa come biologa nella ricerca contro i tumori. Sono inoltre madre di una ragazza disabile di 22 anni di nome Costanza.
Recentemente, leggendo la rivista “Pisa Futura” di dicembre 2024, che ricevo per posta, ho preso atto di molteplici cantieri in corso in città, con un imponente investimento di 78 milioni di euro, tra fondi del PNRR, del Comune di Pisa, bandi ministeriali, fondi regionali ed altre fonti. Progetti di edilizia, riqualificazione di quartieri, scuole, asili nido, impianti sportivi, nuovi parchi, piste ciclabili e un centro “Dopo di noi”, per una società che lei definisce “House providing” con l’obbiettivo di valorizzare e sviluppare e promuovere le “terre di Pisa” in modo efficace sotto un punto di vista internazionale.
Ciò che leggo non è ciò che mi aspettavo nel 2025 per la mia città.
Avrei voluto leggere della progettazione di molti più centri/ servizi per disabili. Come può una città che si definisce pronta a valorizzare le “Terre di Pisa” su scala internazionale trascurare l’inclusione sociale e l’accessibilità per le persone con disabilità? Penso che, oltre alla riqualificazione e agli investimenti in strutture destinate al turismo, dovremmo mettere al centro anche i bisogni quotidiani delle persone più vulnerabili. Come cittadina e come madre di un disabile, avrei voluto leggere dei progetti per centri e servizi specifici per disabili. Eppure, l’unico accenno alla disabilità riguarda un solo progetto: il centro "Dopo di noi", che, purtroppo, appare come un’iniziativa isolata in un contesto troppo ampio per dare risposta a tutte le necessità.
Avrei voluto leggere del progetto di una piscina dedicata interamente alle persone con disabilità. Il nuovo impianto comunale, come riportato sulla rivista “Pisa Futura”, avrà tre vasche: una per la pallanuoto, una per relax e addestramento e una ricreativa per i bambini più piccoli. Tuttavia non trovo alcuna menzione di una vasca adibita alle persone con difficoltà motorie, tra cui anche gli anziani, con corsi specifici. La vecchia struttura sarà dedicata ai disabili o verrà smantellata? A mia figlia sono stati assegnati anche dei fondi tramite un bando che rimborsa totalmente la piscina, ma purtroppo ad oggi non possiamo usufruirne poiché a Pisa non c’è nessuna piscina comunale che offra questo servizio. Ad oggi molti cittadini con problemi motori, fra cui anche mia figlia, sono costretti a rivolgersi a strutture private a pagamento, dove la seduta in piscina viene considerata fisioterapia e, di conseguenza ha costi significativamente più elevati rispetto ad un normale corso di nuoto presso una piscina comunale.
Avrei voluto leggere che oltre a costruire innumerevoli piste ciclabili, il comune di Pisa, offrisse la possibilità ai disabili di poterne usufruire tramite l’uso di Cargo Bike, (biciclette per poter portare sia ragazzi disabili che persone anziane). In molte città italiane sono ormai messe a disposizione dagli esercenti che affittano le bici, per poter rendere la città accessibile a tutti.
Avrei voluto leggere che in estate fosse possibile fare il bagno anche per le persone disabili nelle strutture balneari pisane. In molte città italiane, i comuni mettono a disposizione sedie a rotelle da spiaggia (diverse dalle “job”, che sono difficili da manovrare e richiedono almeno 4 assistenti per essere spostate in acqua) per facilitare l’accesso al mare in modo dignitoso e senza oneri aggiuntivi. Recentemente sono stata a Rimini, città per eccellenza riguardo all’accessibilità al mare, e mi sono informata su come funzionasse la cosa. La risposta è stata molto semplice e chiara, come chiara era per loro la necessità di rendere la spiaggia accessibile a tutti: hanno finanziato l’acquisto di una decina di sedie a rotelle da spiaggia, grazie alla collaborazione con esercenti locali. Queste sedie vengono custodite dalla pubblica assistenza del litorale: la mattina il disabile si presenta da loro, richiede una sedia in un determinato stabilimento balneare e la pubblica assistenza si occupa di portarla in quello stabilimento e di andare la sera a riprenderla per custodirla presso la sede della pubblica assistenza.
Avrei voluto leggere di campi solari estivi comunali accessibili ai disabili. Ogni estate cerco di iscrivere mia figlia, ma l’accesso le viene negato a causa della mancanza di personale qualificato e di strutture accessibili disponibili su territorio, nonostante il comune affermi che i campi solari sono aperti anche ai disabili.
Avrei voluto leggere di una associazione simile ad “UGO” ideata da una imprenditrice di Milano, Michela Conti, finalista del premio GAMMA DONNA del 2024. Questa associazione lavora nell’area dei servizi assistenziali a persone bisognose (disabili, anziani, persone in chemioterapia), fornisce assistenza ai caregiver con operatori selezionati e formati adeguatamente a prezzi accessibili ed è attiva in molte città italiane, Milano, Bologna, Firenze, Genova, Padova. Una sfida bellissima in collaborazione con enti privati e pubblici. I lavoratori-caregiver, come me, hanno moltissime difficoltà a lavorare per la mancanza di personale/assistente qualificati e questo crea notevoli ripercussioni sul lavoro.
Avrei voluto leggere di tutto questo sulla rivista della mia città per poter sperare in un futuro più accessibile non solo per mia figlia, ma per una cittadinanza che merita una visione più chiara e più inclusiva, attenta alle esigenze di tutti. Ho già tentato come cittadina di sollevare questi problemi, parlando con l’assessore alla disabilità Giulia Gambini, l’assessore allo sport, Frida Scarpa e il presidente della società della salute, Giulia Guainai, ma purtroppo le mie richieste hanno sentito solo l’eco della mia voce.
Sarò anche una piccola fiammiferaia, che cerca di accendere una piccola luce in una realtà che sembra non prestare attenzione ai bisogni di chi è più fragile, ma nonostante tutto ho ancora un sacco di fiammiferi da accendere!
Serena Barachini
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