Santa Croce approva bilancio: invariati Imu, canone unico e asili nido. Ritoccati Irpef e servizi a domanda individuale

Il comune di Santa Croce sull'Arno chiude il primo bilancio di previsione dell'era Giannoni. Un bilancio approvato nei termini di legge, entro il 31 dicembre, senza ricorrere a proroghe, che è stato votato la sera del 30 dicembre dal consiglio comunale. Il documento, che pianifica la parte economica di tutte le azioni che andranno a interessare il comune nel corso del 2025 a Santa Croce sull'Arno, vale circa 40 milioni di euro con una spesa corrente di 17milioni, ma che poi è gravato da una serie di costi e spese che l'amministrazione ha ereditato dalla precedente amministrazione e che assottigliano la liquidità dell'ente per i nuovi investimenti. Nonostante questo la giunta e i consiglieri sono riusciti a trovare le risorse per pianificare alcuni investimenti importanti e non più prorogabili. Un bilancio difficile anche per il contesto macro economico in cui si va ad inserire. I comuni infatti hanno visto una serie di tagli previsti alla normativa vigente, inoltre hanno dovuto fronteggiare la rivalutazione dei costi del lavoro dei dipendenti e dei lavoratori della cooperative e l'aumento del fondo crediti di dubbia esigibilità.
Un contesto economico quindi profondamente mutato rispetto a quello degli anni passati.
In questo scenario il comune ha mantenuto costante l'erogazione di tutti i servizi e ha contenuto gli aumenti di tariffe e tributi, se non addirittura, in alcuni casi evitandoli completamente. A Santa Croce infatti l' Imu non è stata modificata e per la Tari è stata lasciata l'impostazione data dalla precedente amministrazione. Non solo, anche il Canone Unico è rimasto invariato. Così come i costi degli asili nido.
Aumentano invece, anche se in modo estremamente contenuto, si tratta di ritocchi più che aumenti, i servizi a domanda individuale a cominciare dai servizi scolastici agli altri erogati dal comune a richiesta del cittadino.
“Si tratta – spiega l'assessore al bilancio Renato Rusconi - di aumenti dettati non solo dalla necessità di chiudere il bilancio, ma anche dall'esigenza di fare un minimo di adeguamento delle tariffe dei servizi rispetto al costo della vita, molti tributi non venivano adeguati da una decina di anni o più. Se volevamo garantire i servizi al cittadino era inevitabile”.
Cambia anche l'addizionale Irpef comunale, che ora verrà pagata con un'aliquota unica del 8 per mille con esenzione fissata a 12mila euro di reddito, ma qui potrebbero esserci ulteriori sgravi nei prossimi mesi : “L'aliquota Irpef – spiegano il sindaco Giannoi e l'assessore Rusconi - come ci è stato chiesto anche dalla parti sociali, ad aprile la rivaluteremo e cercheremo, se sarà possibile, di estendere l'esenzione”.

“Chiudere il bilancio nei tempi previsti dalla legge non è stato facile – spiega il sindaco Roberto Giannoni. In primo luogo – continua – ringrazio l'assessore Rusconi, assessore Fanella, i dipendenti del settore ragioneria e tutta la giunta e i consiglieri comunali per essere riusciti in questa impresa , che era importante per garantire piena operatività all'ente comunale per poter erogare tutti i servizi che ci competono e cercare anche di dare delle risposte alle richieste dei cittadini, la funzionalità dell'ente alla fine questo deve garantire”.
Abbiamo dovuto apportare dei correttivi come la revisione dell'Irpef, che impatterà minimamente sulle tasche dei contribuenti, scelta già adottata da molti comuni anche dalla zona amministrati dal centrosinistra a dimostrazione che non era possibile non intervenire su questa forma di tassazione. Noi abbiamo cercato 6di farlo limitando al massimo gli incrementi. Credo anche però che gli aumenti in tempi difficili come questi, siano nell'ottica di garantire la piena efficienza dell'ente, perché proprio quando la situazione del paese e del territorio è più difficile, in quel momento il comune deve essere in grado di rispondere a eventuali difficoltà dei cittadini a tutela di tutti. Allo stesso modo è anche vero che la dove abbiamo ritoccato le tariffe dei servizi a domanda individuale, lo abbiamo fatto garantendo un criterio di proporzionalità progressiva e di equità sociale cercando di tutelare le fasce di popolazione più debole, come nel caso della prima fascia isee che potrà accedere ad alcuni servizi gratuitamente.
D'altro canto però abbiamo anche impostato il lavoro che andremo a fare, prevedendo ad esempio importanti lavori di manutenzione della rete stradale per circa un milione di euro”.

I servizi scolastici
Gli aumenti dei servizi a domanda individuale in ambito educativo in realtà sono piccoli ritocchi che si sono resi necessari, sia per fare fronte all'aumento dei costi , ma soprattutto per poter continuare a garantire i servizi.
L'assessore alla scuola Valentina Fanella nella andare a ridisegnare i costi dei servizi ha lavorato sul principio dell'equità sociale e della progressività proporzionale degli incrementi, rimodulando le fasce isee perché ritenute non eque dal momento che per il trasporto scolastico la fascia più alta era quella di oltre 5mila euro, mentre per la mensa scolastica l'ultima fascia prevista si fermava a oltre 10mila euro di isee. Questo vuol dire che nuclei familiari con redditi e patrimoni profondamente diversi hanno pagato le stesse tariffe con un'uniformità di pressione sulle tasche che per i meno abbienti non ha avuto la stessa valenza rispetto alle fasce economiche più alte. Pagare un pasto alla mensa 3,6 euro ha un'incidenza profondamente diversa per i nuclei familiari da 10mila euro di isee rispetto a quelli con un isee oltre 25mila euro. Detto questo, pur considerando l'aumento applicato, vorrei evidenziare come le famiglie con isee tra 5mile e 7mila euro andranno a pagare su tutti servizi scolastici tariffe minori rispetto a prima.

“Per fare questo è stato necessario andare a ridisegnare le fasce isee di riferimento – spiega Fanella - gli incrementi finali sono del 5 per cento per le fasce più deboli e del 10 per quelle con isee più alto.
Nel caso della mensa scolastica considerando i 5 rientri settimanali per la fascia isee fino a 3000 euro è garantita l'esenzione, per quella tra 3001 e 7mila l'incremento è stato del 5% che per il costo di un pasto significa passare da 1,20 a 1,26 ovvero un incremento di 6 centesimi di euro a cui va sommato 1,12 euro di aumento della quota fissa mensile.
La fascia da 7001 a 15mila euro di isee – continua Fanella- mantiene un aumento del 5% e il costo di un pasto passa da 1,60 a 1,68 con un aumento della quota mensile 1,52 euro. La terza fascia isee da 15001 a 25mila invece ha un incremento del 10 per cento e il costo del pasto passa da 1,80 a 1,98 euro e la quota mensile aumenta di 3,20 euro. Per la fascia più alta quella oltre i 25mila euro di isee un pasto alla mensa ha un incremento del 10 per cento, che equivale a 20 centesimi con il costo di una pasto che passa da 2 euro a 2 euro e 20 centesimi, mentre in questo caso la quota mensile aumento di 3 euro e 50 centesimi. Questi ritocchi scatteranno dal prossimo anno scolastico ovvero da settembre 2025”.
“Per quanto riguarda il trasporto scolastico – continua Fanella – abbiamo utilizzato lo stesso criterio individuando 4 fasce Isee mentre prima erano 3 con fascia più alta ferma oltre 5mila euro.
Questi i numeri che escono dalla nostra rimodulazione: La fascia fino a 7mila euro vedrà aumentare il costo del 5 per cento, con un aumento annuale che oscilla tra i 4,5 euro e i 6 euro a seconda che si utilizzi il servizio per un sola corsa al giorno o per due corse. Per la fascia isee da 7001 a 15mila l'aumento è del 10 per cento con un incremento che varia su base annua da 12 a 16 euro. Per la terza fascia da 15001 a 25mila l'aumento sarà sempre del 10 per cento, con un incremento annuo dei costi che oscilla da 16 a 20 euro. La quarta fascia oltre 25mila euro di isee avrà un aumento è sempre del 10 per cento che impatta in questo modo: da 19 a 23 euro annui”.

“Questo bilancio in conclusione - spiega l'assessore Rusconi – è gravato da varie situazioni che abbiamo trovato e che in parte stiamo già cercando ci corregge. Farlo chiudere non è stato facile soprattutto nel cercare di non far aumentare i costi dei servizi a domanda individuale in modo significativo e mantenerli tutti attivi. Gli aumenti applicati non erano evitabili, da li non si poteva sfuggire. Abbiamo dovuto fare fronte a una crescita dei crediti di dubbi esigibilità che abbiamo trovato dalla gestione precedente. Inoltre ci sono i costi generati dalle assunzioni, dalla revisione dei contratti di lavoro e dall'aumento dei contratti delle cooperative che erogano servizi al comune il cui costo è aumentato del 13,5 per cento. Inoltre non ultimo per importanza, ci sono vari crediti significativi che vantiamo verso altri enti e al momento non erano stati riscossi. Alla fine proprio per evitare di andare a caricare in modo significativo tasse e tariffe, abbiamo utilizzato parte dell'utile generato dalle farmacie comunali. Proprio grazie a questi 200mila euro, che ora entrano nel bilancio del comune, abbiamo evitato di apportare aumenti gravosi per il cittadino.
Per il futuro contiamo che la situazione economica dell'ente possa migliorare. In primo luogo abbiamo attivato Abaco per andare a riscuotere in modo puntuale il Canone Unico, abbiamo cercato di rimettere in modo la macchina dell'ufficio tributi, anche nell'ottica di garantire una corretta esazione di quanto dovuto e da questo gennaio partiremo con una lotta serrata all'evasione. Questo significa aggiornare le banche dati e cominciare ad esigere i crediti che sono lì fermi per riportare liquidità nelle casse del comune. La logica deve essere quella che tutti devono pagare quanto dovuto”.

Fonte: Comune di Santa Croce sull'Arno - Ufficio Stampa



Tutte le notizie di Santa Croce sull'Arno

<< Indietro

torna a inizio pagina