La Toscana definisce il percorso di formazione per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, figura chiave del nuovo modello di assistenza territoriale cui si ispira sempre più il servizio sanitario regionale.
Nel 2018 la Toscana è stata la prima regione ad introdurre questa figura nel sistema sanitario pubblico, prevedendo percorsi di formazione che sono stati sviluppati dalle singole aziende.
Ora, con il decreto del Ministero della Salute (77/2022) che riorganizza i modelli di assistenza sanitaria e sociosanitaria e le “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità" elaborate da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, arriva un impulso importante a rafforzare ulteriormente il modello organizzativo. Passaggio che per la Toscana significa anche far tesoro della formazione già erogata dalle aziende sanitarie sin dall’istituzione di questa questa nuova figura professionale, sia dell’esperienza maturata da coloro che già lavorano come infermieri di famiglia e comunità.
La nuova delibera infatti individua due tipologie di percorsi: quello rivolto a coloro che si avviano a diventare Infermiere di comunità e quello per coloro che già svolgono questo ruolo.
Il primo è composto da un corso di 110 ore, di cui 60 di teoria in parte regionale in parte aziendale, 40 di stage/laboratorio, 10 di project work. Il secondo consiste in 10 ore di aggiornamento tecnico-normativo. Nell’atto vengono delineate anche le competenze principali acquisite dall’infermiere di famiglia e comunità grazie ai moduli formativi.
L’assessore Bezzini sottolinea l’importanza della delibera. “Rendendo omogeneo il quadro formativo in tutta la Regione, facciamo compiere un ulteriore passaggio cruciale allo sviluppo della sanità territoriale, nella quale l’infermiere di famiglia e di comunità riveste un ruolo fondamentale”. “E’ un professionista - prosegue - che offre un contributo rilevante per un sistema sanitario pubblico e universalistico come quello toscano. La definizione del percorso di formazione regionale significa rafforzare la costruzione di un servizio più vicino alla popolazione e capace di dare risposte differenziate alle esigenze della popolazione, a seconda delle età , dei bisogni e degli specifici territori di riferimento”.
Le singole Aziende sanitarie, prevede la delibera, potranno integrare annualmente nei propri Piani di Attività Formativa, eventi volti al mantenimento delle competenze e/o risposte a fabbisogni formativi emergenti.
Fonte: Regione Toscana
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