La Toscana è vicina a Cecilia Sala. Giani: "Il giornalismo non può essere un reato"

Cecilia Sala

La prigione di Evin, operativa già da prima della Rivoluzione islamica del 1979, è il luogo dove sono imprigionati gli oppositori del regime iraniano, cittadini stranieri e dissidenti politici.

Da oltre una settimana ad Evin è trattenuta, in una cella d’isolamento, la giornalista italiana Cecilia Sala, che ha potuto contattare per pochi minuti solo la famiglia ed il suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri. Nel 2022 un’altra cittadina italiana, la blogger Alessia Piperno, ha trascorso un mese nello carcere e per motivi mai completamente chiariti. Nelle celle del carcere, come ha raccontato a Deutsche Welle l’imprenditore inglese Anoosheeh Ashoori, ci sono solo coperte, tappeti e una copia del Corano.

“Il giornalismo – dichiara il presidente della Regione Eugenio Giani – non può mai essere un reato e non può essere mai una colpa raccontare all’opinione pubblica quello di cui si è testimoni. La Regione Toscana, nell’esprimere solidarietà a Cecilia Sala ed ai suoi cari – farà tutto quanto in suo potere per por fine a questa detenzione e restituire Cecilia a quanti le vogliono bene ed al libero esercizio della sua professione. Ridurre al silenzio chi descrive quel che vede e parla di ciò che accade è squalificante per qualsiasi governo, specie se questa forma di brutale censura è esercitata nei confronti di una donna impegnata spesso a raccontare storie di altre donne, vittime di simili forme di sopraffazione”

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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