Proseguono le indagini nel sito Eni di Calenzano dove, lunedì 9 dicembre, si è verificata l'esplosione che ha causato 5 vittime, 26 feriti e danni anche nelle strutture nei dintorni. Secondo le ipotesi emerse durante gli accertamenti tecnici in corso, quella mattina nelle vicinanze della stessa pensilina 6, dove è avvenuta l'esplosione, sarebbe stato in atto il sollevamento di un carrello tramite un macchinario. L'operazione potrebbe essere avvenuta in concomitanza alla formazione di una nube di vapori di carburanti e potrebbe aver contribuito all'innesco. Sembra infatti che fossero in corso due distinti interventi di manutenzione agli impianti, nella stessa pensilina e in quella accanto, ad una condotta di alimentazione per il carico di carburante e a due raccoglitori di vapori.
Su questo punto, l'Eni precisa che la seconda manutenzione presso le pensiline non era ancora iniziata. Infatti, viene sottolineato dalla società in relazione a quanto riportato, il secondo intervento era previsto per la mattinata, ma non era ancora iniziato e dunque non era in corso al momento dell'esplosione.
Lunedì è in programma un sopralluogo della procura di Prato nel sito, insieme ai consulenti tecnici incaricati per le perizie. Sarebbero inoltre in fase di acquisizione da parte degli inquirenti atti e documenti che saranno oggetto di verifiche, tra cui i piani di sicurezza esterni al deposito. All'esame dei carabinieri del nucleo investigativo del comando di Firenze tutte le immagini disponibili raccolte dalla videosorveglianza del deposito, oltre a colloqui con i testimoni.
Intanto le salme delle cinque persone che hanno perso la vita nell'esplosione sono ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria, presso l'Istituto di Medicina legale di Careggi, per accertamenti dopo le autopsie già effettuate. Ma dalla prossima settimana, secondo quanto emerso, potrebbero essere riconsegnate alle famiglie.
Espresso cordoglio e vicinanza alla comunità, nella giornata di martedì scorso, dall'amministratore delegato di Eni al sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani. Sul deposito, circondato da un tessuto urbano sviluppato tra Firenze e Prato, "c'è l'intenzione anche da parte della Regione Toscana di aprire un tavolo di confronto, a cui parteciperemo molto volentieri - ha detto Carovani - ponendo il tema della compatibilità di questo sito con il contesto in cui è inserito". Attivata dall'amministrazione comunale nei giorni scorsi una casella e-mail, per richieste di risarcimento dei danni materiali ad aziende e privati danneggiati dall'esplosione, che saranno poi reindirizzate alla stessa Eni.
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