“Lo scopo della cooperazione internazionale è quello di dimostrare che in un mondo globale le differenze si annullano all’insegna della solidarietà”. Lo ha detto il presidente Eugenio Giani intervenuto stamani alla conferenza "Dalla salute globale alla crescita locale: dieci anni di cooperazione sanitaria della Regione Toscana", un momento di riflessione e sintesi sugli interventi di cooperazione sanitaria internazionale promossi dalla Regione Toscana attraverso il suo Centro di salute globale. Insieme al presidente Giani, gli assessori regionali alla sanità Simone Bezzini e al sociale Serena Spinelli.
“Il ruolo che la Toscana svolge in questo campo – ha proseguito Giani - nasce da lontano. Sosteniamo, e lo stiamo facendo soprattutto in questo momento, attraverso azioni e progetti sanitari o sociali, l’impegno per affrontare situazioni di fragilità che si stanno vivendo nel mondo, in Paesi che sono dilaniati da guerre e conflitti etnici interni. La Toscana, attraverso le proprie istituzioni, come il Meyer per esempio, viene incontro ai bisogni dei bambini. Abbiamo a questo proposito una iniziativa in ponte, grazie al patto di amicizia siglato con la regione di Kiev, che permette lo scambio di esperienze e buone pratiche tra gli operatori socio-sanitari degli ospedali delle due regioni, una collaborazione per dare cura e salute ai bambini, il patrimonio più importante delle nostre comunità. Così come abbiamo attivato l’accoglienza dei bambini provenienti dalla Striscia di Gaza che sempre al Meyer vengono curati. Sono forme che dimostrano come la nostra Regione sulla cooperazione internazionale intenda giocare il proprio ruolo in virtù di un profilo e una identità fortemente solidaristiche e al contempo voglia rivolgere e rendere concreta la propria attenzione verso i più fragili e i più deboli in tutto il mondo. Una strada intrapresa che vogliamo continuare a portare avanti”.
“La Regione Toscana – ha detto l’assessore Bezzini - è una delle punte d’avanguardia in Italia nell'attività di cooperazione sanitaria internazionale. La nostra Regione crede profondamente nel valore della solidarietà, con strategie e azioni coerenti con questo valore e con quanto scritto nell'articolo 32 della nostra Carta costituzionale in tema di diritto alla salute. Oltre agli ideali c’è anche la concretezza. Abbiamo tantissimi progetti sviluppati negli anni, che hanno coinvolto migliaia di professionisti sanitari della nostra regione, e che hanno portato benefici a popolazioni di numerosi paesi del mondo, anche di natura strutturale. Credo che questo sia un elemento importantissimo in termini di promozione del diritto alla salute, che si estende anche a quei contesti che vivono condizioni di difficoltà particolarmente significative. Tutto questo genera anche un beneficio al sistema sanitario toscano. Abbiamo ascoltato oggi le testimonianze dei nostri professionisti, coinvolti in attività di cooperazione sanitaria internazionale. Tutti ci hanno detto che sono tornati da queste esperienze molto arricchiti interiormente e motivati, cosa che influisce in positivo su tutto il nostro sistema. Questa solidarietà favorisce anche relazioni importanti tra la Toscana e autorità nazionali ed internazionali. Il proposito è di continuare così: la Giunta ha approvato una delibera, poche settimane fa, che definisce il piano triennale della cooperazione internazionale in materia sanitaria. Lavoreremo anche nei prossimi anni al proseguimento di progetti già in essere e alla realizzazione di nuove progettualità”
“Oggi – ha detto l’assessora Spinelli - è l'occasione per fare il punto e per rilanciare il lavoro della cooperazione sanitaria in Toscana, che impegna tanti nostri operatori. Un ringraziamento va quindi a tutti loro, al Centro di salute globale regionale, ma anche al mondo del terzo settore toscano attivo in tante parti del mondo. La Toscana riconosce, anche nella propria normativa che regola il servizio sociosanitario, il ruolo fondamentale degli strumenti di cooperazione. Fare cooperazione sanitaria e cooperazione allo sviluppo significa condividere competenze, costruire diritti e opportunità di salute e in fondo, a mio avviso, significa crescere reciprocamente e farsi costruttori della cosa più importante e fondamentale per tutto questo, che è la pace”
“La continuità e la sostenibilità degli interventi sono garantite non solo dall’impegno delle aziende sanitarie, ma anche dal ruolo fondamentale della società civile, che ci affianca nella realizzazione dei progetti di cooperazione” sottolinea la dottoressa Maria José Caldes, direttrice del Centro di Salute Globale. “La collaborazione con il sistema Paese, e in particolare con l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, è un altro tassello essenziale per assicurare un approccio integrato e strategico, capace di rispondere alle sfide globali e locali in modo coordinato ed efficace.”
Dieci anni di cooperazione sanitaria internazionale toscana
Nel 2007 è stata costituita la Rete di cooperazione sanitaria toscana. Alla fine del 2012 è nato il Centro di salute globale, che ha sede al Meyer, e dal 2021 il sistema sanitario regionale collabora con l’Agenzia italiana per cooperazione allo sviluppo.Una storia di impegno e solidarietà, a vantaggio della salute di chi abita in Paesi dove il diritto alla salute è meno garantito o l’aspettativa di vita peggiore. Di questi diciassette anni la Toscana ha raccontato oggi, nel corso di una convegno a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, gli ultimi dieci.
Numeri e progetti
Numeri importanti, che hanno visto il coinvolgimento di 659 professionisti del sistema sanitario intervenuti in diciassette nazioni diverse, oltre cinquemila operatori formati in quei paesi e progetti con un costo di appena 19 centesimi a toscano per garantire il diritto alla salute globale. Risorse e forze in campo che hanno permesso, ad esempio, di prendere in carico 12 mila persone affette da malnutrizione cronica o permettere ad altre 25 mila di accedere ad acqua potabile.
Tanti progetti e più aziende protagoniste, collaborazioni strategiche e contaminazioni virtuose con terzo settore ed imprese e finanziamenti concentrati per il 60 per cento sull’Africa, il 22 per cento a vantaggio dell’America Latina, l’11 per cento nei Balcani in Europa e per il 5 per cento nel Medio Oriente. In Albania è intervenuta l’Azienda ospedaliero universitaria pisana, il Meyer e l’Asl Toscana Sud Est, in Eritrea, Burkina Faso, Libia, Etiopia e Tunisia di nuovo il Meyer, l’azienda di Careggi in Bolivia, l’Asl Toscana Centro in Palestina e Saharawi, in Kosovo Meyer e Aoup insieme, in Kenya Asl Toscana Centro, Meyer, Azienda ospedaliero universitaria senese e Asl Toscana Sud Est, l’Asl Nord Ovest in Nicaragua, in Perù Asl Sud Est e Meyer, in Senegal l’Asl Toscana Centro, il Meyer e la Nord ovest, in Sudan il Meyer e la Sud Est, in Tanzania Careggi, il Meyer e la Nord Ovest e in Uganda Careggi, Meyer, Azienda ospedaliero universitaria senese e Asl Toscana Sud Est.
Cooperazione e Toscana
La legge regionale toscana sulla cooperazione sanitaria prevede che, nello svolgere la loro attività nel sistema sanitario pubblico, gli operatori sanitari possano dedicare un mese l’anno di lavoro in un ospedale di zone bisognose.
Nei paesi beneficiari si è lavorato per rafforzare infrastrutture sanitarie, trasferire competenze e migliorare l'accesso ai servizi essenziali. In Toscana il ritorno di esperienze e competenze, sviluppate anche dai professionisti coinvolti che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con realtà complesse, ha contribuito a migliorare la capacità di risposta del sistema sanitario regionale, rendendolo più resiliente e innovativo.
Un mese fa, a novembre, la giunta regionale ha approvato il nuovo piano operativo triennale fino al 2026 per la cooperazione sanitaria internazionale e la salute dei migranti. Un impegno che si inserisce in un contesto globale sempre più complesso, caratterizzato da disuguaglianze sociali, cambiamenti climatici e crisi umanitarie, dove la salute diventa un diritto fondamentale da promuovere e tutelare.
Fonte: Toscana Notizie
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