'Sette opere di Misericordia, Caravaggio e l’angelo' in scena il 7 dicembre a San Francesco

Terzo spettacolo della rassegna Misericordia e il Teatro


La Misericordia e il Teatro di San Miniato, dopo il successo delle prime due iniziative, torna con un terzo spettacolo per rendere omaggio ai valori e alla cultura della Misericordia e dell’arte. In prima Nazionale sabato 7 dicembre, alle 21.30, nella Chiesa di San Francesco a San Miniato, andrà in scena Sette Opere di Misericordia. Caravaggio e l’Angelo, testo e regia del drammaturgo toscano Francesco Niccolini, con Benedetta Giuntini e Luigi D’Elia, al sax Dimitri Grechi Espinoza, luci e suono Massimo Battaglini, un viaggio nell’arte attraverso le opere di Caravaggio e la Misericordia.

L’iniziativa è promossa dalla Misericordia di San Miniato, con il patrocinio del Comune di San Miniato, e realizzata grazie al contributo della Fondazione Crsm.

Questo racconto a due voci è interpretato da Benedetta Giuntini, ormai da tempo legata alla Misericordia e il Teatro, fin dalla prima edizione e da Luigi D’Elia, narratore pugliese che da anni collabora con Francesco Niccolini (al loro attivo anche uno spettacolo di grande successo sulla vita di Caravaggio). In scena insieme a loro, un grande saxofonista come Dimitri Grechi Espinoza, la cui musica aiuterà a ripercorrere in modo febbrile devozione e passione, fame, rabbia e miseria della Napoli dei Seicento, ma soprattutto l'ultima parte della vita devastata di Caravaggio, che finisce con il diventare il simbolo tragico, come i due angeli del quadro, di una caduta senza fine.

“La storia dell'arte è ricca di episodi abbaglianti che raccontano la Misericordia e in particolare la Madonna della Misericordia, figura che più di ogni altra simboleggia la mediazione tra il Cielo e quelli che potremmo chiamare uomini e donne di buona volontà, per usare una formula antica ma piena di umiltà e sentimento – dichiara Francesco Niccolini -. In assoluto, l'episodio più eclatante e rivoluzionario in tutta la storia dell'arte intorno a questo argomento è il capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio ‘Le sette opere di Misericordia’, che dal 1606 campeggia sopra l'altare del Pio Monte della Misericordia di Napoli. Vi campeggerà in eterno, finché esisterà quella chiesa, perché un decreto della Misericordia napoletano prevede che per nessun motivo quel quadro possa essere spostato, venduto e neppure copiato, tanto gli viene riconosciuta la sua bellezza assoluta. Avvolto nel fascino di tutte le storie che racconta (e sono molte davvero) e nel mistero dei due angeli che al centro del quadro stanno precipitando verso terra, ‘Le sette opere’ è una delle opere più rappresentative della genialità senza pari di Caravaggio che – non solo è l'autore di questo capolavoro – ma, nella sua vita scapestrata e rabbiosa, diventa il tragico simbolo di quella caduta e di cosa vuol dire vivere e morire senza misericordia”.

“Qualche volta gli attori, quando lavorano su testi come questo, hanno uno splendido privilegio, quello di penetrare oltre ciò che appare. Spesso si dice che un'opera arriva dove forse le parole non sempre sono capaci di arrivare. E questo è senz’altro vero per Caravaggio: davanti a un suo dipinto rimaniamo incantati dall’espressività dei volti, dal taglio della luce, dallo schema compositivo; ammiriamo l’ingegno e il fascino “torbido” del pittore – dichiara Benedetta Giuntini -. Questa volta, però, mi sento come attrice, ma anche come appassionata d’arte di dire che è vero anche il contrario: le parole arrivano dove forse l’opera non riesce ad arrivare. Preparandomi su questo testo mi sono accorta che avevo la possibilità di guardare l’opera con occhi diversi; anzi, no, di guardarla ‘non solo con gli occhi’, ma con tutti i miei sensi: ho ‘ascoltato’ le parole dei personaggi, ho “toccato” la barba ispida e bagnata di latte del vecchio, ho sentito l’aria mossa dalle ali degli angeli, l’incalzare dei gesti in quello spazio buio e ristretto. Insomma, sono entrata ‘dentro’ l’opera e ne sono rimasta affascinata. E sono sicura che succederà a tutti quelli che assisteranno allo spettacolo”.

“Siamo orgogliosi ed emozionati di poter organizzare e presentare,d i nuovo, una serata unica – dichiara Marco Micheletti, governatore della Misericordia di San Miniato -. La nostra associazione non opera solo in ambito sanitario e assistenziale, ma promuove anche la cultura e questa è una di quelle occasioni. Vi aspettiamo numerosi, questo spettacolo ha un grande valore per la Misericordia e per San Miniato”.

“Ringrazio la Misericordia e la Fondazione CRSM per aver pensato e organizzato un evento così importante che coinvolge la comunità – dichiara il sindaco Simone Giglioli -. La Misericordia è un’associazione indispensabile per la nostra società, un pilastro fondamentale per tutto la tenuta del nostro tessuto sociale. Sono felice che, oltre alle numerose attività assistenziali e di aiuto, dia spazio ed importanza

anche alla cultura, promuovendo iniziative di questo calibro. Mi auguro che la Città risponda numerosa, con la consueta attenzione che San Miniato sa dare a questo tipo di iniziative”.

L’ingresso è su donazione minima di 10 euro, i posti sono limitati ed è possibile prenotare attraverso i canali social della Misericordia di San Miniato

Fonte: Comune di San Miniato - Ufficio stampa



Tutte le notizie di San Miniato

<< Indietro

torna a inizio pagina