Con 25 voti a favore (Pd e Italia Viva) e 11 contrari (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Movimento 5 stelle e gruppo Misto–Merito e Lealtà) il Consiglio regionale ha approvato la terza variazione al Bilancio di previsione finanziario 2024 -2026.
Respinto, invece, un ordine del giorno, primo firmatario Marco Stella (Forza Italia), che impegnava la Giunta regionale a riportare al loro livello originario le aliquote Irpef, aumentate con il Bilancio votato nel 2023 per finanziare la sanità toscana. Si sono espressi contro il Pd e Italia Viva e a favore Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Movimento 5 stelle e gruppo Misto-Merito e Lealtà.
Su invito di Gianni Anselmi (Pd), Marco Stella ha invece ritirato, per giungere a una mozione condivisa da tutti, un secondo ordine del giorno sul tema della continuità territoriale dell’arcipelago toscano e del trasporto agevolato. L’atto sarà portato alla discussione e al voto del prossimo Consiglio regionale.
La terza variazione al Bilancio di previsione 2024 – 2026 interviene pressoché in ambito sanitario e vale complessivamente oltre 72milioni, 70 dei quali dedicati alla Sanità. Così il presidente della commissione Affari istituzionali e Bilancio, Giacomo Bugliani (Pd), presentando in aula la proposta di legge.
Un provvedimento, come sottolineato nel corso dell’illustrazione, che modifica gli stanziamenti del Bilancio di previsione 2024-2026 e determina un incremento netto dei volumi complessivi dell’Entrata e della Spesa di 55milioni 454mila 370,76 nel 2024, 20milioni 712mila 434,75 nel 2025 e 8milioni 180mila 791,25 nel 2026. La variazione, come sopra ricordato, interviene quasi esclusivamente nel settore della sanità, recuperando risorse del bilancio ordinario per metterle a disposizione della spesa sanitaria determinando un contributo aggiuntivo a favore degli enti del Servizio sanitario regionale. In sintesi le risorse rese disponibili: 40milioni derivanti dall’adeguamento delle stime per l’anno 2024 del gettito tributario derivante dalla manovra fiscale sull’addizionale regionale IRPEF; 14,88 milioni per il 2024 e 20,71 milioni per il 2025 relativi a risorse libere regionali che vengono recuperate mediante la riduzione della quota regionale di cofinanziamento al PR FESR 2021-2027; 15milioni destinati al finanziamento aggiuntivo della spesa sanitaria corrente 2024 tramite l’utilizzo delle risorse accantonate sui fondi di riserva. Sempre in ambito sanitario, si segnala, inoltre, che, sulla base dei dati di pre chiusura del consolidato economico 2023 e degli esiti del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti ministeriali, è possibile procedere alla riduzione (pari a 19,14 milioni) delle risorse già stanziate nel bilancio per la copertura dello squilibrio derivante dal bilancio consolidato del SSR 2023, recuperandole a beneficio delle risorse correnti del fondo sanitario indistinto per l’anno 2024.
Per il presidente della Giunta, Eugenio Giani, siamo di fronte ad una “variazione che ha la finalità di assicurare la tenuta dei servizi in sanità”. Essendo cambiato il criterio di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, di conseguenza siamo dovuti intervenire sul nostro bilancio; ad oggi, allo stato attuale delle previsioni, con i 70 milioni della attuale variazione andiamo a garantire la quota di 330 milioni, che per gli uffici rappresentano la quadratura del cerchio. “Tutto, volutamente, per riconfermare il nostro impegno prioritario nella sanità – ha continuato Giani – e per essere di esempio per le altre Regioni e per lo stesso Governo, che potrebbe spostare alcuni finanziamenti da certi capitoli e dirottarli per servizi ai cittadini in ambito sanitario”. Secondo il presidente i numeri della sanità toscana parlano da soli: 56.750 dipendenti a tempo indeterminato; oltre 800 presidi sanitari; eccellenze come l’Ispro; un ospedale di Careggi al primo posto, come da statistica Agenas, con altri 4 ospedali della nostra regione nei primi venti.
“Da questi banchi daremo ovviamente una lettura diversa – ha esordito Elisa Tozzi (FdI) – questa continua rincorsa per raggiungere l’equilibrio in sanità ci preoccupa”. Secondo la consigliera, “non basta, ed è allo stesso modo svilente, ridurre la contrapposizione tra Regione e Governo nazionale; il tema vero è quello dei controlli, come prevede la stessa legge 40”. Da qui la necessità di mettere in campo un lavoro serio sul monitoraggio delle attività, sulla spesa farmaceutica, sulla responsabilizzazione delle direzioni generali delle aziende, e questo è “virtuosismo”. “Chiedo che si avvii una indagine conoscitiva e di verifica delle performance in sanità e soprattutto un controllo attento sulla spesa” ha ribadito con forza la consigliera.
Maurizio Sguanci (Iv) ha voluto invece ringraziare il presidente della Giunta, l’assessore alla sanità, la commissione, tutti coloro che lavorano per mantenere alto lo standard della sanità toscana, dove l’ospedale di Careggi primeggia a livello nazionale, seguito da altri 4 ospedali nei primi 20, ma dove si è anche dovuto far fronte al periodo della pandemia, all’aumento energetico e dei materiali. Il consigliere ha quindi concluso il proprio intervento con una proposta: “un aumento simbolico di 50 centesimi del ticket sanitario, una goccia nel mare da trasformare in servizi”.
Di “buon risultato, grazie ad una variazione di 70 milioni che va a coprire i 330 necessari per la sanità toscana” ha parlato anche Donatella Spadi (Pd), sottolineando come nella nostra Regione il bilancio in materia sanitaria sia importante, ma tutto si traduce in servizi e anche in extra Lea significativi, come gli screening sui neonati o le parrucche per donne affette da tumore. Sul fronte dei controlli, la consigliera ha spiegato che sulla spesa farmaceutica c’è un controllore nazionale che si chiama Aifa, e che comunque spesso i prezzi molto alti di alcuni medicinali sono legati a terapie per malattie rare; sui dispositivi medici, invece, non c’è controllo, e lì la questione, procedendo attraverso gare, è tutt’altra cosa.
Una richiesta ferma di messa a verbale è arrivata da Alessandro Capecchi (FdI): “come si può svolgere questo dibattito senza il presidente della Giunta regionale, senza l’assessore alla sanità, senza il presidente della commissione competente, ma soprattutto senza il dirigente responsabile che mi risulta impegnato a chiudere i conti?”. Tradotto: “il gioco delle tre carte impedisce ai consiglieri regionali di entrare nel merito e vorrei sapere se qualcuno potrà rispondere ai miei quesiti”, ha affermato il consigliere. Solo alcuni spunti: dei 240 milioni dell’aumento Irpef non tutti andranno in sanità; l’aumento tendenziale della spesa “grida vendetta”, da 200 milioni siamo oggi a 330; e secondo Capecchi non si tratta certamente di risorse disponibili per offrire servizi in più ai cittadini, se 200 mila toscani rinunciano a curarsi. “Non siete in grado di gestire la spesa e soprattutto non c’è volutamente trasparenza su alcune gestioni”, ha concluso con atti e documenti alla mano.
Di “prebende assicurate un po’ a pioggia”, come i 400 mila euro per ristrutturare la Villa medicea di Careggi, e di 70 milioni riallocati in sanità, senza specificare dove, ha parlato Andrea Ulmi (Gruppo misto – Merito e Lealtà). Maggiori risorse fanno sicuramente comodo, come sottolineato dal consigliere, ma “è necessario razionalizzare e cambiare paradigma”, per una sanità che può anche avere dei buoni numeri, ma che vede talvolta i cittadini lamentarsi per la carenza di medici di famiglia, per le lunghe liste di attesa o per l’ingolfamento dei pronto soccorso.
Secondo Giovanni Galli (Lega), la sanità toscana, pur tra le migliori d’Italia, presenta “uno squilibrio economico elevatissimo” anche a dispetto “dell’aumento dell’Irpef introdotto lo scorso anno. Si continua a dover immettere risorse e i conti definitivi li conosceremo solo a marzo del 2025”. Galli ha affermato che è “impossibile proseguire con interventi tamponi” e che per la sanità trovare “una soluzione strutturale”.
Il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), ha sottolineato che “nonostante le difficoltà finanziare dovute ai tagli nazionali e alle sfide che il sistema ci pone, la Toscana riesce a garantire la copertura per il funzionamento della sanità pubblica”. Ha poi ricordato che il rapporto tra spesa finanziata a livello nazionale e PIL non raggiunge il 6,5%, “che sarebbe la quota minima, ma ancora insufficiente, per far funzionare al meglio il sistema sanitario”. Al centrodestra ha chiesto di indicare “quali siano le inefficienze da tagliare per risistemare i conti”. Inoltre, ha aggiunto, “resta aperto il capitolo payback, dal quale potrebbero arrivare risorse aggiuntive”.
Marco Stella (Forza Italia), lamentando l’assenza della Giunta al dibattito, ha ricordato che il Governo nazionale “ha stanziato 2,5 miliardi aggiuntivi per finanziare il Sistema sanitario nazionale, ma la maggioranza, che ha sempre gestito la sanità in questa regione, continua a dare la colpa al governo e all’opposizione”. Poi ha ricordato: “Siete stati voi ad aumentare l’Irpef per sistemare i conti della sanità toscana, eppure non si è risolto nulla e gli indicatori delle prestazioni delle Asl sono tutti in negativo”. “Servono buone pratiche – ha concluso – e non solo il continuo aumento della spesa”.
“Chiedete di razionalizzare la spesa, ma siete voi dell’opposizione i primi a fare le barricate nei territori quando le razionalizzioni vengono proposte o messe in atte”, ha replicato Marco Niccolai (Pd). “Noi – ha aggiunto – non vogliamo tagliare le esenzioni o le agevolazioni che fasce della popolazione hanno il diritto di avere”, ricordando a questo proposito le spese per le parrucche oncologiche, il trasporto sanitario, le esenzioni per i disoccupati.
Marco Casucci (Lega) ha lamentato che “non è possibile conoscere in quali settori o prestazioni del servizio sanitario regionale siano state o vengano investite le continue risorse aggiuntive. Servono risposte chiaro, su questo, le si devono ai cittadini. Osservo che ci sono disservizi e quindi che le risorse vengono impiegate male”.
Per la capogruppo della Lega, Elena Meini, “il presidente Giani chiede il buon esempio al Governo, magari facendo tagli ai ministeri per finanziare la sanità, ma non propone nessun taglio agli assessorati regionali”. “Siamo orgogliosi del sistema sanitario regionale – ha aggiunto – ma non della sua organizzazione, dove si contano troppi primari, liste di attesa sempre più lunghe e prestazioni in ritardo” e ha sottolineato che dalla maggioranza, di fronte alla richiesta di nuove risorse per la sanità, “mi sarei aspettata una reazione indignata, visto che molti di loro lo scorso anno votarono con fatica l’aumento dell’Irpef”.
“Osservo che l’opposizione prova fastidio quando si canalizzano risorse verso la sanità pubblica”, ha osservato il capogruppo del Pd, Vincenzo Ceccarelli, che ha ricordato che non si può finanziare la sanità rimanendo sotto 7% del Pil. Ceccarellki ha poi rivendicato la scelta di mantenere le spese extra Lea (parrucche oncologiche, agevolazioni per disoccupati, il codice rosa, il trasporto sanitario, tra gli altri) “perché questi sono costi necessari”. Infine, ha contestato che gli indicatori dei livelli di prestazione “siano tutti negativi, anzi, per la stragrande maggioranza sono positivi”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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