Grazie al contributo dei fondi europei in particolare del FSE+ e FESR, ma anche dei programmi Interreg IT-Fr Marittimo, del FEASR e del FEAMPA, la Regione Toscana consolida l’impegno a sostegno della parità di genere, l’occupazione femminile, anche in forma imprenditoriale, e cerca di contrastare tutti quei pregiudizi che limitano la partecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, che possono contribuire ad una piena realizzazione del talento delle donne che è uno dei capisaldi delle politiche europee, un’Europa più equa pone infatti, le sue fondamenta su una società civile in cui la donna è al centro e può esprimere liberamente le sue potenzialità.
La giornata, promossa nell’ambito della Toscana delle Donne, è stata dedicata alle attività realizzate ed in fase di realizzazione grazie al contributo dei fondi europei, con al centro le relazioni delle Autorità di Gestione per regione Toscana dell’ FSE Elena Calistri, del FESR Angelita Luciani, del FEASR Sabina Borgogni, del FEAMPA Marco Ferretti e dell’Interreg Italia Francia Marittimo Filippo Giabbani.
Nel corso della mattinata ci sono stati anche approfondimenti tematici da parte di Irpet (Le laureate Stem in Toscana: scelte di studio e sbocchi professionali) e da parte della Fondazione Giacomo Brodolini (Genere e innovazione).
Uno dei temi cruciali per il cambiamento al fine di raggiungere una piena parità di genere è l’innovazione, intesa sia come rilevanza di attivare strumenti che favoriscano l’inserimento delle donne in settori in cui la componente femminile è ancora residuale, sia come promozione di strumenti innovativi che favoriscano la riduzione delle disuguaglianze e una maggiore inclusione sociale. Innovare significa sviluppare nuovi approcci e nuove idee ma anche avere la capacità di fare spazio a nuovi bisogni, nuove esigenze e nuove prospettive. In questo contesto il genere rappresenta un fattore chiave nel guidare l’innovazione sociale ed organizzativa.
La Regione Toscana da sempre all’avanguardia nel promuovere misure ed iniziative a sostegno dell’innovazione e dell’inclusione, con la programmazione europea in tutti i suoi ambiti rinnova la centralità del tema della promozione della parità di genere, destinando ad essa una quantità ingente di risorse. Si tratta di un segnale forte che la Regione Toscana intende dare alla società nel suo complesso e a tutti gli attori della vita economica e sociale: enti pubblici, imprese, parti sociali, organizzazioni sindacali e datoriali, enti bilaterali, sistema dei Centri per l’Impiego, con i quali si è aperta una grande stagione di impegno e di confronto per rendere gli interventi che messi in campo il più possibile aderenti alla realtà toscana.
"In questa legislatura abbiamo cercato di "indossare occhiali di genere" di farlo nelle scelte che investono tutti i settori, non pensando che basti un capitolo, quello delle pari opportunità, ma affrontando il tema in maniera trasversale - ha detto Alessandra Nardini assessora all’istruzione e alle pari opportunità - È quello che ha fatto la Regione Toscana, che ha deciso di indirizzare le sue scelte nel promuovere una reale, effettiva, parità di genere con misure finanziate dai fondi europei, che vedono anche un importante cofinanziamento da parte della Regione stessa. È stata una precisa scelta politica quella di investire di più in questo senso.
Penso, ad esempio, alle iniziative che abbiamo portato avanti grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo, che è il Fondo che come Assessorato ci vede maggiormente coinvolti. Ne voglio ricordare solo alcune: il rifinanziamento della legge 16/2009 "Cittadinanza di genere" (nel 2022 finanziamento di 800mila euro e adesso un bando triennale da 5.7 milioni euro) per la redazione di bilanci di genere e progetti di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado e nei nidi toscani; bando per sostenere progetti innovativi di welfare aziendale per conciliare meglio tempi di vita e di lavoro e favorire una più equa distribuzione del tempo di cura tra donne e uomini, pasaando dal concetto di conciliazione solo al femminile al concetto di condivisione; la destrutturazione degli stereotipi di genere e la promozione della cultura di parità come obiettivo trasversale all'interno delle linee guida dei Progetti Educativi Zonali; gli incentivi alle assunzioni di lavoratrici donne; una particolare attenzione nei percorsi di orientamento perché le scelte delle ragazze e dei ragazzi siano libere e consapevoli: non esistono scuole, percorsi universitari o formativi, lavori, da maschi e da femmine; borse studio universitarie maggiorate per le ragazze che scelgono percorsi universitari afferenti alle cosiddette materie STEM; il progetto Nidi Gratis, che ha prima di tutto una valenza educativa, garantisce che il nido sia un diritto di tutte le bambine e di tutti i bambini e non un privilegio per chi nasce in una famiglia che può permettersi di pagare una retta, ma in secondo luogo è anche uno strumento che consente alle giovani famiglie di poter conciliare tempi di vita e di lavoro, impedendo, in una società ancora oggi patriarcale, che una donna che sceglie di essere madre debba abbandonare il lavoro o ricorrere necessariamente ad un part time; percorsi di inserimento o reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza (3.5 milioni fino al 2026) o di tratta. Sono davvero orgogliosa di quello che abbiamo fatto in questi quattro anni anche se so che c'è ancora tanto fare. Abbiamo gettato tanti semi, con l'unico obiettivo di garantire, in ogni ambito, reali e piene pari opportunità."
Secondo Cristina Manetti, capo di Gabinetto in Regione Toscana e ideatrice de la Toscana delle donne: "Tanta parte delle politiche sulla parità di genere della Regione Toscana è finanziata grazie al supporto dei fondi europei. Faccio solo due esempi: gli asili nido gratis per circa 30 mila famiglie, esempio concreto di come possono essere indirizzati in maniera intelligente i fondi sociali europei. Ma ci sono anche bandi finalizzati ad esempio a indicare alle aziende come costruire politiche di welfare o per incentivare l'imprenditoria femminile nell’agricoltura. Tutto ciò per strutturare un sistema che sostenga le donne all'interno la nostra società, che permetta loro di superare tanti limiti, ormai strutturali, che noi dobbiamo scardinare. Così come dobbiamo lavorare su un cambio di passo culturale, sull'abbattimento di muri, di stereotipi. I fondi sociali europei sono davvero importanti poi per concretizzare quell'idea di Toscana che vogliamo: inclusiva, paritaria, a sostegno alle donne".
La Regione Toscana ha ricondotto tutto questo a uno specifico progetto del Programma di Sviluppo Regionale 2021-25, denominato ATI, il progetto per le donne in Toscana con cui ha inteso contribuire al rafforzamento delle politiche di genere con priorità da realizzare secondo un approccio globale e innovativo delle politiche pubbliche e finalizzato a promuovere, la partecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, che si articola in tre specifici obiettivi: favorire attivamente l’occupazione femminile sia sotto il profilo quantitativo che qualificativo; promuovere la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa; diffondere e sostenere la cultura delle pari opportunità.
I FONDI NEL DETTAGLIO
Il Fondo Sociale Europeo, la cui specifica vocazione è quella di sostenere e migliorare la vita delle persone, di rimuovere gli ostacoli che limitano la piena inclusione nella società, nel corso della programmazione 2021-27 ha destinato alla promozione della parità di genere, oltre 340 milioni di euro (+ 223 mln di euro rispetto alla programmazione FSE 2014-20) mettendo in campo interventi che agiscono su molteplici fronti, a partire dal sostegno all’istruzione femminile (con particolare riguardo alle materie STEM), all’occupazione femminile, sviluppando politiche e misure orientate non solo all’incremento quantitativo (più donne occupate), ma anche al mantenimento (occupazioni più stabili e carriere meno discontinue e frammentate) e al miglioramento della qualità dell’occupazione delle donne (più remunerata, flessibile negli orari etc) ma anche nuove organizzazioni del lavoro, l’incentivazione delle forme flessibili, le misure di welfare anche per le lavoratrici autonome. A questo si aggiunge il rafforzamento del sostegno alla frequenza dei servizi per l’infanzia, che oltre a costituire un tassello fondamentale di un percorso educativo di successo, offre alle donne e alle famiglie un aiuto concreto, con positive ricadute sul fronte della parità di genere e la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Un’attenzione particolare, all’interno delle politiche di promozione della parità di genere hanno inoltre la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e delle discriminazioni ad esso legate come le azioni culturali volte al superamento degli stereotipi di genere, a partire da percorsi nei percorsi scolatici di ogni ordine e grado.
Sono oltre 27 gli avvisi/procedure attivate/in corso di attivazione grazie al sostegno del PR FSE+ 2021-27, che hanno mobilitato risorse per oltre 117,7 mln di euro, di cui circa 17 a valere della Priorità 1.Occupazione; 18,9 mln di euro su Priorità Istruzione e formazione, 82,1 mln su Priorità III Inclusione Sociale. Il PR FSE promuove la parità di genere anche negli ambiti maggiormente innovativi, quali:
favorire l’accesso delle studentesse alle materie STEM;
creare opportunità per le giovani ricercatrici;
sostenere percorsi formativi in settori scientifici e tecnologici;
favorire l’emancipazione femminile e destrutturare gli stereotipi di genere;
facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro tramite la creazione di impresa, il lavoro autonomo, guardando alla transizione digitale ed ecologica.
Il PR FSE+ è anche promotore di processi di innovazione socioculturali, attraverso interventi tesi a diffondere la cultura e l’educazione alle differenze di genere, nelle scuole e nei contesti lavorativi, a combattere gli stereotipi di genere nelle nuove generazioni, a definire un sistema di gender mainstreaming, come a sperimentare modelli innovativi di welfare aziendale o di percorsi integrati di inserimento lavorativo di donne vittime di violenza.
Agli obiettivi del progetto ATI concorrono anche gli interventi volti alla creazione di impresa femminile o all’autoimpiego, sostenute in particolare dai programmi FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), e FEASR (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale).
Il tema dell’innovazione, è da sempre centrale per il programma FESR ,che nel corso delle programmazioni ha saputo declinarsi al femminile, promuovendo la parità di genere e massimizzando il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale della Toscana mediante il sostegno alla creazione d’impresa, alla ricerca, alla digitalizzazione dei servizi per una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ai processi di rigenerazione urbana ed innovazione locale e investimenti in aree interne orientati anche alla prospettiva di genere. L’occupazione femminile è altresì sostenuta attraverso la previsione di premialità specifiche all’interno degli avvisi pubblici. Al 31 ottobre risultano essere 111 le imprese femminili che hanno beneficiato di opportunità del FESR 2021-27 (avviso Impresa Digitale, avviso Ricerca e Sviluppo, avviso internazionalizzazione) per contributi concessi per quasi 6 mln di euro a fronte di investimenti ammessi superiori a 10 mln di euro.
Nell’ambito dei programmi FEAMPA (Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacultura) e Interreg Italia Francia Marittimo, sono stati finanziati specifici progetti con lo scopo di promuovere e valorizzare rispettivamente il ruolo delle donne che lavorano nel settore della pesca e dell’acquacoltura con l’obiettivo generale di migliorare la qualità di vita e di lavoro delle donne, di sostenere la parità di genere e riconoscere l’alto valore aggiunto apportato dalla figura femminile nel settore ittico e rafforzare il mercato del lavoro transfrontaliero con particolare riguardo all’occupazione femminile e alla creazione di attività economicamente sostenibili per le donne vittime di violenza di genere. Questa iniziativa è sostenuta con fondi europei.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa
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