Beni confiscati, da Anci si parla dell'esempio di Montopoli

Dai beni confiscati ai beni comuni. Oggi la sindaca Linda Vanni ha portato l’esperienza del Comune di Montopoli in Val d’Arno all’iniziativa di Anci Toscana dedicato ai beni confiscati alle mafie che si è tenuta a Terranuova Bracciolini. Un momento per parlare di lotta alle criminalità organizzata e del percorso che si avvia quando sul territorio c’è un bene confiscato da restituire alla comunità.
Dall’imbarazzo che accompagna la scoperta da parte delle amministrazioni di avere sul proprio territorio una presenza malavitosa fino alla progettualità intorno al bene e alle difficoltà nel reperire le risorse per poter riutilizzare gli immobili. L’esperienza di Montopoli è stata raccontata all’interno di un tavolo dedicato alle buone pratiche e ai progetti in corso. Un dialogo coordinato da Andrea Bigalli, presidente dell’Osservatorio Regionale per la Legalità, e che ha visto partecipare Antonio Tozzi del Centro Don Milani di Bagheria, Chiara Sponza per Villa Celestina - Libera Bologna, Linda Vanni Sindaca di Montopoli V. Arno, Sara D’Ambrosio Sindaca di Altopascio e Piero Giunti Sindaco di Reggello.
Il bene di Montopoli è uno degli oltre 500 beni sottratti alle mafie nella sola regione Toscana.
«Grazie ad Anci per l’invito e al sindaco di Terranuova Sergio Chienni – ha detto la sindaca Vanni –. A Montopoli nel 2015 abbiamo scoperto di avere sul nostro territorio la casa di un mafioso che qui viveva con la sua famiglia. Abbiamo fatto il sopralluogo e deciso di accettare quella sfida. Grazie al grande lavoro degli uffici comunali, al supporto di Avviso Pubblico e di Libera siamo riusciti in poco tempo a fare i primi interventi di riqualificazione e a destinarlo a centro antiviolenza. La difficoltà è stata il reperimento dei fondi per la ristrutturazione del bene, lavori possibili grazie ai due contributi regionali di 183 mila e
194 mila euro. Attualmente sono stati assegnati i lavori per il rifacimento del tetto mentre lo scorso marzo è stato pubblicato un avviso pubblico per la gestione del bene. Appena i lavori saranno conclusi sarà un immobile completamente restituito alla comunità, un luogo simbolo di violenza che diventa luogo di rinascita di uscita dalla violenza. Per questo motivo questo è il mio luogo del cuore di Montopoli e il luogo del cuore di un’intera collettività».

Fonte: Ufficio stampa

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