Ripensare e pianificare gli spazi pubblici, dalle grandi città ai piccoli borghi, nell’ottica delle pari opportunità, per costruire territori più inclusivi, sicuri e fruibili da tutti in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
La Toscana delle donne esplora anche il tema dell’urbanistica di genere nel convegno “Di pari passo: città inclusive a misura di donna”, ospitato questa mattina nella Sala Esposizioni di Palazzo Strozzi Sacrati in piazza Duomo.
I lavori sono stati aperti dal presidente Eugenio Giani mentre alla capo di gabinetto Cristina Manetti, ideatrice de La Toscana delle Donne, sono state affidate le conclusioni. Il coordinamento dell’evento è stato gestito da Francesca Basanieri, presidente della Commissione regionale Pari opportunità. Nella prima parte del convegno sono intervenuti Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana; Alessandro Giovannelli, presidente della Fondazione Alessia Ballini; Sara Di Maio, di Anci Toscana e sindaca di Barberino di Mugello; Eleonora Petracci, di UPI Toscana e consigliera della Provincia di Massa-Carrara.
“L’obiettivo – ha detto il presidente Giani in apertura- è offrire, nei piani urbanistici, misure inclusive per favorire i servizi e il ruolo della donna. Ad esempio prevedere asili nido in maniera da aumentare la percentuale dei bambini che possono frequentarli. L’asilo nido è sicuramente un servizio che rende inclusivo il rapporto della donna con la comunità. Dobbiamo pensare a tutte quelle misure – ha proseguito- che favoriscono la qualità della vita a cui una donna aspira all'interno della città, che si allineano alla sua sensibilità. Vogliamo che la settimana della Toscana delle donne sia un impegno, non solo alla lotta della violenza di genere, ma anche alla costruzione di una comunità sempre più inclusiva”
“E’ stato importante – ha spiegato Cristina Manetti- organizzare insieme alla commissione Pari opportunità del Consiglio regionale, questo focus sulle città a misura di donna. Un confronto costruttivo, quello di stamani, che ci aiuta a cambiare prospettiva e a pensare le nostre città, i nostri quartieri come luoghi che possano diventare più accoglienti anche per le donne. La pianificazione e l'urbanistica inclusiva diventano quindi cruciali nel realizzare città più sicure per le donne, partendo dalla stessa illuminazione, dalla collocazione delle vie, delle strade da pensare, quindi non solo per la viabilità. Gli occhiali di genere ci aiutano a vedere questi aspetti."
Manetti ha ringraziato le tante persone che si dedicano a questo e che ne hanno fatto un lavoro come anche le architette presenti. "Un argomento diverso rispetto agli altri che abbiamo affrontato questa settimana- ha concluso Manetti-, molto importante per il nostro futuro e che contribuisce a quello che è un po’ l’obiettivo del festival La Toscana delle Donne: promuovere e stimolare un cambiamento culturale. Se non si fa un percorso di affermazione dei diritti della donna in tutte le sue forme – ha concluso Manetti- non possiamo contrastare fino in fondo la violenza di genere. Da qui l’importanza del lavoro sui giovani, nelle scuole”. E Manetti cita anche i progetti pilota della Regione Toscana fra cui anche La Toscana delle Donne, e che ruotano intorno al tema della parità di genere: il codice rosa, gli asili nido gratis, la legge quadro alla quale la Capo di gabinetto sta lavorando insieme al presidente Giani e in cui verrà inserito anche il tema dell’urbanistica di genere
Il programma è stato strutturato in tre sessioni, per affrontare a tuttotondo il tema dell’urbanistica di genere. Il primo aspetto: "realizzare" una città a misura di donna, con il punto di vista delle istituzioni, in particolare delle amministratrici pubbliche. Quindi l’esperienza di chi vive tutti i giorni la città, con la testimonianza di un ex capo dei vigili urbani e con il racconto della vita di un piccolo borgo e della sua cooperativa di comunità, e l’importanza del presidio dei beni comuni e la partecipazione attiva delle comunità. Il terzo punto: la pianificazione e la proiezione verso una città del futuro a misura di donna, con i contributi di figure esperte del mondo accademico e delle professioni.
Sono intervenute al convegno a portare la loro esperienza Caterina Biti, assessora all’Urbanistica del Comune di Firenze; Michela Chiti, responsabile Ufficio pianificazione della Provincia di Livorno; Sonia Luca, assessora alle Politiche abitative e alle Pari opportunità del Comune di Pontedera; Annalisa Maritan, docente in materia di sicurezza urbana nella Scuola Interregionale di Polizia Locale, già Comandante della polizia locale del Comune di Livorno; Stefania Cassani, presidente della Cooperativa di Comunità Il Borgo a Montelaterone; Rossana Caselli, di Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà; Daniela Poli, docente del dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, Camilla Perrone, esperta di politiche urbane, docente del dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze; Pamela Panico architetta e coordinatrice commissione Pari Opportunità dell'Ordine degli Architetti di Firenze e Isabella Bacci, architetta e consigliera Commissione Pari Opportunità dell'Ordine degli Architetti di Firenze e Rappresentanti di “Insieme per le professioni”.
Da segnalare la relazione di apertura dei lavori di Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, architette ricercatrici indipendenti presso Sex & the City APS, studiose del tema e autrici di un podcast su Radio 24. L’analisi delle due professioniste si basa su una mappatura delle città relativa alla vita quotidiana del mondo femminile e delle minoranze di genere, sottolineando il ruolo della pianificazione urbana nell’affrontare il tema della paura che le donne provano nell’attraversare la città. Andreola e Muzzonigro hanno focalizzato quindi il concetto di gender mainstreaming, approccio strategico alle politiche con l’obiettivo di raggiungere uguaglianza di opportunità tra donne e uomini in ogni ambito della società.
“Quest'anno nell'evento Di Pari Passo – ha aggiunto Francesca Basanieri, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità - costruito assieme a Fondazione Ballini Anci Toscana e UPI Toscana abbiamo deciso di porre l'accento sull’urbanistica di genere. Diciamo spesso che per costruire pari diritti per le donne è necessario pensare le politiche pubbliche sempre in un’ottica di genere, ovvero ragionare su come realizzare servizi e percorsi a cui donne e uomini possano accedere e fruire nello stesso modo. Più raramente si parla di dove questi servizi sono collocati all'interno delle città o dei paesi, se, ad esempio, sono accessibili in termini di trasporti e orari. Ripensare le città e i borghi toscani in ottica di genere significa costruire territori con maggiori opportunità per tutte e tutti dove è possibile conciliare vita lavorativa e familiare, dove i servizi sono facilmente raggiungibili e con orari ampi, i trasporti adeguati alle esigenze delle famiglie e le strade sicure.
In Toscana ci sono già delle buone pratiche, sia di città che di piccoli comuni, che possono essere di esempio. Il nostro obiettivo è approfondire questi argomenti con ospiti di grande spessore e anche aiutare i comuni a ripensare i propri spazi costruendo comunità più inclusive e capaci di "rendere facile" la vita dei propri cittadini almeno rispetto ai servizi e ai luoghi pubblici”.
“Il compito della politica – ha aggiunto l’assessora all’urbanistica del Comune di Firenze Caterina Biti- è avere una visione del futuro e mettere in campo le scelte amministrative perché quella visione si possa concretizzare. Con l’urbanistica si può intervenire direttamente sulla città. In questo lavoro di costruzione e trasformazione penso sia necessario lo sguardo attento e aperto delle donne e che sia fondamentale lavorare insieme con gli uomini per avere una città davvero accessibile e che risponde alle esigenze di tu
“Il nostro obiettivo – ha spiegato Antonio Mazzeo- è arrivare un giorno a fare in modo che non debba più essere necessario accendere i riflettori su questo tema per garantire diritti ed opportunità perché tutto questo sarà considerato la normalità e non l'eccezionalità.
Da queste considerazioni deriva prima di tutto l’importanza che la pianificazione urbanistica sia orientata a garantire spazi urbani e tempi della città rispettosi della differenza di genere. Una città a misura di donna, più inclusiva e accogliente per tutti.
La Toscana da questo punto di vista ha saputo negli anni rappresentare una posizione avanzata nel quadro nazionale e deve continuare ad esserlo. La formazione di una cultura amministrativa che renda possibile questo avanzamento di civiltà è il presupposto di ogni intervento.
Proprio per questo il Consiglio regionale ha istituito la fondazione per la formazione politica e istituzionale Alessia Ballini, strumento vocato alla formazione delle giovani amministratrici e dei giovani amministratori”.
“L’effettiva parità di genere – ha spiegato Alessandro Giovannelli, presidente della Fondazione Alessia Ballini ci sarà quando non solo gli stipendi, non solo i diritti, non solo le opportunità, non solo i tempi e i carichi di lavoro saranno finalmente gli stessi, ma anche quando le città nelle quali viviamo saranno a misura delle esigenze delle donne, dei loro orari, delle loro richieste, delle loro libertà”.
Per Sara Di Maio, ANCI Toscana e Sindaca di Barberino di Mugello “Parità di genere ed inclusione passano anche da come si pensa e si costruisce una città, che deve essere a servizio delle necessità di una mobilità non lineare, di maggiore sicurezza, di accessibilità ai servizi, non trascurando la bellezza nel suo senso più pieno e profondo. Dobbiamo pensare a città inclusive, non solo a misura di donna, ma a misura di tutte e tutti”.
“Un approccio di genere all'urbanistica – ha spiegato ancora Eleonora Petracci, UPI Toscana e Consigliera della Provincia di Massa-Carrara - è sicuramente un passo avanti e può avere un forte impatto sulle politiche pubbliche orientate alla promozione e all'uguaglianza di genere. Si tratta di un contributo fondamentale verso quel cambiamento culturale che la politica può e deve realizzare nel nostro Paese”
Fonte: Toscana Notizie
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