Attivo Cgil Empolese Valdelsa, il segretario regionale Rossi: "Dati economici da propaganda di regime, gente si rivolti"

Si è parlato anche di temi locali, dai 2000 cassa integrati del sistema moda alla riqualificazione del Terrafino fino al referendum e agli incidenti sul lavoro


Si è tenuto stamani al Circolo di Avane l'attivo di zona della CGIL Empolese Valdelsa in preparazione dello sciopero generale previsto per il 29 novembre contro le politiche del Governo Meloni. Presenti all'assemblea 150 delegate e delegati in rappresentanza di ventimila lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Presente anche Rossano Rossi, Segretario Generale CGIL Toscana. Durante l'attivo tante le voci che si sono alternate, dal settore della moda, all'agroindustria, dalla scuola agli appalti, dai pensionati alla metalmeccanica.

Tra i tanti temi discussi all'assemblea, di respiro nazionale e locale: si sono affrontate anche problematiche legate al nostro territorio tra cui l'accorpamento dell'istituto Gonnelli a Gambassi (qui il focus), la crisi del settore della moda e le proposte di riqualificazione della zona del terrafino.

Stangata di Rossi al governo

In merito alla Legge di Bilancio, Rossi critica aspramente il Governo Meloni, accusandolo di portare avanti una narrazione da "propaganda di regime a cui manca solo la sigla Istituto Luce": "Si è detto che in questo paese va tutto bene che ci sono occupati, che il lavoro abbonda, che non c'è crisi e non c'è miseria, che l'Italia è locomotiva d'Europa. I dati dicono ben altro. Secondo i dati Caritas una famiglia su 10 è in povertà assoluta, un minore su 5 è in povertà assoluta, abbiamo il salario più basso d'Europa".

La situazione anche in Toscana sarebbe preoccupante: "Nella nostra Regione le ore di cassa integrazione sono in aumento, il 60% delle persone guadagna 15mila euro lordi all'anno, meno di mille euro al mese. Ormai si è poveri anche lavorando. Serviva una finanziaria che desse delle risposte a queste persone. Attraverso sovvenzioni per il rinnovo dei contratti o investimenti in sanità. Ma il Governo sembra rispondere non tanto alla classi più deboli, ma a chi lo ha votato, a chi fa regalie come la riforma fiscale per cui un libero professionista che guadagna 100mila euro l'anno paga il 15% di tasse mentre un operaio da 15mila euro l'anno ne paga il 27%"

Rossi non usa mezze misure: "Landini fa bene a parlare di rivolta sociale, è giusto che la gente si rivolti, riempia le piazze. Serve una mobilitazione contro un Governo che racconta falsità per far credere che vada tutto bene. In realtà le ore lavorate sono diminuite, la precarietà continua ad essere una piaga e il Governo ha peggiorato la situazione, i salari sono sempre più poveri mangiati dall'inflazione, le pensioni un bancomat per fare cassa". Rossi conclude l'intervento invitando a partecipare alla manifestazione del 29 novembre.

Crisi settore moda: sul territorio oltre 2000 casse integrazione

Il settore della moda sta attraversando una fase di grande difficoltà anche a livello locale. Nel cosiddetto "polo del lusso", che comprende Scandicci e l'Empolese Valdelsa, sono migliaia i lavoratori occupati. Solo nell'Empolese Valdelsa si contano circa 2.000 dipendenti in cassa integrazione.

Sergio Luschi, della CGIL, critica le scelte del Governo definendole "insufficienti" per affrontare questa crisi. "Ci si è limitati a prorogare di altre otto settimane l'erogazione della cassa integrazione del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l'Artigianato (FSBA), utilizzabile peraltro solo entro il mese di dicembre," ha commentato.

È stato aperto un tavolo con l'Unità di crisi della Regione Toscana per contrastare la crisi con priorità quella di tenere agganciati i lavoratori al loro posto di lavoro attraverso politiche industriali efficaci. Anche le aziende della Zona del Cuoio, a cui solitamente non era necessaria l'attivazione della cassa integrazione, la stanno ora richiedendo in massa, il segnale di una crisi profonda.

Situazione sugli appalti e sul lavoro precario

All'attivo si è parlato anche di lavoro povero e precario delle cooperative sociali e di appalti. Vissia Bonagura, della CGIL chiede alle amministrazioni "di aprire un confronto per costruire alternative alla privatizzazioni dei servizi. Impossibile vivere con i bassissimi stipendi del terzo settore che non consentono alle famiglie di vivere con dignità". Tra le richieste, quella di rendere più equi gli stipendi delle cooperative sociali e di adottare misure più adeguate in materia di lavoro: "Speriamo che le nostre voci vengano ascoltate e che gli venga dato un volto perché non rimangano solo dei nomi e cognomi".

Riqualificazione del terrafino

A proposito di riqualificazione produttiva del territorio, si è parlato di interventi strutturali nelle aree industriali, prima fra tutte la zona del Terrafino. La CGIL propone di valorizzare la zona facendolo diventare un polo attrattore per nuovi insediamenti e investimenti produttivi e direzionali.

Gianluca Lacoppola, coordinatore CGIL Empolese Valdelsa, che si era già espresso sulla necessità di una riqualificazione del polo industriale e manufatturiero empolese, parla di portare al Terrafino servizi intraziendali degni del XXI secolo.

Locoppola evidenzia come le proposte in materia di sicurezza sul lavoro siano ancora ferme a 50 anni fa, e propone il miglioramento dell'illuminazione e delle infrastrutture stradali.

Tra le idee avanzate, c'è la creazione di una comunità energetica nell'area, che consentirebbe alle aziende di ridurre i costi e offrirebbe ai lavoratori e ai cittadini la possibilità di usufruire di energia condivisa.

In agenda anche la proposta di collegare l'area alla rete dei trasporti pubblici e realizzare una pista ciclabile, per garantire un accesso più agevole anche a chi non dispone di un mezzo proprio.

"Investire sulla riqualificazione del Terrafino" spiega Locoppola, "significa attrarre la fascia alta di produzione, l'unico modo con cui possiamo tutelare la forza lavorativa e combattere l'illegalità delle produzioni di bassa qualità".

Referendum lavoro, "Se vinciamo una scossa importante"

Non poteva mancare un accenno al referendum sul lavoro, previsto per il 2025. La Cgil è attualmente occupata nella mobilitazione in vista del 29 novembre, ma la testa è già anche al referendum. Rossi parla di "leggi fatte a spregio del lavoro e dei lavoratori, senza effetto sull'occupazione" e di una consultazione popolare che può essere decisiva: "È importante vincere il referendum e arrivare al quorum del 50+1. Se vinceremo con un bel risultato daremo una scossa importante".

Per contrastare l'attuale situazione di precariato, la CGIL chiede che vengano emanate leggi appropriate e risorse per il rinnovo dei contratti così da non costringere le lavoratrici e i lavoratori, portati alla disperazione, ad accettare il "lavoro 'purchessia', che è l'anticamera degli incidenti mortali": "Si devono fare leggi appropriate, non patenti a punti dove attraverso due corsi leggerini si possono recuperare punti. Come se la vita delle persone fosse paragonabile ad una patente. Ci vogliono da una parte leggi appropriate, dall'altra una rivalutazione del lavoro: quando abbassi i salari e aumenti la povertà costringi le persone per portare il pane in tavola ad accettare il lavoro 'purchessia', che è l'anticamera degli incedenti mortali"

 

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