Capolavoro della letteratura del Novecento, ironico e complesso, La coscienza di Zeno di Italo Svevo ha celebrato i cent’anni dalla pubblicazione. Il regista Paolo Valerio lo porta in scena al Teatro Era di Pontedera mercoledì 20 e giovedì 21 novembre. Alessandro Haber protagonista
La coscienza di Zeno di Italo Svevo è stata sempre interpretata da grandi attori, come Renzo Montagnani, Giulio Bosetti, Giuseppe Pambieri, Alberto Lionello, che fu anche protagonista dello sceneggiato Rai e, nella successiva edizione televisiva, Johnny Dorelli.
Nell’allestimento a firma di Paolo Valerio, al Teatro Era di Pontedera il 20 e 21 novembre, Zeno Cosini ha il volto di Alessandro Haber, un attore dal carisma potente e dall’istinto scenico assolutamente personale.
Ad Haber è affidato il compito di coniugare la profondità e l’ironia surreale del protagonista, tratteggiandone la complessità e la fragilità, il senso d’inadeguatezza e i successi, l’autoassoluzione e i sensi di colpa, la nevrosi e quell’incapacità di sentirsi “in sintonia” con la società, che lo portano sul lettino del Dottor S. e alla scrittura del diario psicanalitico. Aspetti che si rispecchiano nelle contraddizioni dell’uomo contemporaneo, e lo rendono un personaggio così attuale e teatrale nella sua surrealtà, nei suoi divertenti lapsus e ostinazioni, nelle sue intuizioni che ancora ci scuotono.
Paolo Valerio concretizza sulla scena la fascinazione dell’analisi che il protagonista fa della propria esistenza e del suo mondo interiore, sdoppiando il personaggio di Zeno e rendendo in questo modo quasi tangibile il dialogo che ha con sé stesso, il confronto con la sua “coscienza”, lo sguardo partecipe e allo stesso tempo scettico che pone sui ricordi e gli eventi della sua vita.
La pièce, dunque, restituisce l’affascinante complessità del contesto in cui Svevo concepisce e ambienta il romanzo, e ne illumina i nodi fondamentali e antesignani attraverso l’inedito adattamento nato dalla collaborazione fra Paolo Valerio e Monica Codena. Lo spettacolo, poi, scaturisce dal lavoro di una compagnia meticolosamente orchestrata – la compongono, oltre ad Alessandro Haber, Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo – e dall’intrecciarsi di dimensioni e linguaggi scenici. Con Paolo Valerio collaborano Marta Crisolini Malatesta per le scene e i costumi, Gigi Saccomandi per le luci, Oragravity per le musiche, Alessandro Papa per i video. Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production.
Note di regia di Paolo Valerio. Come scrive Giorgio Strehler, La coscienza di Zeno è «una pietra nel cuore di tutti i triestini» e per me è una sfida davvero particolare.
Ho affrontato questo lavoro privilegiando fortemente la narrazione di Svevo: ho voluto racchiudere in questa esperienza teatrale alcune pagine che trovo straordinarie, indimenticabili, costruendo un altro Zeno accanto all’Io narrante. Quindi Zeno – interpretato da Alessandro Haber – si racconta e si rivive attraverso il corpo di un altro attore.
Zeno ci rivela l’inciampo, l’umanità… E anche il personaggio di Alessandro Haber s’intreccia a questa inettitudine e talvolta, durante lo spettacolo, si sovrappone l’uomo all’attore, per sottolineare “l’originalità della vita”. Zeno ci appartiene, racconta di noi, della nostra fragilità, della nostra ingannevole coscienza, della voce che ci parla e che nessuno sente e che ci suggerisce la vita. Attraverso l’occhio scrutatore del Dottor S. ho cercato di restituire la dimensione surreale, ironica e talvolta bugiarda di Zeno, immersa nell’atmosfera della sua Trieste e di tutti gli straordinari personaggi che la vivono.
Un immaginario il cui respiro cerebrale dialoga con il mondo dell’arte, con la psicoanalisi e dove ho cercato di rendere con forza la dialettica fra “esterno e interno” nella spietata analisi che Zeno fa della propria esistenza, lasciando costantemente aperta una finestra sul proprio mondo interiore.
Grazie a tutti gli attori, ai collaboratori e grazie alla passione di Alessandro Haber, il nostro spettacolo vorrebbe essere proprio così, come dice Zeno Cosini: «La vita non è né bella né brutta, ma è originale. La vita mi pareva tanto nuova come se l’avessi vista per la prima volta con i suoi corpi gassosi fluidi e solidi. Se la raccontassimo a qualcuno che non ci fosse abituato rimarrebbe senza fiato dinanzi all’enorme costruzione priva di scopo. Mi avrebbe domandato: ma come l’avete sopportata? E dopo essersi informato di ogni singolo dettaglio, da quei corpi celesti appesi lassù perché si vedano ma non si tocchino, fino al mistero che circonda la morte, avrebbe certamente esclamato: Molto originale!»
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