“Abbiamo il dovere di definire nei tempi più brevi una legge che ci consenta di governare il processo di conversione energetica in atto, per colmare il grave ritardo accumulato in questi anni dal Governo nazionale e contemperare tutti i legittimi interessi in gioco. Dobbiamo promuovere lo sviluppo delle rinnovabili senza timore nella consapevolezza della loro centralità rispetto alla sfida imposta dai cambiamenti climatici, ma al contempo farlo assicurando la tutela dello straordinario paesaggio toscano che rappresenta un valore inestimabile da proteggere e valorizzare. Servono ambizione ed equilibrio, consapevoli che senza la conversione energetica la Toscana che conosciamo sarà compromessa dagli effetti devastanti della crisi climatica”.
A dirlo l’assessora all’ambiente, economia circolare Monia Monni dopo la riunione online con le Province e 218 Comuni toscani. Obiettivo dell’incontro organizzato dalla Regione Toscana era la redazione della proposta di legge che andrà a definire le aree idonee ad accogliere impianti di energia rinnovabile.
“Il Governo – ha ricordato Monni – ha fissato una quota di potenza aggiuntiva di rinnovabili da installare dal 2020 al 2030 di +4,2 GW, senza condividere i criteri con cui è giunto a questa scelta. Ha tenuto ferma la pianificazione territoriale ritardando di due anni l’uscita dei necessari provvedimenti normativi, che solo a luglio scorso sono stati pubblicati. Il Governo ha poi imposto alle Regioni un tempo brevissimo, solo 180 giorni, per definire una complessa legge di governance della conversione energetica dei nostri territori. Nonostante ciò, la Toscana non intende sottrarsi a quegli obiettivi e rispetterà i tempi assegnati per definire la legge, senza chiedere alcuna proroga”.
L’assessora all’ambiente ha ricordato la decisione della Giunta di agosto scorso con cui è stato avviato dalla Regione Toscana il lavoro di definizione della proposta di legge: “Abbiamo subito avviato un percorso ampio e condiviso di ascolto e partecipazione, chiarendo fin da principio che avremmo tenuto fede a quella stessa richiesta che avevamo avanzato invano al Governo Meloni: si pianifica sulle rinnovabili insieme agli enti locali e al territorio perché nessuna scelta di portata generale è in grado di leggere le specifiche particolarità di un territorio”.
L’assessora ha poi illustrato ai Comuni e alle Province il perimetro assegnato alla legge regionale dalla normativa nazionale di riferimento. “Dobbiamo essere chiari - ha puntualizzato - sulla portata della norma che non è elemento di scelta discrezionale del legislatore regionale. Definire un’area idonea non significa consentire d’emblée l’installazione di impianti di energia rinnovabile, bensì garantire procedimenti amministrativi più speditivi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni. Al contempo identificare un’area come non idonea non equivale a porre un divieto assoluto alla realizzazione di impianti, bensì mette in evidenza una valutazione di incompatibilità ex ante compiuta dalle amministrazioni del territorio. Infine, per quanto riguarda le aree cosiddette ordinarie esse identificano porzioni di territorio in cui non è stata compiuta né una valutazione pregiudiziale all’installazione di impianti di energia rinnovabile né vengono consentite procedure semplificate per le autorizzazioni a cui poter accedere”.
“La legge regionale definirà queste aree, lasciando però agli enti locali la possibilità di modificarle in funzione di esigenze specifiche del territorio. Beninteso però che ad ognuno sarà assegnato un obiettivo di potenza aggiuntiva da installare al 2030 cui non potrà venire meno e che per estensione guardano già ai più ambiziosi target da perseguire al 2050, in linea con l’obiettivo di completa decarbonizzazione della Toscana”.
Monni sul punto della ripartizione degli obiettivi alle Province e ai Comuni ha inoltre chiarito che “ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte nel processo di conversione energetica in atto perché si tratta di una sfida epocale cui nessun territorio può sottrarsi. La capacità di rispondere oggi ai cambiamenti climatici in atto sarà lo strumento con cui la classe dirigente di questo tempo verrà valutata dalle cittadine e dai cittadini”.
Monni ha poi toccato alcuni punti specifici della proposta di legge ma che riguardano aspetti di fondamentale interesse, come sui temi dei cosiddetti impianti agrivoltaici ed eolici.
“Sul tema agrivoltaico - ha precisato Monni - la discussione è in corso, ma vogliamo trovare lo strumento giusto che valorizzi particolarmente quelle proposte progettuali di qualità che intersecano l’installazione di impianti di energia rinnovabile con il consolidamento dell’attività agricola e che eviti taluni fenomeni speculativi che comunque si sono registrati in questi anni sulla base delle “leggere” norme nazionali che hanno sino a qui regolato la materia”.
“Sul fronte eolico continuo a ritenerla una tecnologia importante e centrale nel processo di conversione energetica e il cui contributo nel più ampio processo di decarbonizzazione sarà decisivo, ma al contempo la complessità tecnica di queste installazioni richiede la dovuta attenzione nei processi di valutazione ed autorizzazione. Ritengo che debbano andare avanti quelle proposte di valore nonché di assoluta qualità progettuale, come quella di Monte Giogo Villore. Al contempo ritengo che la Toscana possa e debba giocare una partita importante anche sull’eolico off shore, che può anch’esso rappresentare uno strumento decisivo per centrare i target più ambiziosi. Sull’eolico vogliamo quindi proseguire in questa strada di chiarezza e linearità: nessuna pregiudiziale, riconoscimento del ruolo strategico nel percorso di conversione ma senza consentire iter valutativi e autorizzativi semplificati”.
Monni ha concluso ricordando i prossimi passaggi previsti nel percorso di definizione della legge: “Abbiamo scelto fin da subito di inserire i rappresentanti dei Comuni e delle Province, tramite Anci e Upi, all’interno del gruppo di lavoro tecnico che sta predisponendo la norma e credo fermamente che il percorso di ascolto e partecipazione fosse necessario per la portata della norma che stiamo definendo. Adesso continuerò ascoltando le associazioni ambientaliste, quelle di categoria e le organizzazioni sindacali per portare a fattore comune proposte meritevoli che possono migliorare ulteriormente il testo normativo. Parallelamente è stato avviato dalla Seconda e Quarta Commissione del Consiglio regionale un’ulteriore importante fase di ascolto e partecipazione, cui ho volentieri preso parte e di cui ringrazio i Presidenti per l’invito, che certamente contribuirà ad arricchire il lavoro che come Giunta a breve consegneremo al Consiglio per dotare la Toscana di un adeguato strumento di governance”.
Fonte: Toscana Notizie
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