Vanno avanti le indagini di polizia e carabinieri dopo il furto nella notte tra il 6 e il 7 novembre nella ditta "Scatragli" di Alberoro a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, basate sulla raccolta di elementi da parte della polizia scientifica e sull'esame delle telecamere. Un'organizzazione quella della banda, di almeno sette uomini, tra visori laser, tute per agire in fretta e non essere riconosciuti e mezzi messi di traverso per sbarrare le strade e isolare l'assalto, definita anche dagli esperti paramilitare. Modus operandi che si è replicato in molti degli altri furti, almeno 21, messi a segno in dieci mesi ai danni di ditte del distretto industriale orafo. Ma anche in altre zone della Toscana, come tra Comprensorio del cuoio ed Empolese Valdelsa, con due furti avvenuti con modalità simili nell'ultimo mese.
Nell'Aretino solitamente l'obiettivo primario dei colpi è l'oro, ma adesso anche l'argento. Preoccupazione tra gli imprenditori, "ogni sera chiudiamo le nostre aziende con il patema d'animo" ha detto la presidente della consulta orafa della Camera di Commercio di Arezzo Giordana Giordini, commentando anche la notizia dell'arrivo di ulteriori agenti alla Questura di Arezzo, circa 15, come "una prima risposta".
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