L'Italia ripudi la guerra e rimanga indivisibile e solidale, l'appello ANPI per il 4 novembre

Come ogni anno, anche in questo 4 novembre, “Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, l’ANPI, Associazione Combattentistica e d'Arma, ha partecipato con il proprio labaro alla consueta cerimonia istituzionale organizzata dalla Prefettura di Pistoia in piazza San Francesco.

Ciò non significa che l’Anpi, custode dei valori della Costituzione, non si opponga con tutte le forze alla cultura militarista e bellicista che oggi si sta diffondendo in Italia e in Europa, penetrando perfino nelle nostre scuole, e che non condanni tutte le guerre e le forme di violenza in corso, cui assistiamo con crescente assuefazione, in particolare l’escalation in Ucraina, sostenuta dalla NATO, e la strage del popolo palestinese da parte dell'esercito israeliano. La Resistenza fu una guerra civile combattuta dai partigiani per liberare il Paese dalle violenze dei nazisti e dei fascisti, cultori della guerra come mezzo di aggressione, conquista e oppressione dei popoli ritenuti inferiori e fonte di prestigio tra le nazioni. Chi partecipò in armi alla lotta di liberazione, sacrificando la propria vita, lo fece invece per porre fine alla guerra in corso, ma anche contro tutte le guerre future, in nome della Pace, che è la parola ricorrente nelle lettere dei condannati a morte della Resistenza.

Le nostre Forze Armate, secondo la nostra Costituzione, nell'assolvere il compito di difendere la Patria, “si ispirano allo spirito democratico della Repubblica” non alla valorizzazione della cultura della guerra e della violenza. L'Anpi rende onore alle Forze Armate, ma è pronta a vigilare su eventuali deviazione dai loro compiti istituzionali.

L’Anpi, custode dei valori della Costituzione, che definisce l'Italia “una e indivisibile", nel giorno in cui si celebra l' Unità Nazionale, riafferma la propria determinazione a contrastare l'entrata in vigore della legge Calderoli sull’autonomia regionale differenziata, che spezza l’Italia in piccole repubbliche opulente e indipendenti e in regioni povere e abbandonate a se stesse, con il conseguente aumento delle disuguaglianze tra i cittadini, al posto della loro rimozione.

Fonte: ANPI Pistoia



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