Lo scorso 24 ottobre si è concluso StadioInsieme 2024, il percorso partecipativo voluto dall'Amministrazione comunale per presentare e discutere con la cittadinanza il progetto dell'Empoli F.C. sul nuovo stadio. A seguito di quell'incontro il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi ha tirato le fila del percorso mettendo insieme una serie di punti da portare alla prossima Conferenza dei Servizi che sarà il momento in cui i vari soggetti coinvolti nel progetto dovranno esprimere un parere. "Ridurre l'impatto commerciale, il Sussidiario a uso di verde pubblico e parcheggi, una valutazione sulla tenuta economica e sulla viabilità e una discussione sull'altezza della struttura": questi i punti attenzionati dal sindaco.
Il Comitato Stadiosìmanoncosì, però, esprime il proprio "forte disappunto" sia per il progetto sia per come è stata portata avanti la discussione: "Il processo partecipativo ci è parso incanalato a supportare solo lo scenario n. 3 del documento informativo “Stadio Insieme 2024”, caldeggiato dall’Empoli Footbal Club, che ha il maggiore impatto sulla qualità di vita dei cittadini empolesi, sul tessuto commerciale del quartiere, sul mercato settimanale e su quello che resta del ‘centro commerciale naturale’ di Empoli. Abbiamo capito che il percorso partecipativo chiedeva solo di dire “un SI o un NO” ad una proposta dell'Empoli FC, non di discutere davvero nel merito delle scelte urbanistiche che investiranno l’intera città, con un impatto che coinvolgerà le prossime tre generazioni di empolesi. Si trattava di dire “un SI” o “un NO” ad una proposta che, nonostante la buona volontà dei moderatori ai tavoli, è apparsa sin da subito immodificabile, se non in aspetti che, probabilmente, saranno di rilievo marginale".
Il Comitato, composto da cittadini che si sono costituiti in comitato già dalla precedente proposta di ristrutturazione del 2017, a suo tempo raccogliendo le firme di circa 2000 cittadini empolesi richiedenti la revisione del progetto presentato, ha inviato una lettera all'Amministrazione comunale spiegando nel dettaglio quali sono i "punti critici" del progetto
I "punti critici"
"Il quartiere di Serravalle - si legge nella lettera - è stato pensato con lungimiranza come vero e proprio polmone verde per la città intera e crediamo che una scelta orientata da interessi privati vada a cambiare la vocazione reale del quartiere da sportiva a commerciale. Sulla proposta sono stati rilevati alcuni punti critici che ci sembrano gravi e degni di attenzione per chi ha a cuore il bene comune:
1. cessione gratuita e definitiva di un bene comune (12000 mq di campo sussidiario), che da tempo immemore è di proprietà delle comunità locali, che hanno sempre conservato l’utilità pubblica e la destinazione ad attività collettive;
2. diritto di superficie a titolo gratuito per 73 anni di un immobile pubblico (lo stadio);
3. esenzione della tassazione di IMU e TARIC che creerebbe un pericoloso precedente e una palese ingiustizia nei confronti di ogni altro soggetto imprenditoriale o cittadino privato;
4. conoscenza incompleta dell’intero carico finanziario in merito al valore del patrimonio immobiliare dello stadio attuale, costi già sostenuti per la costruzione della bretella e dell’impianto di atletica a Santa Maria, mancati introiti (oneri di urbanizzazione, IMU e TARIC) sull’intero arco temporale della concessione;
5. tutela della falda idrica in una zona nevralgica del nostro territorio per la presenza di numerosi pozzi per l’acquedotto pubblico; preoccupazione per la realizzazione di nuovi vani interrati che potrebbero interferire con la falda;
6. salvaguardia del Rio Mosca, tombato, che passa sotto lo stadio e che, nel caso di intensi eventi metereologici, mostra di avere una sezione non sufficiente;
7. custodia delle aree verdi esistenti che non devono essere sacrificate per costruire albergo e parcheggi in superficie, consumando suolo pubblico;
8. Incremento dei volumi di traffico dovuto all’inserimento di nuove attività commerciali e ricettive.
"Quelle sopra esposte - continua la lettera - sono le concessioni richieste a fronte dei costi sostenuti per procedere alla ristrutturazione dello Stadio. Sono, in sostanza i costi che la nostra collettività dovrà sostenere in termini di minori introiti (esenzione dai tributi locali), depauperamento del patrimonio immobiliare pubblico (cessione della proprietà del sussidiario e cessione per 73 anni dei diritti sullo stadio) e in termini di impatto socio-economico conseguente alla realizzazione dell’ennesimo centro commerciale nella nostra città".
"Ammodernamento si, commercializzazione no"
Il Comitato definisce l'intera operazione "una vera e mera operazione finanziaria, al cui centro c’è soprattutto il profitto del privato" e chiede al Comune di "bilanciare l’interesse primario con altri interessi, definiti “secondari” che invece sono quelli che riguardano direttamente i cittadini, cioè il lavoro, la salute e la qualità della vita".
Il comitato non nega l'esigenza di "un ammodernamento" dello stadio e "che la manutenzione dell'impianto debba essere fatta con urgenza, sarebbe irresponsabile opporsi ad esso", ma critica l'ipotesi che "un intervento di ammodernamento debba trasformarsi in uno stravolgimento di una città. Lo stadio lo sarebbe sostanzialmente inibito alla pratica sportiva dei cittadini e, dunque, finalizzato alla sola commercializzazione dello spettacolo calcistico".
"Ci domandiamo - si legge nella lettera - se sia possibile ipotizzare un intervento di ristrutturazione e ammodernamento meno impattante e quindi meno costoso per gli investitori e per la collettività. Ma, del resto, dai documenti finora circolati e distribuiti, tale ipotesi non è stata neppure presa in considerazione. Noi cittadini che componiamo questo Comitato non siamo “quelli del NO” e rimandiamo al mittente ogni facile e abusata etichetta. Anzi, siamo molto favorevoli ad una ristrutturazione del “Carlo Castellani”, ma solo se in armonia con l’edificato esistente e con le finalità urbanistiche con cui è stato concepito il quartiere".
Le proposte del Comitato
Il Comitato ha richiesto al Comune di Empoli di potere partecipare alla prossima Conferenza dei Servizi, in cui di fatto sarà abbozzata la forma del progetto prima di iniziare l'iter di approvazione, per portare le proprie proposte:
"Immaginiamo una struttura che sia utilizzata solo per le varie attività sportive della città, non solo per il calcio, aperta all’utilizzo pubblico e alla fruizione di tutti cittadini. Deve essere una struttura che tenga di conto dei volumi degli edifici limitrofi e non creare un ‘bulimico panettone’ con finalità speculativo commerciali, che snaturerebbe la struttura urbanistica del quartiere causando un sicuro peggioramento della qualità della vita dei suoi abitanti e di coloro che ci lavorano. Inoltre, date le dimensioni della nostra città, è facilmente prevedibile che tale impatto ricadrà anche al di fuori del quartiere di Serravalle, investendo il tessuto socioeconomico di tutta Empoli".
"Siamo dunque disponibili - conclude il Comitato - a sostenere scelte che consentano di ristrutturare lo Stadio Comunale “Carlo Castellani”, rendendolo funzionale e sicuro per i suoi diversi fruitori, entro costi accettabili in termini di impatto sociale, economico, ambientale, per la nostra comunità; chiediamo, al fine di monitorare che ciò accada, che una nostra rappresentanza possa partecipare alle conferenze dei servizi. Ringraziando il Comune per aver comunque dato la possibilità di prendere parte ad un percorso partecipativo ben organizzato (e anche costoso), anche se purtroppo a senso unico, consegniamo questo documento quale formale espressione delle osservazioni da parte dei cittadini e delle richieste di modifica della proposta caldeggiata dall'Empoli Football Club"
La questione del nuovo stadio continua insomma a tenere banco tra la cittadinanza, le rappresentanze sociali e le forze politiche. Un dibattito che ad oggi si sposta sui tavoli della Conferenza dei Servizi.
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