Assistenti Sociali Toscana: "Necessaria una formazione comune per tutti gli attori attivi nella tutela dei minori"

Le pratiche professionali nella tutela dei minorenni dopo la Riforma Cartabia sono state al centro di una ricerca realizzata dal Consiglio Regionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali della Toscana in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti, presentata nel corso di un affollato incontro che ha visto un confronto tra esponenti dei Servizi sociali e delle Istituzioni con esponenti della Magistratura, delle professioni e delle diverse espressioni dei Servizi sociali sul territorio regionale toscano.

Un confronto che è servito ad approfondire quale debba essere l’evoluzione dei Servizi per la tutela dei minorenni e, di contro, come debbano essere improntati i rapporti tra Autorità Giudiziaria e Servizi Sociali alla luce dei cambiamenti e dei possibili sviluppi anche nella logica di qualificare ulteriormente i percorsi di tutela per i minorenni e le loro famiglie.

Gli esiti della ricerca evidenziano che, per l’85% degli assistenti sociali della Toscana, la riforma sta producendo significativi cambiamenti orientati a garantire una maggiore certezza sia dei tempi che della qualità dei procedimenti di tutela. Emerge, contemporaneamente, un aumento della complessitá degli interventi che impatta sull'organizzazione dei Servizi Sociali e richiama alla necessitá di attuare azioni di miglioramento.

“Una delle possibili soluzioni alle difficoltà che incontrano i Servizi Sociali nel rispondere adeguatamente alle necessità di minorenni e delle loro famiglie – ha spiegato Rosa Barone, presidente del Consiglio regionale della Toscana dell’Ordine degli assistenti sociali – è senz’altro l’avvio, come del resto previsto dalla Riforma, di una formazione specialistica svolta in comune in una logica di rete che coinvolga come attori, oltre ai Servizi sociali e sanitari, esponenti dell’Autorità Giudiziaria e degli avvocati con l’obiettivo di creare realmente una rete di servizi che risultino effettivamente protettivi per i minorenni e per le loro famiglie”.

“La ricerca – ha ricordato ancora Barone - dimostra che il sistema dei Servizi di tutela minori risponde a bisogni complessi che coinvolgono sempre tanti attori con ruoli e funzioni diverse. Gli assistenti sociali svolgono una parte importante ma solo una parte di questo processo di tutela e protezione: ecco perché respingiamo semplificazioni mediatiche della realtà che indicano negli assistenti sociali – come avvenuto anche recentemente, proprio in Toscana - il capro espiatorio”.

“Solo attivando questo piano di qualificazione dei servizi e di specializzazione degli operatori, accompagnata sempre da un forte dialogo interistituzionale, sarà possibile - ha concluso Barone - mettere a disposizione dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie percorsi di accompagnamento che riducano il margine di errore dovuto alle falle che si creano nelle reti di protezione dell'infanzia".

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