Filo Rosso: "I lavoratori del settore conciario hanno ottenuto aiuti miseri e insufficienti"

Veronica Bagni (foto gonews.it)

Dopo mesi di tavoli di crisi, vari incontri ministeriali, roboanti appelli al governo nazionale, i 2700 lavoratori del settore conciario hanno ottenuto aiuti miseri e insufficienti. L’annuncio arrivato l’altro ieri dal Ministero del Lavoro prevede solo altre otto settimane di cassa integrazione in deroga nel 2024, facendo finire l’ammortizzatore sociale molto prima di qualunque previsione di ripresa del settore.

In questo modo il governo nazionale ha voluto affrontare la crisi del settore conciario, uno dei più grandi settori economici del nostro territorio, un comparto costituito da circa 500 aziende tra concerie, contoterzisti ed indotto, che dà lavoro a oltre 5mila addetti e che registra un fatturato di 2,5 miliardi di euro. Eppure negli ultimi mesi, ci sono stati pure due incontri nei palazzi ministeriali per affrontare la crisi del settore moda: prima il 18 settembre in un summit inter-regionale che si è svolto con l’assenza della Ministra del Lavoro Calderone, poi il 3 ottobre in un tavolo tra il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso e i sindaci del distretto del cuoio, o meglio, quasi tutti i sindaci, perché il nostro sindaco Simone Giglioli ha delegato la vicesindaca Bonaccorsi preferendo andare a Silly a celebrare il ventennale gemellaggio con la città belga anziché preoccuparsi per le lavoratrici e le lavoratori del proprio territorio.

Il Governo Meloni, protratto in impietose campagne contro la maternità surrogata in cui ha ricevuto critiche persino dal Dipartimento di Stato USA e impegnato in disegni di legge liberticidi che imbavagliano il dissenso e puniscono perfino il diritto di manifestare pacificamente, trova facilmente 680 milioni per costruire i centri di detenzione per migranti in Albania, ma ai lavoratori della zona del cuoio spettano le briciole.

Il governo, sordo alle richieste di imprese e associazioni di categoria, produce una misura senza nessun impegno specifico per il comparto conciario del nostro territorio. Lo inquadra in un contesto di crisi più ampio, senza un piano di rilancio per il settore. A cosa sono serviti quindi i tavoli distrettuali, gli incontri tra i sindaci, i summit tra regioni, i tavoli tra territori e Ministero? PD e destra, che a livello locale su temi come quello della Multiutility sembrano aver trovato una “corrispondenza di amorosi sensi”, ad affrontare la crisi del distretto conciario non si sono risparmiati reciproche critiche su metodi e risultati ottenuti.

Prima ci si è lamentati per la mancanza dei territori ai tavoli tra le regioni, poi l’interlocuzione diretta tra ministero e i sindaci sembra aver scalzato dalle trattative la Regione. Anche sul recente prolungamento della cassa integrazione la destra accusa la Regione di non aver fatto niente, il PD rimprovera al governo di aver fatto troppo poco. Al PD vogliamo ricordare che governa la Regione, alla coalizione di destra che governa il Paese. E nel mezzo, tra l’incudine e il martello, ci sono lavoratori e imprese che niente hanno beneficiato da questo teatrino.

Veronica Bagni - Filo Rosso

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