Diventare specialista in manutenzioni di impianti sportivi per rimettersi in carreggiata. Dopo il carcere. La vita oltre le sbarre della casa circondariale di Sollicciano grazie a un progetto della Uisp che ha permesso a C.B., detto “Nico”, di origine albanese, di firmare un contratto di assunzione a 40 ore settimanali che gli sta garantendo un riscatto di vita. Il progetto e i suoi protagonisti sono stati presentati, questa mattina a Palazzo Vecchio, presenti tra gli altri l’assessora allo sport Letizia Perini, l’assessore al welfare, accoglienza e integrazione Nicola Paulesu, Marco Ceccantini, presidente di Uisp Firenze, Debora Calderaro, responsabile del Centro Attavante per persone detenute ed ex detenute.
"Storie così, in questo Paese, le dobbiamo raccontare e le vogliamo avere - ha sottolineato l'assessora allo Sport Letizia Perini - questo è un bellissimo esempio di reintegrazione di una persona all'interno della società. Ma dall'altra parte ci vogliono luoghi, persone e enti, in questo caso la Uisp, disponibili. La Uisp ha fatto un contratto a tempo indeterminato a una persona che ha meritato questo posto. Dal punto di vista dell'amministrazione comunale è meraviglioso sapere che l’attività sportiva dentro a un impianto comunale abbia creato le condizioni per dare vita a una grande opportunità come questa. Lo sport può fare inclusione anche in queste forme”.
“Una bellissima esperienza che rappresenta un esempio virtuoso e una buona prassi da replicare. – ha sottolineato l’assessore a Welfare, Casa, Accoglienza e integrazione Nicola Paulesu - Intenzione dell’amministrazione è consolidare sempre di più i rapporti con il carcere di Sollicciano rafforzando tutte le attività che hanno da un lato finalità di animazione, di socializzazione e di coinvolgimento dei detenuti ma che nello stesso tempo sono capaci di creare quel ponte col mondo esterno che deve essere il nostro obiettivo. Solo potenziando tutto questo lavoro possiamo creare opportunità concrete di rinascita e integrazione ed è un lavoro che stiamo facendo come amministrazione insieme a tutte le realtà e istituzioni coinvolte, perché solo insieme possiamo riuscire a ottenere quei risultati che altrimenti da soli non potremo ottenere. Coordinamento, sinergia, lavoro di squadra e comunità è la strada da percorrere in ambito carcere, come in ogni ambito di intervento”.
“Non vogliamo solo presentare una bella storia, come diceva Gino Bartali il bene si fa ma non si dice, ma crediamo in questo caso sia importante dirlo, perché si tratta di una buona pratica che risponde alle esigenze di reinserimento nella società di persone che hanno commesso degli errori ma che appunto si sono riabilitati. – ha detto il presidente Uisp Firenze Marco Ceccantini - Con questa storia vogliamo portare un esempio alla città di come si possano creare delle strade che, finito il periodo detentivo, portino al reinserimento nella società grazie a opportunità come questa”.
C.B., detto “Nico”, ha cominciato come utente delle attività sportive al carcere di Sollicciano. Poi, dopo la fase di scarcerazione, seguito dagli operatori della struttura del 'Centro Attavante' è stato coinvolto come volontario in alcuni eventi curati da Uisp Firenze come i Mondiali Antirazzisti e manifestazioni votate all’inclusione. Durante uno di questi eventi Nico ha espresso il desiderio di lavorare presso un impianto Uisp che aveva frequentato, il centro sportivo La Trave, nel Quartiere 5, dove giocano tra l’altro le squadre maschili e femminili del Centro Storico Lebovski e dove peraltro è in corso la costruzione della tribuna per il pubblico.
Uisp Firenze da tempo opera dentro agli istituti di detenzione di Firenze con un progetto finanziato dal Comune di Firenze per organizzare l’attività sportiva all’interno del carcere, ex progetto Sport e Libertà. La finalità è quella che già era stata il filo conduttore, per esempio, del recente Vivicittà Porte Aperte, la manifestazione podistica che la scorsa estate ha fatto correre all’interno dell’istituto penitenziario casa circondariale Mario Gozzini i detenuti insieme ai podisti delle società fiorentine affiliate a Uisp. L’obiettivo di creare momenti di sport in carcere resta quello di dare opportunità e competenze a coloro che vivono all’interno dell’istituto di pena; lo sport è occasione per arricchire il processo di formazione culturale, fornendo conoscenze che rappresentano uno spunto verso la rieducazione e la ricollocazione nella società civile una volta scontata la pena. Fattore che rappresenta l’autentica finalità della detenzione.
Fonte: Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro