Per FDI Certaldo il conflitto israelo-palestinese "necessita di equilibrio e reciprocità"


Nella seduta del Consiglio Comunale di Certaldo del 17 ottobre scorso sono stati discussi Ordini del giorno con cui il Partito Democratico e Alleanza-Verdi-Sinistra chiedevano al Governo Italiano di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina con Gerusalemme capitale e come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, nonché – su proposta della maggioranza - di affiggere alla facciata del Municipio uno striscione con su scritto “cessate il fuoco”.

Un documento “copia-incolla” che la sinistra propone a macchia d’olio in tutte le sedi istituzionali a vari livelli di governo, nonostante il 4 luglio 2024 la Camera dei Deputati abbia respinto le mozioni dei partiti di opposizione PD, M5S e A.V.S. sullo stesso oggetto. Non solo, nella seduta dell’11 settembre 2024 al Senato, è stato discusso il Disegno di Legge di iniziativa popolare recante il riconoscimento de jure da parte dell'Italia dello Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est, il cui articolo 1 recita “L’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.” e che, conseguentemente, gli ordini del giorno certaldesi sul riconoscimento dello Stato di Palestina appaiono superati.
Atti che, inoltre, non tengono minimamente conto di quanto fatto concretamente in questi due anni dal Governo Meloni.

La posizione di FdI è chiara: è naturale che vogliamo la pace, ma la gestione del conflitto israelo-palestinese necessita di equilibrio e non di strumentalizzazione politica.

Pensare che il solo riconoscimento sia la soluzione a tutti i mali è un’illusione. L’effettiva esistenza dello Stato palestinese non dipende in alcun modo dal riconoscimento di questo o quel Paese. Prova ne è che i 147 Stati membri ONU che già riconoscono la Palestina non sembrano essere elemento dirimente; ed il riconoscimento da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda dello scorso maggio non ha comportato sostanziali cambiamenti.

Il governo, inoltre, ha da sempre reputato più opportuno agire concordemente con i suoi partner tradizionali europei ed internazionali, e contribuire al sostegno della soluzione "a due Stati" per i due popoli. Ed è innegabile il lavoro e l’impegno del Governo a favore della Palestina e della popolazione civile di Gaza: con la cooperazione sanitaria e l’invio della nave Vulcano, l’iniziativa Food for Gaza, l’inserimento del tema tra le priorità del G7 a guida italiana, la presenza del Presidente Meloni come unico leader G7 al Vertice del Cairo, il costante contatto tra Giorgia Meloni e i Capi di Stato e di Governo coinvolti nella gestione del conflitto.

Gli esponenti di FDI ribadiscono che il riconoscimento parziale di un solo stato coinvolto nel conflitto non offrirebbe un contributo fattivo alla costruzione di condizioni più favorevoli alla pacificazione effettiva del Medio Oriente, ma accentuerebbe ulteriormente la frammentazione, non giovando in primo luogo proprio alla causa di un popolo, quello palestinese, che, in questo momento, ha più bisogno di costruttori di pace che di supporter.
A chi oggi propone a gran voce certi odg viene da chiedere perché – se dal 2015 il Parlamento aveva impegnato il Governo al riconoscimento - i Governi di sinistra non hanno mai provveduto ad adottare atti formali in questa direzione?!

Trattandosi, inoltre, di questioni di carattere nazionale ed internazionale non risolutivi, secondo FDI, per il nostro Comune ci sarebbero piuttosto interessi di natura locale che dovrebbero avere la priorità rispetto a conflitti bellici sui quali nulla o poco può incidere il parere di un piccolo comune di provincia che non ha certo i poteri e gli strumenti per attenuare lo status quo, che si protrae da decenni.
In merito, poi, alla proposta di apporre uno striscione, FDI ritiene che, i contenuti trovano certamente la massima condivisione e consenso, ma, al tempo stesso si potrebbe porre il problema che il Comune, quale ente istituzionale e apparato dello Stato, non dovrebbe manifestare la propria posizione schierandosi esplicitamente a favore di uno od un altro Paese. Inoltre, una simile iniziativa potrebbe fungere da precedente per ulteriori ed analoghe espressioni - di pari rango e importanza - col rischio di trasformare la sede comunale per messaggi non istituzionali e andare a ledere il decoro pubblico, tanto più senza la previsione di un termine di scadenza. Meglio seguire, secondo FDI, l’esempio di Palazzo Chigi o altre capitali, che hanno utilizzato proiezioni e illuminazioni simboliche.

 

Ufficio stampa FdI Certaldo

Fonte: FdI Certaldo

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