La rinascita longobarda di Montelupo: le scoperte negli scavi intorno alla chiesa dei SS. Quirico e Lucia

(foto di archivio)

Le scoperte fatte nel corso della campagna di scavo intorno alla chiesa dei SS. Quirico e Lucia, dell’Università di Pisa hanno un importante valore scientifico e confermano lo sviluppo storico dell’abitato di Montelupo, dopo la caduta dell’impero romano


Il 27 settembre si è conclusa la prima campagna di scavo dell’area intorno alla chiesa dei SS. Quirico e Lucia a Montelupo Fiorentino, diretta dal Prof. Federico Cantini dell’Università di Pisa e cofinanziata dal Comune di Montelupo Fiorentino: alle attività hanno partecipato studenti, dottorandi e assegnisti dell’Ateno pisano, coadiuvati dal Gruppo Archeologico di Montelupo Fiorentino e dalla cooperativa Ichnos.

«Le ricerche hanno avuto come obiettivo quello di trovare le tracce della corte regia di S. Quirico, ricordata nel 937 tra i beni di re Ugo. Le corti regie erano centri di gestione delle terre fiscali, che serviva anche a dare alloggio ai rappresentanti del potere regio che si spostavano nelle terre dell’Impero. Nel caso di quella di S. Quirico, prima delle indagini non conoscevamo cosa contenesse al suo interno, ma il confronto con altri casi descritti dai documenti, faceva supporre che comprendesse almeno un granaio, una cantina, torchi per l’olio e per il vino e stalle, oltre ad alcune attività artigianali. Doveva trattarsi di una sorta di grande azienda agricola altomedievale incardinata sulla chiesa di San Quirico (oggi dedicata anche a S. Lucia), che era già stata investigata dal Museo della ceramica e dal Gruppo Archeologico di Montelupo Fiorentino nel 1999, quando fu trovata un edificio precedente all’attuale con tombe databili all’età longobarda», ha spiegato il professor Cantini.

Lo scavo di quest’anno si è concentrato nelle aree intorno alla chiesa e i dati che sono emersi si sono rivelati molto interessanti.

A est della chiesa è stato riportato alla luce un basamento in ciottoli che poteva essere destinato a ospitare e isolare dall’umidità un granaio in legno. Nell’area posta a sud dell’edificio religioso è invece iniziato ad emergere un probabile ambiente ipogeo, crollato e riempito con strati ricchi di ossa animali, scorie di lavorazione del ferro e ceramiche che si datano non oltre l’inizio dell’XI secolo.

A confermare la cronologia dell’abbandono della corte regia è stato anche il ritrovamento di due denari di argento di seconda metà X secolo: uno degli Ottoni e uno del marchese Ugo di Toscana.

L’ambiente ipogeo, se sarà confermata la sua identificazione, potrebbe essere interpretato con una caneva, cioè una cantina.

In fine, nell’area aperta davanti alla chiesa è stato rinvenuta la fondazione di una struttura che corre verso ovest: potrebbe trattarsi di un muro di terrazzamento della corte, ma solo il proseguimento dello scavo potrà darci indicazioni utile a comprenderne la funzione. Nella stessa area è stata trovata anche la sepoltura di un individuo, tagliata da grandi fosse di età moderna.

«I dati che stanno emergendo hanno confermato la presenza della corte regia altomedievale intorno alla chiesa di S. Quirico. Si tratta del primo sito di questa tipologia che viene indagato archeologicamente, per cui riveste un’importanza particolare per la storia del Medioevo per l’Archeologia medievale.

Ma, oltre ad avere un valore scientifico eccezionale, la corte regia di S. Quirico riveste un ruolo centrale anche per il territorio di Montelupo. Dopo il crollo dell’Impero romano, è proprio in questo sito che dall’età longonbarda si torna a concentrare la popolazione. Esso rappresenta, quindi, un nuovo inizio per la storia di questa parte del Valdarno: a partire dalla fondazione di questo centro si assisterà ad un costante sviluppo demografico ed economico della zona che porterà alla fondazione del castello di Montelupo e alla sua grande fortuna come centro di produzione ceramica», conclude Cantini.

L’Università di Pisa, con il supporto del Comune e del Gruppo Archeologico di Montelupo Fiorentino, continuerà a indagare la corte regia anche il prossimo anno con l’obiettivo di allargare le aree di scavo per comprendere meglio le strutture che componevano il complesso altomedievale.

«Fra le finalità del Sistema Museo Montelupo c’è anche la ripresa degli scavi archeologici e questa indagine ne ha segnato l’avvio. Un intervento culturale per la conoscenza della storia di Montelupo e la valorizzazione del suo territorio i cui risultati saranno approfonditi in una conferenza del professor Cantini in programma a breve al Museo archeologico, proprio con l’obiettivo di rendere la comunità consapevole del proprio passato», afferma Lorenza Camin, direttrice scientifica del Sistema Museale di Montelupo.

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