I Comitati Stop 5G Empoli: "Passi positivi da Comune, ma serve altro. Salute a rischio". Ecco evento informativo

L'obiettivo è mettere mano al 'decreto legge Concorrenza' che ha portato il limite di emissioni da 6V/m (volt su metro) a 15V/m, ma in attesa che qualche partito raccolga il testimone, o forse di un referendum, la questione delle antenne 5G passa dai territori, dai quartieri e dalle strade.

Anche a Empoli, ormai da mesi, si è formato un coordinamento dei Comitati Stop 5G che oggi ha fatto un punto della propria battaglia nel corso di una conferenza stampa in via Pusteria, uno dei siti dove è prevista l'installazione di un'antenna a poche decine di metri dalle case. A rischio, secondo il coordinamento, c'è la salute delle persone, di fronte ad una tecnologia, quella del 5G, "poco studiata, di cui praticamente non si sa nulla, con possibili effetti negativi sulla salute" e ad una legge "fatta sotto dettatura delle lobby della telefonia senza nessuna opposizione istituzionale", cosi Sara Ricuccini di Stop 5G.

I comitati empolesi puntano a due obiettivi: da una parte ottenere il supporto degli enti locali, dai Comuni all'ANCI fino alla Regione, per fare pressioni sul Governo e utilizzare tutti gli strumenti normativi nelle competenze degli Enti locali contro le nuove antenne; dall'altro sensibilizzare la popolazione su un tema ambientale che tocca la salute di tutti.

 

"Si parte dai Comuni"

Dal primo punto di vista ormai da mesi i comitati stanno incontrando l'Amministrazione comunale che ieri, nel corso della seduta della Commissione Ambiente ed Infrastrutture, ha presentato una 'Presa di posizione' in cui "formalizza il proprio dissenso all’aumento dei limiti dei campi elettromagnetici" e impegna l'Amministrazione a "attivarsi, per limitare l’applicazione locale del DDL Concorrenza". L'atto rappresenta un parere formale della Giunta sull'argomento e verrà presentato per l'approvazione in consiglio comunale il prossimo 30 settembre.

I Comitati lo definiscono "un fatto positivo" e riconoscono "la maggiore sensibilità di questa Amministrazione, che ci ha ascoltato e incontrato più volte, rispetto alla precedente"; ritiene però l'atto "un po' generico" e chiede alcune "precisazioni". Precisazioni che saranno oggetto di alcuni emendamenti proposti da Buongiorno Empoli e M5S: "L'atto politico di questa Giunta che dichiara la contrarietà al superamento dei 6v/m è forse un po' generico, chiederemo infatti attraverso alcuni gruppi politici alcune modifiche e precisazioni, ma si tratta di un fatto molto positivo", così i comitati, così Tiberio Tanzini di Stop 5G.

Per la legge le antenne sono 'opere di urbanizzazione primaria' e non possono esserci limiti alla loro installazione di fonte all'interesse nazionale della copertura 5G. Di fronte a questa normativa il Comune ha pochi strumenti istituzionali a disposizione. Per i comitati il cosiddetto 'Piano Antenne' sperimentato dal Comune, uno strumento urbanistico che tenta di regolare l'installazione di antenne, "è aggirabile, in quanto è sempre possibile per le aziende dire che non c'è una adeguata copertura di rete e far scattare il presunto interesse nazionale". La richiesta prova quindi aa percorrere altre strade: la prima è quella di un 'Regolamento' che escluda alcune zone sensibili dalle aree di installazione di antenne, l'altra quella dell'ordinanza per motivi di salute: "Chiediamo un'ordinanza nella quale il sindaco, come autorità della salute pubblica, vieti l'installazione di nuove antenne applicando il principio di precauzione: di fronte ad alcuni studi scientifici che sostengono che le onde provocano cancro o altre malattie, bisogna essere sicuri che questa cosa non faccia male. Si tratta di una strada che sarà sicuramente impugnata per via legale dalle aziende, ma porrebbe almeno la questione su base giuridica", così Tanzini.

I comitati ritengono comunque positivi i passi fatti e la maggiore sensibilità da parte delle istituzioni locali, "stiamo invitando il Comune a fare cordata con altri soggetti o Enti per sollevare la questione a livello più ampio. Bisogna iniziare dai Comuni", spiega Andrea Greco. Da questo punto di vista è positivo per Stop 5G anche lo studio commissionato dalla Regione Toscana sull'effetto delle onde elettromagnetiche.

 

La sensibilizzazione

I comitati si definiscono una "minoranza attenta" che ha come suo obiettivo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica un tema che non è stato adeguatamente affrontato.

"Ci rendiamo conto che ad oggi la cosa non preoccupa - spiega Tiberio Tanzini  - ma su questi temi riguardanti questioni ambientali e il rapporto tra salute e nuove tecnologie si parte sempre da una prima fase di disattenzione. Sono sempre minoranze attente a sollevare il tema, c'è una prima fase di latenza del problema, in cui si è tacciati di complottismo o altro. Poi però quella questione diventa di senso comune e interviene la politica. Noi siamo ancora in questa prima fase, e intendiamo iniziare quest'opera di sensibilizzazione. Alcuni studi sono stati fatti in modo sommario con modalità discutibili, presentano grossi limiti, serve maggiore attenzione al tema".

Per questo i comitati hanno organizzato un evento pubblico dal titolo 'No Far West Antenne' che si terrà giovedì 3 ottobre al Teatro Il Momento, alle 21.15, per discutere di 5G ed effetto sulla salute con esperti del tema, come l'avvocato ambientalista Tiziana Vigni, il medico specializzato in oncologia Stefano Gandus e il biofisico Livio Giuliani.

Proprio quest'ultimo ha proposto sulla base dei suoi studi la tesi del '6x6', ossia 6 v/m per 6 minuti, la soglia considerata massima per permettere al corpo di 'espellere' le onde senza conseguenze sulla salute, ed è a questo limite che i Comitati chiedono di tornare per legge.

"L'innalzamento da 6 a 15v/m è servito solo a far risparmiare 4 miliardi alle aziende che così possono installare meno antenne, ma più potenti. A noi però interessa la salute delle persone. Ci sentiamo delle cavie. Qui a Empoli dal Comune ci hanno detto che si vogliono installare antenne ogni 400 metri, noi non intendiamo frenare il progresso, ma bisogna prima tutelare la salute", spiega Sara Ricuccini.

"Facendo informazione sul  territorio faremo capire l'importanza del tema, coinvolgeremo Comuni e ANCI come è accaduto in altre Regioni per far cambiare la legge", concludono.

 

E i partiti?

In questo scenario, tra Comuni, Regione ed ANCI, a mancare all'appello sembrano i partiti, che poi sono i soggetti incaricati eventualmente in Parlamento di modificare la normativa nazionale.

"I partiti - spiegano dai comitati - si sono trovati una patata bollente tra le mani. A livello nazionale c'è una certa indifferenza bipartisan, anche se alcuni soggetti sono più attenti. Ci sono interlocutori più sensibili, ma la sensazione è che tutti si stiano ancora informando sul tema. La politica al momento non è ancora a conoscenza del tema in modo completo. Noi lanciamo l'appello: chi ci vuole supportare si faccia avanti!"

Intanto i comitati si stanno organizzando a livello nazionale e dove non arriveranno i partiti, forse, potrebbe arrivare un referendum abrogativo.

Giovanni Mennillo

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