Rivedere la normativa per la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri con particolare riferimento a bambine e i bambini nati o cresciuti in Itala da ottenersi mediante lo ius scholae. Nella mozione, presentata da Anna Paris (Pd) prima firmataria “si chiede alla Giunta regionale di attivarsi presso il Parlamento affinchè in tempi rapidi vengano calendarizzate le proposte di legge in merito e presso il Governo perché impegni le risorse finanziarie necessarie a garantire efficaci politiche attive volte all’inclusione scolastica e al sostegno di percorsi educativi per gli studenti con background migratorio”. L’atto è stato approvato con 15 voti favorevoli (Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle), con 10 voti contrari (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) e l’astensione del gruppo Misto – Merito e lealtà.
“Lo ius scholae – spiega Paris- consiste nell’acquisizione della cittadinanza italiana per i minori stranieri nati in Italia o arrivati in Italia con un’età inferiore ai 12 anni che abbiano compiuto un ciclo scolastico per almeno cinque anni”. Paris ricorda come “questa proposta non sia andata avanti a livello nazionale”. “Occorre un’integrazione radicale di tutti i ragazzi che sono nel limbo, che parlano la nostra lingua e hanno acquisito la nostra cultura, è un’opportunità demografica e per il nostro sistema scolastico”.
“Il tema della necessità di integrare chi è ammesso sul territorio è un tema trasversale ed è ravvisato da tutti– ha detto Cristina Giachi (Pd)”. “Ci troviamo di fronte a identità e cittadinanze già maturate, introiettate e presenti nella consapevolezza di questi cittadini molto giovani, frequentatori delle nostre istituzioni educative, formative sportive, in realtà facciamo un’operazione che è un controsenso, miope, disintegriamo formalmente un’identità già formata”.
Silvia Noferi (M5S) è intervenuta per sottolineare come la mozione riguardi un tema diverso dalla gestione delle politiche migratorie ma qui “si parla di integrazione, di bambini che già frequentano le nostre scuole”. L’atto “sottolinea il senso vero del significato di cittadinanza che vuol dire conoscere la cultura, la storia di un Paese e le sue leggi” così “si ribadisce l’importanza della scuola e dello studio, un percorso di emancipazione personale che ti porta a diventare parte di una comunità”.
Anche Maurizio Sguanci (Iv) si è detto favorevole alla mozione “un bambino che ha modo di studiare, di imparare una cultura, di vedere il mondo da un punto di vista diverso di quello che sarebbe stato il suo paese di origine è un bambino che ha la possibilità di scegliere e capire quanto la nostra prospettiva dia la possibilità di crescere nel valore della democrazia, della libertà di pensiero e di espressione”.
“Credo che le cittadinanze debbano essere guadagnate con una politica di inclusione - ha aggiunto Vittorio Fantozzi (FdI) – e che insieme alla cittadinanza debbano esserci le politiche di integrazione all’interno dei nostri sistemi diverse da quelle attuali”. “E’ attraverso il lavoro – conclude Fantozzi- che si ottiene l’integrazione, con la commistione quotidiana dei residenti nei comuni”
“La mozione non pone il tema su cosa è giusto fare e non o sul modello giusto per l’acquisizione della cittadinanza ma invita il Parlamento a portare in aula le proposte di legge ferme – ha detto Marco Stella (FI)- sarebbe giusto che la mozione dicesse qual è il modello di cittadinanza che il Partito democratico vorrebbe”. “Non condivido la richiesta di implementare il finanziamento rispetto ai minori migranti senza far accenno a quelli italiani o all’edilizia scolastica”.
“Il tema tocca l’identità nazionale, la cittadinanza – ha detto Elena Meini – sullo ius scholae la Lega ha detto sempre no e lo ribadisce con il voto contrario oggi in Aula”. “Credo che sia giusto che i cittadini stranieri oggi in Italia abbiano gli stessi diritti di tutela della salute, nella scuola, nello sport che hanno i cittadini italiani”. “la Lega sostiene l’importanza dello ius sanguinis, la cittadinanza attraverso legami familiari e di sangue, questo non vuol dire rifiutare l’integrazione ma che c’è la volontà anche di perseverare sulla continuità tra generazioni e garantire che chi diventa cittadino italiano deve avere cultura che afferisce a quella italiana”.
“Non è vero che ci sono gli stessi diritti - ha aggiunto Andrea Vannucci (Pd) – Non è vero che questo tema non è stato preso in considerazione dal Parlamento in questi anni, lo si poteva chiamare ‘ius scholae temperato’, basato sulla frequenza di un ciclo scolastico. “Con questo sistema vigente in Italia si creano iniquità”.
“Non dobbiamo legare la questione dei flussi migratori al diritto di cittadinanza” – ha commentato Cristiano Benucci (Pd) – e “qual è l’argomento migliore a cui legare un percorso di acquisizione di cittadinanza, del pieno diritto di essere italiano se non alla cultura e l’istruzione -continua il consigliere- preferisco legarla ad un processo di piena integrazione e il migliore è la scuola”.
“Credo che sia giusto portare avanti questa mozione - ha detto il consigliere Vincenzo Ceccarelli (PD) – per portare la discussione in parlamento, per cercare di dare una risposta di civiltà a queste situazioni. C’è una discriminazione in atto alla quale dobbiamo dare una risposta tra bambini che frequentano la stessa scuola, vivono insieme, sono nati in Italia, ma vengono considerati stranieri. Auspico che questo argomento si affrontato con meno ideologia possibile, con molto pragmatismo e applicando quella umanità a cui spesso ci richiama Papa Francesco.”
“Un argomento importante che va affrontato a livello europeo – ha detto il consigliere Giovanni Galli (Lega Toscana – e l’Italia è in una situazione centrale nel mediterraneo per l’accoglienza, ma su questi temi dobbiamo chiamare in causa l’Europa per una giusta regolamentazione. Poi a livello sportivo non vedo discriminazioni tutti i bambini che frequentano le scuole, stranieri o non, hanno diritto a partecipare ai Giochi della Gioventù. Anche giocatori con genitori stranieri hanno già fatto parte delle nostre nazionali calcistiche.”
“Una questione importante quella dei diritti degli stranieri – ha detto Marco Landi Lega Toscana - ma non deve essere usata e politicizzata. Nessuno manca di umanità e attenzione. Ai Giochi della Gioventù possono partecipare tutti coloro che vanno scuola italiani e stranieri, una manifestazione che ha ripreso il governo Meloni. Tutti hanno a cuore una giusta integrazione, ma è necessario non essere faziosi e portare avanti una giusta collaborazione.”
“Penso sia giusto modificare la legge nazionale per l’accesso alla cittadinanza – ha detto Marco Stella di Forza Italia - e porteremo una proposta di legge che va in questa direzione in Parlamento. Propongo di riportare la mozione in commissione per cercare di arrivare a un testo unitario altrimenti il nostro voto non può che essere contrario.”
Fonte: Toscana Notizie
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