Consiglio comunale su RSA a Sovigliana, chi si oppone al progetto: "Si fa interessi del privato" I punti sollevati

Si è tenuto ieri il consiglio comunale di Vinci in cui si è discusso della ormai nota variante per la realizzazione di due strutture RSA a Sovigliana. Un consiglio comunale che si è protratto fino a notte fonda e che si è concluso con l'approvazione degli ordini del giorno presentati dalla maggioranza propedeutici alla costruzione delle nuove strutture.

Duro, però, l'attacco delle opposizioni e del Comitato Salviamo la Collina dal Cemento, presente alla discussione, che già nelle ultime settimane avevano lamentato le modalità con cui si era arrivati al voto. Per la lista 'In Comune per Vinci' si è trattato di un "dibattito dominato da slogan della maggioranza, evitando di rispondere alle contestazioni di merito", mentre il Comitato parla di "spettacolo desolante" con una "maggioranza che non ha mai risposto in modo puntuale, mostrando arroganza e scarsa conoscenza sulle tematiche".

LE CRITICHE AL PROGETTO

Tentando di semplificare questioni che entrano a tutti gli effetti nell'ambito 'tecnico', sono essenzialmente tre gli aspetti più critici del progetto:

I TEMPI

Secondo 'In Comune per Vinci' la 'fretta' di approvare il procedimento sarebbe dovuta al fatto che il prossimo 14 settembre 2024 sarebbero passati tre anni dall'approvazione del Piano Operativo Comunale (POC), circostanza che avrebbe impedito di concedere nuovi permessi di costruzione per specifiche tipologie di immobili (Art. 96 della legge regionale 65/20214 ). "Se non si fosse approvato l'imprenditore proponente avrebbe dovuto aspettare il nuovo POC e il Piano Strutturale, ritardando di chissà quanto il progetto. Sotto l’urgenza della scadenza si è sacrificata la trasparenza, il diritto dei cittadini alla partecipazione, il diritto dei consiglieri eletti a poter accedere agli atti con tempi congrui ad esaminarli", così Giuseppe Pandolfi di 'In Comune per Vinci'.

DUE RSA DA 80 POSTI

Per l'opposizione la scelta di fare due RSA distinte, ma vicine, di 80 posti l'una, sarebbe una "elusione della legge regionale 41/2003 con la costruzione di due RSA collegate e volumi in comune, ignorando la mozione regionale del 2022 che chiedeva di evitare strutture con oltre 80 posti letto", così 'In Comune per Vinci'. Contro l'escamotage di "eludere i requisiti previsti per l'apertura di nuove strutture" così come previsti dalla legge regionale 41/2005, "a partire da quelli strutturali concernenti la capacità ricettiva massima di 80 posti", si era espressa peraltro una una mozione regionale (n.725, 31 gennaio 2022) firmata dal PD,  a dimostrazione di una sorta di 'falla' nella normativa che aveva già permesso in altri contesti di aggirarla.

BASSI ONERI DI COSTRUZIONE

Il dissidio più forte, però, sarebbe sui cosiddetti oneri di costruzione, cioè l'imposta che si paga per ottenere il permesso di costruire. Il Comune, infatti, avrebbe approvato una modifica delle tabelle che deve pagare ogni costruttore a seconda del tipo di immobile. Secondo 'In Comune per Vinci' la percentuale scelta dal Comune, sarebbe "il minimo possibile, ossia l'1%, rispetto al 5% previsto per casi simili". 

Si tratta, è bene dirlo, di una scelta pienamente legittima e prevista dalla normativa, ma considerata bassa. Così il Comitato: "Nel Comune di Quarrata, per una identica operazione di costruzione di RSA (del medesimo imprenditore) è stato chiesto il 5% (è l’opposizione ha comunque gridato allo scandalo). Stiamo parlando di una entrata per opere a beneficio della comunità che avrebbe potuto essere di 450.000 euro se applicato il 5%". Secondo le opposizioni, peraltro, questo sarebbe grave perché la tabella varrà per tutti i futuri progetti e secondo il Comitato ad esempio "l’imprenditore che costruisce un multisala sarà equiparato alla parrocchia del paese che volesse costruire un cinema parrocchiale".

Con oneri troppo alti, però, il progetto rischiava di saltare: nel contratto preliminare di compravendita tra Comune e imprenditore, stipulato nel 2022, si legge a chiare lettere che quest'ultimo ha il diritto di recedere il contratto "qualora il Comune quantificasse [...] gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed il contributo sul costo di costruzione dovuti per la realizzazione dell'intero progetto sopra descritto da realizzarsi nell'Area in un importo complessivamente superiore ad euro 150.000".

 

'In Comune per Vinci e Comitato criticano di fatto una "intrepretazione delle norme a favore del privato" che ha come scopo quello di "fare utili", come spiega Pandolfi; da qui la critica alla "scelta politica" fatta e al progetto.



LE NOTE

La nota di In Comune per Vinci

Ieri sera a Vinci, alle 21:15, il consiglio comunale si è riunito d’urgenza e ha discusso sino alle 3 di notte per consegnare a Carron il Permesso di Costruire. Il 14 settembre saranno passati tre anni dall’avvio del Piano Operativo Comunale, rendendo impossibile per i cittadini ottenere il PdC per varie casistiche, ma per Carron si è lavorato giorno e sera. La trasparenza, il diritto dei cittadini alla partecipazione e quello dei consiglieri a esaminare gli atti sono stati sacrificati (molti documenti sono stati consegnati venerdì sera per essere discussi lunedì).

È stata votata l’acquisizione del tratto iniziale di via Alfieri al demanio stradale comunale per adeguare la strada e garantirne la manutenzione pubblica, inadeguata al traffico previsto dalle RSA. Si sono anche modificate le tabelle per gli oneri di urbanizzazione, attribuendo la categoria con il minimo possibile di oneri di costruzione (1%), rispetto al 5% previsto per casi simili. L'imprenditore pagherà 90.000 euro di oneri, mentre il valore di partenza dei terreni è stato stimato alto, nonostante il decadimento della destinazione residenziale nel 2023.

Le tabelle vigenti sono state interpretate per consentire di scomputare gli oneri in lavori di pubblica utilità legati alla variante: l’ampliamento di via Alfieri, fognature, parcheggi, verde pubblico e altre opere che il Comune dovrà poi mantenere. È stata anche approvata una convenzione che prevede impegni non quantificati di assunzione di personale locale e uno sconto del 5% su 5 posti letto privati per cittadini di Vinci.

Il dibattito è stato dominato da slogan della maggioranza, evitando di rispondere alle contestazioni di merito, come quelle legate all'elusione della legge regionale 41/2003 con la costruzione di due RSA collegate e volumi in comune, ignorando la mozione regionale del 2022 che chiedeva di evitare strutture con oltre 80 posti letto. Si poteva optare per il riuso di strutture esistenti senza consumare nuovo suolo. La gestione delle tabelle e dei metodi di calcolo apre la porta a ulteriori operazioni di profitto privato a danno della comunità, con la svendita del territorio e delle risorse naturali.

 

La nota del Comitato Salviamo la Collina dal Cemento

"Il Consiglio Comunale di Vinci tenutosi ieri sera è stato uno spettacolo desolante. Non solo per chi ha a cuore la collina di Sovigliana. Quello a cui hanno assistito più di quaranta cittadini che hanno manifestato pacificamente contro la realizzazione di due RSA sulla collina di Sovigliana, è stato vedere una opposizione che entrava puntualmente nel merito delle delibere da votare e di una maggioranza che non ha mai risposto in modo puntuale, mostrando arroganza e scarsa conoscenza sulle delicate tematiche discusse, capace solo di sottolineare la scelta polita di fare il progetto RSA, dichiarando esplicitamente da un consigliere che, o si accetta questo progetto, o a Vinci non ci sarà mai una RSA. La sola affermazione di quanto detto è una dichiarazione di perdita della politica su tutti i fronti e dell’incapacità dell’amministrazione locale di dare risposte ai problemi dei cittadini [...]

Inoltre, è bene chiarire che le obiezioni tecniche sollevate dal Consigliere di opposizione Pandolfi, avevano lo scopo di scongiurare, come purtroppo invece avverrà, la svendita del territorio, stabilendo criteri di calcolo degli oneri molto vantaggiosi per il costruttore, ma che, dopo questa votazione, saranno applicabili a qualsiasi altro imprenditore che vorrà operare sul nostro territorio costruendo opere di interesse pubblico dato che non è stato introdotto, seppur richiesto dall’opposizione, nessuna distinzione tra una S.P.A. che costruisce per fare utili, ed enti di volontariato, associazionismo, ecc. Il risultato? L’imprenditore che costruisce un multisala sarà equiparato alla parrocchia del paese che volesse costruire un cinema parrocchiale. Nello specifico, la percentuale richiesta per il costo di costruzione è dell’1%, che si traduce, per il  progetto della RSA,  in 90.000 euro. Nel Comune di Quarrata, per una identica operazione di costruzione di RSA (del solito costruttore) è stato chiesto il 5% (è l’opposizione ha comunque gridato allo scandalo richiedendo il massimo, cioè il 10%). Stiamo parlando di una entrata nelle casse del Comune, da utilizzare in opere a beneficio della comunità, che sarà di 90.000 euro ma avrebbe potuto essere i 450.000 euro (se applicato il 5%) fino a 900.000 euro.

Chiudiamo raccontando un episodio che non possiamo non definire increscioso in cui un assessore ha attaccato frontalmente il nostro Comitato (presente ma senza diritto di parola) accusandolo di essere egoista e incurante delle necessità della popolazione in termini di gestione della non autosufficienza. Vorremmo ricordare all’assessore che il nostro Comitato ha sempre dichiarato di non essere contrario ai servizi di cui comprendiamo (anche per esperienze dirette) il problema, ma crediamo fortemente nel valore del suolo, come bene primario e prezioso, in quanto vitale, limitato, non rinnovabile e insostituibile.  E’ anacronistico, sbagliato e (questo sì!) egoistico verso chi verrà dopo di noi, sfruttare suolo per risolvere problemi attuali, seppur gravi e reali. Questo non vuol dire non chiedere che la popolazione riceva la giusta risposta per il problema della gestione dei non autosufficienti, ma pretendere che sia fatto senza derubare la comunità di un bene come il suolo che nessuno mai ci potrà restituite. Abbiamo la sensazione di essere ripetitivi, dato che abbiamo dichiarato il nostro pensiero in infinite occasioni, ma le accuse dell’assessore dimostrano evidentemente che era necessario farlo un’altra volta".



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