Cattedra inclusiva: a Empoli l'incontro della Rete Inclusione

Quali passi deve compiere la scuola per essere realmente inclusiva, come valorizzare il ruolo dell'insegnante di sostegno e quali sono i futuri possibili.

Di questi temi si è discusso ieri all'evento organizzato dalla Rete Inclusione Empolese Valdarno Valdelsa alla Vela Margherita Hack di Avane a Empoli. L'incontro, realizzato anche grazie al contributo della Fondazione CS Firenze, ha visto la partecipazione di oltre duecento persone tra docenti, operatori, assistenti sociali, genitori e amministratori pubblici.

Di cattedra inclusiva ha parlato Dario Ianes, Professore ordinario di Pedagogia dell’inclusione alla Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano-Bozen e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento. Si tratta di una sperimentazione che prevede una collaborazione nuova tra il personale docente con insegnanti di sostegno che svolgono anche ore di insegnamento curricolare e docenti curricolari che tengono anche ore di sostegno. Una piccola 'rivoluzione' che si compone poi di formazione specifica per i docenti curricolari e di strutture stabili di supporto pedagogico a livello di scuola e di territorio.

“Non dobbiamo pensare – ha dichiarato Dario Ianes - che l'inclusione scolastica sia qualcosa di utopistico e irrealizzabile. La cattedra inclusiva, ad esempio, è una sperimentazione interessante che viene già realizzata in varie scuole in Italia. L'autonomia scolastica consente vari spazi di manovra per scoprire e mettere in pratica nuove forme di inclusione”.

La necessità di studiare forme nuove di inclusione è stata sottolineata anche da Pierpaolo Infante, coordinamento e gestione settore inclusione e innovazione didattica nell'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana. “Le cattedre curriculari e quelle sul sostegno – ha spiegato – devono trovare nuovi modi per lavorare insieme. Importante sarebbe ad esempio concentrarsi di più sui momenti di aggregazione, fondamentali per gli alunni e le alunne con disabilità e spesso sottovalutati”.

L'evento è stato anche l'occasione per presentare il vademecum per l'inclusione scolastica al quale la Rete sta lavorando da tempo. “Si tratta di una vera e propria mappa – ha spiegato Sara Spini, project manager di COeSO Empoli - messa a disposizione di famiglie, scuole e comunità che riporta le principali informazioni sul percorso di inclusione scolastica di alunni e studenti con bisogni educativi speciali. L'obiettivo è quello di costruire un dialogo sempre più fruttuoso tra scuola, extrascuola e famiglia”.

“Con il motto "Conoscere fa la differenza!" - conclude la Rete Inclusione - abbiamo promosso una serie di appuntamenti che confluiranno nell' Open Day di Ottobre. Ripensare la scuola significa cambiare prospettiva nell'ottica di accogliere tutte le diversità che la popolano. Le persone con disabilità costituiscono una grande risorsa per la scuola e per tutta la comunità, la loro presenza in classe “produce” importanti benefici per i compagni e per i docenti, in termini di relazioni, di consapevolezza, di analisi, di accettazione, di empatia e di sviluppo di intelligenza emotiva e delle cosiddette soft skills”.

Fonte: Ufficio Stampa

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