Di cosa parliamo quando parliamo di autonomia differenziata: cos'è e perché ci riguarda

Ne parliamo da giorni, settimane, mesi, ma che cos'è? L’Autonomia differenziata è uno dei temi più importanti e centrali all’interno del nostro panorama politico. Per la maggioranza, soprattutto per la Lega, rappresenta una battaglia identitaria e un argomento politico di prioritario interesse, per le opposizioni la legge sull’autonomia differenziata rappresenta un pericolo concreto per la stabilità sociale e regionale del nostro paese. Scopriamo assieme di cosa si tratta e perché se ne parla così tanto.

Quando nasce questa legge?

Partiamo dalle basi. La legge sull’autonomia differenziata (Legge n.86/2024) o legge Calderoli, così chiamata in riferimento al suo promotore Roberto Calderoni, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, è stata approvata dalla Camera il 19 giugno 2024 ed è entrata in vigore il 13 luglio 2024.

Che basi giuridiche ha?

Le basi giuridiche di questa legge risiedono negli articoli 116 e 117 della Costituzione italiana, modificati con la riforma del Titolo V nel 2001. In particolare, l'articolo 116, terzo comma, prevede che le Regioni possano richiedere particolari forme e condizioni di autonomia su alcune materie, purché queste siano tra quelle indicate dal medesimo articolo.

Cosa prevede?

La nuova legge Calderoli, quindi, fornisce alle regioni a statuto ordinario i principi generali da seguire e indica la procedura da attuare per poter ottenere maggior autonomia gestionale e normativa, così come scritto nell’art.116 della Costituzione. In concreto questa nuova legge offre la possibilità per le Regioni a statuto ordinario di richiedere la gestione diretta e autonoma, sia legislativa che amministrativa, di ben 20 materie attualmente condivise tra Stato e regioni, oltre a 3 materie attualmente di competenza esclusiva dello Stato (l’organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull’istruzione, la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali).

Con questa nuova legge le regioni diventano subito tutte Autonome?

No. La legge sull’Autonomia Differenziata, non offre un trasferimento immediato della gestione delle materie alle regioni, ma prevede un iter complesso e lungo, subordinato ai L.E.P., i “livelli essenziali di prestazione”.

Cosa sono i L.E.P?

I L.E.P sono previsti dall’articolo 117 della Costituzione e definiscono i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutti i cittadini in maniera uniforme e su tutto il territorio nazionale. Il concetto dei LEP è stato ideato per prevenire che le regioni più ricche possano concentrare risorse a discapito delle zone meno avanzate, garantendo così un equilibrio tra le varie aree del Paese. Per avere una visione ancora più chiara, i L.E.P. comprendono tutti i servizi che lo Stato ritiene essere indispensabili per la sua cittadinanza, quindi sanità, istruzione, trasporti, ambiente ecc...

Quali sono le materie che verranno prese in gestione dalle Regioni?

  • La gestione dei rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni;
  • Il commercio con l’estero
  • La tutela e sicurezza del lavoro
  • L’istruzione, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale
  • La ricerca scientifica e tecnologica ed il sostegno all’innovazione per i settori produttivi
  • La tutela della salute
  • L’alimentazione
  • L’ordinamento sportivo;
  • La protezione civile;
  • Il governo del territorio;
  • I porti, aeroporti e le grandi reti di trasporto e navigazione
  • La produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
  • La valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
  • Il controllo delle casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale.

Ma quali sono gli obbiettivi perseguiti dalla legge sull’Autonomia Differenziata?

Uno degli obbiettivi principali di questa nuova legge è quello di migliorare la gestione delle risorse, i promotori di tale legge infatti sostengono che le regioni una volta ottenuti maggiori poteri decisionali potrebbero usare le risorse finanziarie in maniera più efficiente, indirizzandole verso le priorità locali ed evitando sprechi. Oltre ad una gestione più mirata delle risorse, i fautori della legge assicurano che tale legge darà modo alle amministrazioni regionali di creare politiche più adatte alle realtà locali, rispondendo in maniera efficiente e rapide alle esigenze del territorio.

Secondo la dichiarazione del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli: “L’autonomia differenziata è stata proposta per rimediare al disastro del Sud e ai problemi del Nord, quindi per rendere più efficienti le prestazioni in tutto il Paese” continua “Le Regioni che vorranno accettare la sfida potranno raggiungere questo obiettivo.”

Quali sono le criticità evidenziate dalle opposizioni?

Sebbene l’obbiettivo cardine della legge sull’Autonomia sia quello di rafforzare il principio di sussidiarietà e migliorare l’efficienza amministrativa delle varie regioni. Le opposizioni temono che tale provvedimento se non gestito correttamente potrebbe ulteriormente frammentare il quadro legislativo nazionale, causando incoerenze nell'applicazione delle norme e complicando la burocrazia per cittadini e imprese. Oltre a questo, i contestatori della legge sulle Autonomie hanno espresso preoccupazione date dal fatto che il trasferimento di competenze potrebbe creare incertezza normativa e aumentare i costi della gestione amministrativa. Sebbene la Costituzione stabilisca che le regioni possano legiferare su materie condivise nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dallo Stato, la nuova legge potrebbe compromettere questa superiorità, permettendo alle regioni di legiferare in modo indipendente su temi di importanza nazionale.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, in merito all’approvazione della Legge sull’Autonomie, rende noto attraverso un comunicato stampa che:

“Questa legge contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, individuando una serie ampissima di materie, circa 18, in modo generale e facendo diventare a statuto speciale, di fatto, tutte le Regioni. Ecco perché lo spacca Italia - afferma il presidente - contrasta con l’articolo 116 della Costituzione che invece sottolinea particolari forme di autonomia in base alle specificità di ogni Regione” continua “L’autonomia non deve tradursi in una scelta arbitraria da parte della Regione, ma deve essere motivata da singole peculiarità. L’articolo 116 terzo comma, tiene conto di questo, ma Calderoli, in questo caso, riteniamo che abbia interpretato in modo opposto quello che è l’intento della nostra Costituzione che indica le condizioni particolari di autonomia.”

Antonio Lanzo



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