Si sono svolte stamani, lunedì 2 settembre, le celebrazioni dell’80° Anniversario della Liberazione di Pisa, organizzate dal Comune di Pisa con la partecipazione del Consiglio Regionale della Toscana e della Provincia di Pisa.
Il programma ha previsto una serie di iniziative diffuse in varie parti della città: prima la deposizione delle corone d’alloro sulle tombe dei sindaci Italo Bargagna e Vittorio Galluzzi presso il Cimitero Suburbano e del sindaco Renato Pagni presso il Cimitero della Misericordia, del sindaco Enrico Pistolesi presso il Camposanto monumentale e sulla tomba dell’Arcivescovo Gabriele Vettori in Cattedrale. A seguire la Santa Messa nella chiesa di Santa Caterina di Alessandria e la deposizione della corona d’alloro nella Cappella ai Caduti. In Logge dei Banchi si è poi tenuta la Commemorazione ufficiale della Liberazione di Pisa, coordinata dall'assessore Riccardo Buscemi, con gli interventi del sindaco di Pisa, Michele Conti, del presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, del presidente della Provincia di Pisa, Massimiliano Angori, e del presidente del Comitato provinciale ANPI di Pisa, Bruno Possenti.
Di seguito l’intervento del sindaco Michele Conti:
“Un saluto a tutte le istituzioni e i cittadini che partecipano a questa sentita cerimonia, che quest’anno celebra una ricorrenza importante, l’80° anniversario della liberazione della città. Abbiamo compiuto stamani un vero e proprio pellegrinaggio di gratitudine e ricordo per rendere omaggio in memoria dei sindaci che hanno governato Pisa nel difficile periodo della Liberazione e della ricostruzione: Italo Bargagna, Vittorio Galluzzi, Renato Pagni, Enrico Pistolesi, a cui si aggiunge il ricordo dell’arcivescovo Gabriele Vettori.
Appena due giorni fa abbiamo celebrato la drammatica ricorrenza del primo bombardamento della città, accaduto il 31 agosto del 1943, mentre oggi ricordiamo la liberazione di Pisa, avvenuta 2 settembre 1944: date che si susseguono e si intrecciano rimandando a episodi accaduti in periodi differenti. Ma il loro giusto ricordo fa comprendere i drammi vissuti nella nostra città in quel periodo intercorso tra la seconda metà del 1943 e, appunto, il 2 settembre 1944 che per Pisa e i pisani significò la fine della guerra. Fu, quello tra il ‘43 e il ‘44, un anno terribile per i nostri nonni e genitori. Vissuto nel lutto, con tante famiglie che piansero i morti dei bombardamenti, nell’angoscia per i propri cari chiamati a combattere lontani da casa, nel disorientamento dovuto alla perdita della propria abitazione e di tutto quel poco che si possedeva. Come abbiamo ricordato sabato, Pisa subì decine di attacchi aerei, i morti furono più di 2mila, centinaia le famiglie pisane che abbandonarono la città che, d’improvviso, si ritrovò vuota, deserta, quasi abbandonata, con migliaia di sfollati senza casa né lavoro né punti di riferimento.
Poi finalmente arrivò il 2 settembre, con l’ingresso in città delle truppe americane, che pose finalmente fine alla guerra nella nostra città. Non possiamo immaginare come si presentò ai loro occhi una città bombardata e ferita, che aveva i ponti dei Lungarni completamente crollati, la linea ferroviaria interrotta e, soprattutto, interi quartieri distrutti, irriconoscibili. Una città segnata dalla sofferenza dei cittadini, dalla violenza e dagli eccidi che segnarono anche il nostro territorio, dalle vittime del nazifascismo che oggi ricordiamo per mantenere viva la memoria collettiva della città. Un sacrificio che è stato riconosciuto con la concessione della Medaglia di Bronzo al Valore Militare al Comune di Pisa con la seguente motivazione:
“Nel corso della Guerra di Liberazione nazionale, né i violenti bombardamenti, né le continue devastazioni, riuscirono a piegare l’animosità e il coraggio della popolazione di Pisa, che, nell’ardore patriottico, seppe trovare la forza per opporsi – con fiera dignità ed enormi sacrifici – alla tracotanza dell’oppressore, offrendo un continuo e notevole contributo di uomini e mezzi alle formazioni partigiane.”
Pisa intende oggi rendere omaggio alle vittime della guerra, militari e civili, e ai caduti della lotta di liberazione. E ricordare anche tutti coloro che, da quel momento, seppero rimboccarsi le maniche, lavorare per la ricostruzione civile e materiale della città e costruire un futuro di pace e prosperità. Una pace che oggi sembra una condizione sempre più incerta in molte aree geografiche anche vicine a noi e che invece va coltivata e rafforzata ogni giorno di più. Ecco perché oggi più che mai è importante la partecipazione a questa e ad altre ricorrenze e celebrazioni. Tutti insieme dobbiamo ricordare che le stesse sofferenze delle guerre a cui assistiamo oggi, hanno segnato profondamente anche la nostra città ed è quindi nostro dovere impegnarci per trasformare il ricordo di quei giorni dolorosi, in un messaggio di pace e di speranza rivolto al futuro”.
Il presidente Mazzeo alle celebrazioni
“Il 2 settembre di 80 anni fa Pisa veniva liberata dal nazifascismo. Nel sangue e nel dolore di chi ha perduto la vita in quegli anni ci sono le radici da cui la nostra Costituzione è nata. Questa data ci dice il senso profondo di quella che chiamiamo la più bella Costituzione del mondo. La libertà, l’uguaglianza, la difesa della vita, il bene prezioso della pace, sono i valori frutto di quelle lotte e dell'impegno di chi scelse la parte giusta della storia”. Così il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, intervenuto sotto la Loggia dei Banchi alle celebrazioni. Sotto le logge di palazzo Gambacorti, il presidente ha anche partecipato alla deposizione di una corona di alloro alla lapide in ricordo dei caduti.
“Quel dono prezioso che ci hanno fatto, noi abbiamo il dovere di ricordare, proteggere, rendere attuale ogni giorno e trasmettere alle nuove generazioni. Perché libertà e diritti non sono scontati, ma vanno coltivati con cura”, ha concluso Mazzeo.
Fonte: Ufficio stampa
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