Ricorre oggi l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Firenze, evento che ha cambiato il corso della storia politica e militare della Resistenza. Prima col suono della Martinella della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, seguita dalla cerimonia solenne con la deposizione di una corona di alloro da parte delle autorità civili, religiose e militari al monumento ai caduti di tutte le guerre in Piazza dell’Unità e infine le celebrazioni ufficiali sull’arengario di Palazzo Vecchio.
Alle 9.45 in piazza dell’Unità italiana, con i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e delle associazioni d’arma e combattentistiche, anche il presidente Eugenio Giani.
“Una ricorrenza ancor più particolare – ha detto Giani - che stiamo vivendo con grande partecipazione, anche in tutti i comuni toscani che furono funestati dagli eccidi nazifascisti e che provocarono la morte di oltre 4500 vittime civili, senza contare i partigiani. La liberazione è l’affermazione di quei valori, che saranno poi scritti nella Costituzione come disse Piero Calamandrei, che hanno permesso all’Italia di crescere sul piano culturale, economico e sociale senza lasciare indietro nessuno. Firenze ottanta anni riuscì a liberarsi dall’occupazione, grazie al sacrificio di tante persone e di tanti partigiani, imponendo quei valori che tornano oggi di enorme importanza”.
“Domani – ha aggiunto il presidente - sarò a Sant’Anna di Stazzema in uno dei luoghi simbolo. Là dove si è consumato probabilmente uno degli eccidi più atroci. Ringrazio il sindaco per avermi affidato l’orazione ufficiale. Assenza di rappresentanti del governo? Resto meravigliato anche io per un atteggiamento non particolarmente partecipe rispetto a quelli che furono momenti cardine della storia del nostro Paese”.
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