L'Azienda Sanitaria dovrà risarcire con un milione di euro la famiglia della paziente, che si era rivolta all’ambulatorio di senologia fucecchiese ed è morta nel 2021
Il Tribunale di Firenze ha condannato l’Asl Toscana Centro a risarcire con oltre un milione di euro il marito e i due figli di una donna vittima di un errore nella diagnosi di tumore al seno.
A riportare la sentenza è Il Tirreno. Secondo la sentenza, l’errore avrebbe privato la paziente della possibilità di curarsi in modo adeguato, con terapie che avrebbero potuto almeno permetterle aspettative di vita più lunghe. I periti nominati dal giudice hanno confermato la correlazione tra errata diagnosi e morte della paziente, avvenuta nel 2021, a sette anni dall’esame dopo il quale i sanitari non si resero conto della gravità della neoplasia al seno.
Nel marzo 2014 la donna si è recata all’ambulatorio di senologia a Fucecchio per un nodulo che la preoccupava. Dopo l’esame dell’agoaspirato – si legge sulle pagine del quotidiano toscano – la risposta data alla paziente fu rincuorante: solo una formazione cistica benigna. Tuttavia, dopo 14 mesi arrivò la drammatica verità: la donna era affetta da una neoplasia maligna molto aggressiva.
I consulenti del giudice hanno sottolineato che la lesione individuata dai tessuti prelevati alla signora nel 2014 è stata mal classificata dall’anatomopatologo della struttura fucecchiese, errore che poi ha determinato il ritardo diagnostico.
Inoltre, per il Tribunale è stato commesso anche un secondo grave errore: la paziente è stata sottoposta a mastectomia bilaterale, con l’asportazione della mammella destra. I consulenti hanno “fortemente criticato la decisione di tale intervento – si legge su Il Tirreno – ritenendolo inopportuno e ingiustificato, in quanto eseguito ad uno stadio ormai relativamente avanzato della malattia, senza uno studio approfondito della paziente. L’errore medico, risultato in una diagnosi citologica sbagliata, ha comportato una riduzione della probabilità di sopravvivenza della signora di oltre il 70%”.
Asl Toscana Centro, dal canto suo, ha sempre sostenuto “che non vi sia stato alcun ritardo diagnostico e che nessuna responsabilità sia ascrivibile all’operato dei sanitari che ebbero in cura la signora”.
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