Al Comune di Santa Croce sull'Arno mancano 9 milioni di euro di crediti non riscossi

Carlo Renato Rusconi (foto gonews.it)

Ci sono varie sorprese nei conti del Comune di Santa Croce sull'Arno che ha trovato l'attuale Amministrazione, purtroppo molte non sono positive.

“Abbiamo trovato una situazione lontana da quella che ci aspettavamo, sulla base anche di quanto diceva la precedente amministrazione comunale”.

A dirlo è l'Assessore al bilancio del Comune di Santa Croce sull'Arno Renato Rusconi, l'uomo dei numeri della Giunta Giannoni.

Rusconi ha passato le sue prime settimane a cercare di capire come fosse messo dal punto di vista economico l'Ente, sia sul fronte finanziario che sul fronte economico.

Il dato più inquietante sono i crediti non riscossi, che sommando la varie voci arrivano a oltre 9 milioni di Euro.

“E' come se avessimo perso un bilancio, - spiega Rusconi, che aggiunge - per la precisione l'ente vanta crediti per 9milioni e 97.941 Euro. Capirete bene che questa situazione è abbastanza strana e soprattutto non si capisce come si sia fatto ad accumulare crediti così importati, o meglio non si capisce perché non siano stati riscossi”.

“Le varie voci - racconta l'assessore al bilancio - che compongono questa cifra di insoluto sono così ripartite: 

  1. 411mila Euro di addizionale Irpef (quella comunale, l'imposta sui redditi);
  2. 3milioni e 790 mila Euro di Imu (l'imposta dovuta la municipio per il possesso di fabbricati);
  3. 4milioni e 676mila Euro di Tari (La tassa sui rifiuti) 
  4. 53Mila 859 Euro di pubblicità

“A queste – continua Rusconi - poi per quanto riguarda i crediti non riscossi vanno aggiunti le voci extra tributarie:

    1. le multe e violazioni ai regolamenti comunali che valgono 1 milione e 310mila Euro; 
    2. 26mila 200 euro per il canone unico;
    3. 179mila Euro di rette scolastiche”.

“Uno scenario poco tranquillizzante anche perché poi si vorrebbe che il comune oltre a garantire i servizi in essere facesse investimenti e altri atti, che in questa situazione sono assai difficili se non addirittura sconsigliati”.

“Ora che abbiamo scoperto questi crediti però, bisogna attivarsi per cercare di riscuoterli. Su questo punto – continua Rusconi - la battaglia può essere vinta solo attraverso una concreta lotta all’evasione e appare non più accettabile ascoltare frasi del tipo 'manca il recupero coattivo'. Prima la colpa veniva data alla SEPi, società che tra le varie cose si occupa anche di esigere i crediti degli enti, che la precedente amministrazione ha deciso di escludere nel periodo del covid e perciò nel periodo meno conveniente per tale operazione. SEPi per altro pare che si sia limitata per lo più all’invio delle raccomandate per non far scadere i termini di prescrizione. Escludendo SEPi però, si è riversata tale problematica su un ufficio tributi palesemente sotto organico che lavora in spazi ristretti e con una banca dati non collegata direttamente a quella dell’anagrafe”.

“Come esempio che dimostra ciò di cui stiamo parlando – continua Rusconi - vi posso riportare questo: la emissioni di pagamento del canone unico dal 30 giugno al 30 settembre per sovraccarico del personale, lascio a voi meditare se questo sia conveniente per le nostre esigue casse”.

"Per risolvere il problema – continua Rusconi - sarà necessario riportare all’esterno tutte quelle mansioni che gli uffici non riescono a smaltire, in specie il recupero coattivo, riorganizzare l’ufficio tributi e una volta fatto eventualmente riportare tutto all’interno dei nostri uffici. Spero di aver dato un’idea di cosa intendiamo fare e di che situazione abbiamo trovato, specie a coloro che chiedendocelo non si pongono mai la domanda cosa avrebbero potuto fare loro e non hanno fatto”.

Fonte: Ufficio Stampa



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