Proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, al via all'iter di approfondimento in commissione Sanità

Ascoltati in commissione, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni promotori della proposta di legge di iniziativa popolare


Si è aperto in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) l’iter di approfondimento sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulle “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”. Su questo tema, nella seduta di questa mattina (martedì 30 luglio) sono stati auditi i promotori, ovvero i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che il 14 marzo scorso hanno depositato presso la presidenza del Consiglio regionale la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate.

L’atto, elaborato dalla stessa associazione, si pone l’obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione, relativamente a ruoli, procedure e tempi del Servizio sanitario nazionale e regionale, di verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalle sentenze della Corte Costituzionale 242/2019 e da quella più recente della settimana scorsa (135/2024).

Per approfondire le varie questioni, sia di carattere legale sia tecnico-medico, sono intervenuti Felicetta Maltese, Gianni Baldini, attivisti dell’associazione, Andrea Riccio, medico anestesista e Roberto D’Andrea, dottorando in Diritto penale. I promotori hanno spiegato l’obiettivo della legge che è quello di garantire alle persone malate che intendano accedere al suicidio assistito la necessaria assistenza sanitaria, nel rispetto dei principi stabiliti da due sentenze della Corte Costituzionale sopra citate.

“Questa proposta di legge – ha spiegato Baldini – non chiede al Consiglio regionale di istituire nuovi diritti o di entrare nell’ambito di competenza dello Stato, ma di regolare organizzativamente il fenomeno del suicidio assistito che la Corte Costituzionale, con due sentenze, ha qualificato come diritto soggettivo della persona determinando in quali condizioni è esercitabile”.

Felicetta Maltese ha ricordato come la proposta di legge vada a colmare un vuoto tra le sentenze delle Corti Costituzionali e il legislatore. “Un vuoto – ha spiegato - discriminante perché chi ha i soldi può andare in Svizzera, mentre chi non ha la possibilità deve essere sottoposto alla tortura di Stato”.

Roberto D’Andrea ha precisato come sia un dato di fatto che il Parlamento non intervenga su questo tema e che con questa proposta di legge “non si va a riconoscere un generale e generico diritto all’autodeterminazione, bensì il diritto alla scelta delle terapie, compresa quella di liberarsi da sofferenze intollerabili. Lo Stato se ne deve fare carico così come la Regione che garantisce i servizi più vicini ai cittadini. Inoltre il fatto che tutte le regioni definiscono in modo certo tempi e modalità, va anche a ridurre l’incertezza”. In particolare il testo della proposta di legge definisce la procedura e i tempi, previsti complessivamente in venti giorni decorrenti dalla presentazione della domanda, del procedimento di verifica dei requisiti per accedere al suicidio medicalmente assistito.

Andrea Riccio, ha ricordato di aver assistito al primo e al terzo suicidio assistito in Italia, casi in cui alla risposta positiva del comitato etico e tecnico in merito alla presenza dei requisiti, non ha corrisposto una fase applicativa. Ha sottolineato poi come il problema del suicidio assistito non sia marginale e che nei paesi che hanno legiferato in maniera complessiva rispetto alla morte medicalmente assistita nel corso degli ultimi anni, ultima la Spagna, il 4 per cento dei decessi complessivi, viene affidato a un percorso di suicidio medicalmente assistito”.

“La mancanza di una legge sul suicidio assistito sia una lacuna del nostro ordinamento – ha affermato il presidente Sostegni - A settembre continueranno le audizioni in commissioni per capire se il testo va bene o possa essere modificato o emendato”. “Oggi si apre un lavoro importante – ha concluso - . Speriamo che la Toscana sia la prima Regione che riuscirà a portarlo in fondo”.

Secondo la proposta di legge possono accedere al suicidio medicalmente assistito le persone affette da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputano intollerabili; tenute in vita da trattamento di sostegno vitale; pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli: che esprimono un proposito di suicidio formatosi in modo libero e autonomo, chiaro e univoco.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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