Suicidio in carcere, la rabbia di Fanfani

Rabbia, sconcerto e un accorato appello, l’ennesimo, a “smettere di parlare a sproposito e stracciarsi le vesti ad ogni occasione. Bisogna tacere e metter mano a riforme strutturali che allontanino il pianto dalle nostre carceri”. Il garante regionale Giuseppe Fanfani interviene sull’ennesimo suicidio in carcere avvenuto ieri sera a Prato dove un 27enne di nazionalità italiana si è tolto la vita impiccandosi.

“Siamo al 60esimo suicidio in Italia da inizio anno, il terzo alla Dogaia dove già venerdì scorso si è registrata una rivolta. È una strage infinita, una vergogna generale” dichiara il garante che prosegue: “Il dramma di questo giovano ragazzo è il dramma di tutti i detenuti. Nelle carceri italiane il sovraffollamento, per assurdo, diventa marginale. Manca di tutto. Soprattutto manca il rispetto del dettato costituzionale secondo il quale la pena deve rispondere a criteri di umanità e deve tendere alla rieducazione”.

“E manca la speranza nel futuro. Tanto che il suicidio diventa la fine inevitabile di situazioni drammatiche che ancora restano inascoltate” conclude Fanfani.

Fonte: Regione Toscana



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