Franconi punta il dito contro la dirigenza Pd pisana: "Riflessione seria e serena per una sana autocritica"

Criptico ma comunque chiaro: il sindaco di Pontedera Matteo Franconi non le manda a dire contro la dirigenza del Partito Democratico di Pisa. Non viene nominato il segretario provinciale Oreste Sabatino, ma i bersagli 'colpiti e affondati' dal centrodestra nella Valdera e nel Cuoio non potranno lasciare le posizioni inalterate. Franconi vede certamente la vicina Ponsacco, ma non può non pensare anche a Santa Croce sull'Arno e Castelfranco di Sotto, altri ex 'feudi' del centrosinistra che alle ultime comunali hanno voltato pagina. Per non parlare del caso Capannoli, con la dirigenza locale che si è impuntata per non rinnovare la fiducia alla sindaca uscente Arianna Cecchini, risultando perdente e ultimo dei tre contendenti. E da vincitore a Pontedera, con un avversario come Matteo Bagnoli che ha consolidato il suo elettorato senza crescere, può permettersi di togliersi qualche sassolino. Ecco quanto afferma in un post su Facebook

Senza livore ma con giudizio fermo la comunità provinciale del Partito Democratico dovrebbe avviare adesso un percorso collettivo di rigenerazione politica mettendo al servizio di una discussione franca e rifondativa quale impronta amministrativa intende dare nei comuni dove è al governo e in quelli, purtroppo aumentati, in cui si trova all’opposizione.

Per farlo io credo serva un atto di generosità della classe dirigente: rimettere il proprio ruolo al servizio di una discussione di merito sulle politiche e sulle strategie. Serve evitare che le posizioni si irrigidiscano nelle incrostazioni di filiere correntizie di cui tizio o caio, qui o là, sono, o credono di essere, il portabandiera.

Chiedere ai segretari dei circoli, delle unioni comunali, soprattutto quelle in cui il risultato elettorale è stato inaspettatamente negativo, alla segreteria provinciale tutta di mettere a disposizione di una riflessione seria e serena il proprio ruolo non significherebbe attribuire responsabilità e colpe a qualcuno ma aiuterebbe la comunità politica del partito ad avviare un percorso di sana autocritica e solida ricostruzione sui punti di sintesi che senz’altro emergeranno.

Al termine di questa maieutica collettiva, avremo, anche al di fuori delle forme congressuali, un partito che ha discusso e deciso con la propria base le coordinate con cui svolgere il proprio ruolo nei singoli territori e, principalmente, quale supporto e apporto dare al percorso di avvicinamento verso le prossime scadenze elettorali, elezioni regionali in primis.

Un passo indietro di alcuni per un passo in avanti di tutti.

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