Dalla modifica del menù della mensa alle agevolazioni per frequentare un palestra locale fino agli incontri con nutrizionisti, psicologi, cuochi, ma anche preparatori sportivi. Dopo l’esperienza del San Jacopo di Pistoia il progetto “Facciamoci un selfie”, dedicato interamente agli operatori, è approdato anche in Valdinievole con risultati positivi per adesione e con interventi già operativi e molti in programma entro la fine del 2024.
“Facciamoci un selfie” ha ottenuto il pieno sostegno delle Direzioni Sanitaria e Infermieristica, rispettivamente dirette dalla dottoressa Giuditta Niccolai e dal dottor Paolo Cellini. Come al San Jacopo la modalità è stata la stessa: agli operatori è stato somministrato un questionario di autovalutazione (per questo definito "selfie"), anonimo, contenente 54 item atti a valutare gli stili di vita del personale. Gli item hanno esplorato i 4 ambiti principali su cui si fonda la salute dell’uomo: fisiologica (movimento/riposo), psicologica, alimentare, ambientale/relazionale, con un’adesione di circa il 50-60%.
Dai dati è emerso come nutrizione e attività motoria siano i punti dolenti sia nel personale, come del resto nella popolazione generale.
La nutrizione e le sue criticità sono state affrontate apportando una modifica del menu della mensa: introduzione dell’integrale ogni giorno (pasta, pane e riso), piatti con proteine vegetali serviti quotidianamente e il biologico. E’ stato così proposto un piatto del mangiar sano definito “piatto selfie” (già introdotto all'Ospedale San Jacopo), che si ispira al piatto di Harvard, caratterizzato da una composizione equilibrata del pasto formata dal 30% carboidrati, 30% proteine e 40% ortaggi: il tutto componibile a seconda del gradimento del commensale. Lo start up di tali novità è stato lo scorso aprile e già i primi ottimi risultati: il 20% dei dipendenti chiedono il piatto selfie e si registra già un aumento significativo del consumo dell’integrale rispetto alle farine raffinate.
Il gruppo di lavoro ha intrapreso anche un'azione correttiva per quanto riguarda l'attività fisica inadeguata, fortemente voluta dalla dottoressa Niccolai e dal dottor Alessandro Capitanini, promotore del progetto e direttore della struttura operativa nefrologia e dialisi. E' stato così attivato l'innovativo progetto di collaborazione con la Palestra Meeting Club di Pescia: il proprietario Gabriele Giachi si è mostrato da subito molto interessato nel partecipare alla promozione della salute per degli operatori attivandosi per definire le regole per un abbonamento agevolato per tutti coloro che sono interessati al movimento e al fitness; da poco infatti la palestra Meeting Club è iscritta al portale Corporate Benefit e i dipendenti dell’AUSL Toscana Centro, iscritti, possono usufruire di promozioni e agevolazioni per qualsiasi tipo di abbonamento e pacchetto mensile, plurimensile o annuale.
Ha commentato la dottoressa Niccolai: “è un vero e proprio progetto di prevenzione primaria che punta a stimolare la consapevolezza sui nostri stili di vita; ormai sono molte le evidenze scientifiche che dimostrano che le abitudini scorrette possono avere effetti negativi sulla nostra salute e le buone pratiche testimoniano l’efficacia di questo approccio nel migliorare la nostra vita, sia in ambito privato che lavorativo, e molte aziende internazionali hanno, nella salute del loro personale, una mission aziendale: un dipendente sereno lavora di più e meglio!” “Anche noi” continua “nel nostro piccolo vogliamo puntare al benessere del dipendente, come individuo e come tassello fondamentale per il buon andamento del Sistema Sanitario Nazionale”.
Il terzo step del progetto verrà messo in opera a fine anno con incontri con nutrizionisti, psicologi, cuochi, ma anche preparatori sportivi e gli stessi personal trainer della palestra Meeting Club.
I risultati del test in sintesi
Tra gli item di salute più significativi emerge che circa il 60% dei dipendenti non svolge l’attività fisica raccomandata dalle linee guida, la prevalenza di sovrappeso e obesità interessa il 35% dei dipendenti, il 50% non dorme in modo soddisfacente. La metà del campione esaminato non controlla le etichette dei cibi che acquista e prevale il consumo di cibi raffinati; il 65% non consuma frutta e verdura ad ogni pasto ed il 45% non trascorre almeno un’ora al giorno all’aria aperta.
Spiega il dottor Capitanini: "modificare le abitudini della popolazione sarà una delle grandi sfide del prossimo futuro: partire dal personale sanitario è un dovere. Le condizioni di salute della popolazione “ricca” del mondo sono peggiorate: è allungata la vita media ma è diminuita la vita in salute, cioè gli anni vissuti senza malattia. Molte delle patologie croniche (malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, diabete, obesità) originano, in larghissima parte, dalle nostre cattive abitudini, e potrebbero essere prevenute dal 30-80% dei casi. Rendere le persone consapevoli delle proprie abitudini e, soprattutto, far capire che alcune possono essere cattive abitudini rappresentano due degli obiettivi del progetto. Terzo e forse più importante l’obiettivo di offrire strumenti pratici per il cambiamento"Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia, il 75% della mortalità e delle condizioni di grave disabilità sono determinate da patologie croniche (cardiovascolari e respiratorie, tumori, diabete) che hanno in comune quattro principali fattori di rischio: fumo, alcol, cattiva alimentazione e sedentarietà.
Gli stili di vita degli italiani sono spesso scorretti e, purtroppo, anche gli operatori sanitari non sempre hanno una adeguata consapevolezza su quelle che sono le buone e le cattive abitudini. E questo può essere un grande problema perchè tali soggetti sono spesso portavoci e responsabili nella diffusione della promozione della salute, intesa come benessere psico-fisico".
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Pescia
<< Indietro