Protocollo per cavalli dopo le corse, IHP: "Operazione ipocrita e di facciata"

Il protocollo d’intesa siglato dalla Fise e dal Masaf per gestire la vita dei cavalli da corsa al termine dell’attività agonistica impiegandoli in attività sportive, sociali o terapeutiche "è un’operazione ipocrita e solo di facciata" secondo il presidente di IHP (Italian Horse Protection) Sonny Richichi.

L’intesa siglata tra il Ministero e la Federazione prevede che i cavalli che hanno corso nell’ippica, un volta conclusa la carriera agonistica, vengano portati in un centro FISE dove verranno visitati, addestrati e successivamente inseriti in altre attività sportive (ad esempio il polo) oppure terapeutiche (come l’ippoterapia): a questo scopo, secondo quanto hanno reso noto i firmatari dell’intesa, sono previsti un bando e una graduatoria.

"Questa operazione secondo il sottosegretario del Masaf con delega all’ippica Patrizio La Pietra avrebbe al centro il benessere dei cavalli: un’affermazione ridicola che dimostra come il Governo non abbia idea, o finga di non avere idea, di come funziona nella realtà il mondo dei cavalli in questo Paese – dice il presidente di IHP -. Si spaccia come una grande novità a tutela dei cavalli quello che già succede oggi e cioè che i cavalli escono dagli ippodromi e vengono riciclati e nuovamente sfruttati per fare altri sport, nei palii, per tirare carrozze, per lavorare nei maneggi, per fare l’ippoterapia e poi, nella maggior parte dei casi, vengono buttati via".

"Premesso che IHP è contraria alle corse e all’uso dei cavalli in qualsiasi attività ludico-sportiva e commerciale, se non volesse coprirsi di ridicolo e avesse davvero a cuore la soluzione del problema il Ministero dovrebbe occuparsi dei cavalli dopo la fine di tutta la catena dello sfruttamento. Questo protocollo è solo uno scaricabarile: chi ha sfruttato il cavallo nell’ippica lo cede a qualcun altro che lo farà lavorare ancora e poi avrà la responsabilità di decidere che fine fargli fare. E’ semplicemente vergognoso", conclude Richichi.

Fonte: Italian Horse Protection



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