Sheep Art - Arte in transumanza, la mostra racconta la presa di San Miniato

Prosegue il tour espositivo di “Sheep Art – Arte in transumanza”, il progetto artistico di “Forme d’Arte” curato da Filippo Lotti e organizzato da FuoriLuogo – Servizi per l’Arte.
Dopo l’esordio del 2019 in Palazzo Pretorio a Certaldo, il passaggio a Cascina e a Lajatico, poi a Castelfalfi e a Capraia Fiorentina, la singolare mostra installativa approda a San Miniato invadendo il prato della Rocca di Federico II per la sola giornata di oggi (fino alle 19).

L’esposizione itinerante vede protagoniste le opere di 24 affermati artisti, tutti toscani per nascita o d'adozione, che si sono espressi, ciascuno secondo il proprio stile pittorico, dipingendo su di un supporto del tutto particolare, sagome di legno bifacciali a forma di pecora (in inglese “sheep”) a grandezza reale: Massimo Barlettani, Antonio Biancalani, Alain Bonnefoit, Vincenzo Calli, Fabio Calvetti, Claudio Cionini, Elio De Luca, Raffaele De Rosa, Satoshi Dobara, Franco Mauro Franchi, Danilo Fusi, Giuliano Giuggioli, Susan Leyland, Riccardo Luchini, Mario Madiai, Giovanni Maranghi, Francesco Nesi, Paolo Nuti, Nico Paladini, Elisabetta Rogai, Carlo Romiti, Marcello Scarselli, Paolo Staccioli, Armando Xhomo.

L’idea iniziale è nata da Paolo Piacenti, titolare dell’azienda di affinatura di formaggi “Forme d’Arte”; progetto poi sviluppato dopo oltre due anni di lavoro, dall’estro creativo e dall’esperienza di Filippo Lotti.

"La casa di mio padre – dice Piacenti – è sempre stata un porto di mare per gli artisti; è naturale appassionarsi ad una cosa quando la respiri continuamente. Poi il lavoro mi ha portato a occuparmi di formaggio, ma la mia passione è sempre stata anche l’arte. Volendo coniugare le due cose è nato questo progetto".

"Chiesi a Filippo Lotti – continua Piacenti –, curatore sensibile e preparato professionalmente di portare avanti l'idea, facendo “da pastore” a questo gregge; il suo entusiasmo è stato esplosivo e mi ha travolto".

"Ho voluto portare questa mostra – dice Lotti – anche nella mia San Miniato volendo, in qualche modo, ricordare la vittoria degli empolesi sui sanminiatesi negli storici eventi del 1397 con la presa di San Miniato con le capre".

L’episodio narrato da Ippolito Neri (1652-1709) nel poemetto eroico-comico “La presa di San Miniato al Tedesco” racconta il leggendario espediente messo in atto dal capitano delle truppe empolesi Cantino Cantini.

Il castello di San Miniato era ritenuto all’epoca inespugnabile. La Silvera, colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa rispose: "Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in poter giammai degli empolesi".

Gli empolesi escogitarono allora uno stratagemma: raggrupparono tutte le pecore e le capre del contado e dopo averle radunate nella valle ad ognuna appesero un lumino al collo e alle corna. Di notte il capitano Cantini si presentò sotto le mura di San Miniato con duemila fanti empolesi a chiedere la resa della città.

Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato; i difensori da lontano pensarono a un numeroso esercito in avvicinamento, così la resa fu immediata, furono aperte le porte della città e lasciarono campo libero alle truppe dei soldati empolesi e della repubblica fiorentina che la conquistarono senza colpo ferire, disarmando i samminiatesi.

"Il mio intento – continua Lotti – non è certo quello di parodiare l’antico accadimento storico, ma è quello di sottolineare il fatto che oggi San Miniato deve essere conquistata e invasa dall’arte contemporanea. Un modo per parlare d’arte, partendo proprio da questa terrazza sul Valdarno – il prato della Rocca – come feci anni fa col progetto “Restiamo Umani” di Stefano Tonelli, lanciando, metaforicamente, il grido: l’Arte c’è!
Nella mia quasi trentennale esperienza nel campo artistico ho capito di come l’arte sia cibo per la mente e che non deve essere sottovalutato non solo il suo potere educativo e culturale ma anche quello economico. Quindi, per me, l’arte può essere un veicolo trainante per il turismo di qualità e per un’economia di settore. A San Miniato, basta solo volerlo; abbiamo tutte le carte in regola per iniziare un vero percorso, senza paura alcuna ma soprattutto con serietà, qualità e programmazione».
Per info: info@formedarte.it.

Fonte: Ufficio Stampa

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